Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 2 Novembre, 2021
Nome: 
Graziella Leyla Ciagà

A.C. 3341

Presidente, prima di entrare nel dettaglio del provvedimento vorrei esprimere la mia vicinanza e quella del gruppo del Partito Democratico alle famiglie delle persone che, la scorsa estate, a causa degli incendi hanno perso la vita e ai tanti cittadini che hanno letteralmente visto bruciare le proprie case, aziende agricole e morire i propri animali. Tutti noi abbiamo ancora negli occhi quelle immagini terribili di incendi boschivi che, da giugno a settembre, hanno interessato gran parte del Sud Italia e, con particolare violenza, le regioni Calabria, in Aspromonte, Sardegna, nella zona di Oristano, e Sicilia. Ringrazio anche il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e tutti coloro che si sono adoperati per lo spegnimento degli incendi. Questi incendi hanno provocato vittime, determinato la morìa di milioni di animali, causato ingenti danni ambientali, stimati da Coldiretti in un miliardo di euro tenendo conto delle operazioni di spegnimento, di bonifica e di rimboschimento.

Per quanto riguarda i danni ambientali, sono andati distrutti oltre 150 mila ettari di bosco, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista della perdita della biodiversità, dell'assorbimento di CO2 e del rischio di dissesto idrogeologico. Gli incendi non hanno risparmiato neanche le aree tutelate, quindi i parchi nazionali e regionali. L'Italia in questo senso ha un triste primato in quanto è il Paese dell'Unione europea col più alto tasso di incendi e il 2021 è stato l'anno dei record. Gravi incendi hanno interessato, del resto, tutto il bacino del Mediterraneo, quindi, oltre all'Italia, Paesi come la Grecia e la Spagna. L'estate appena trascorsa è stata la più calda in Europa, rispetto al 1979, con picchi record di temperature sopra i 48 gradi registrati proprio in Sicilia. L'aumento delle temperature innescato dai cambiamenti climatici, i venti caldi e i lunghi periodi di siccità svolgono una funzione di accelerazione degli incendi, propagandoli, rendendo così più difficile lo spegnimento. In natura - forse è bene chiarirlo - non esiste l'autocombustione, perlomeno a queste temperature; l'unica causa naturale di incendi è legata ai fulmini. Il 98 per cento degli incendi è dovuto all'uomo, innanzitutto con comportamenti negligenti, imperizia, sottovalutazione dei rischi - penso ad esempio ai fuochi accesi, alle sigarette non spente, ai residui agricoli bruciati e così via - o, addirittura, con comportamenti dolosi, cosa ancor più grave, finalizzati allo sfruttamento dei terreni e, in generale, al tornaconto personale.

Il provvedimento che presentiamo oggi, ovvero disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile, affronta questa situazione andando a integrare una legge quadro che esiste già, la legge n. 353 del 2000, che ha assegnato questa competenza alle regioni, con il concorso dello Stato nelle operazioni di spegnimento. L'attuale provvedimento mantiene questo assetto ma lavora su tre obiettivi fondamentali che vorrei sottolineare. Innanzitutto, il rafforzamento dell'azione di coordinamento tra Stato e regioni, con la predisposizione da parte della Protezione civile di un piano nazionale a seguito di una ricognizione triennale, che può essere fatta anche su base annuale, per individuare tutte le necessità dal punto di vista dell'aggiornamento tecnologico e dell'accrescimento della capacità operativa nelle azioni di prevenzione e nella lotta attiva contro gli incendi boschivi. Il secondo obiettivo riguarda il potenziamento della capacità operativa del sistema nazionale di Protezione civile, attraverso l'acquisto di mezzi aerei, anche i droni, mezzi terrestri e adeguate strumentazioni tecnologiche.

A questo fine l'articolo 2, come ricordava la relatrice, dispone di 40 milioni di euro per la Protezione civile e l'Arma dei carabinieri (Comando unità forestali) da spendere entro fine anno per l'acquisto di mezzi aerei e di strumentazioni. Sempre in materia di stanziamento di risorse economiche, è prevista, con l'articolo 4, la somma di 100 milioni di euro per il triennio 2021-2023, a favore degli enti territoriali nelle cosiddette aree interne per interventi di manutenzione del territorio. Sappiamo quanto la manutenzione del territorio è fondamentale in un'ottica, appunto, di prevenzione degli incendi boschivi.

L'articolo 8 stabilisce, poi, che 150 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (in particolare, la Missione 2, componente 4, “Tutela del territorio e della risorsa idrica”) siano destinati alla realizzazione di un sistema avanzato di monitoraggio del territorio, di cui ci ha parlato proprio il Ministro Cingolani lo scorso 5 agosto nel corso dell'audizione. L'idea è quella di dotare la Protezione civile di una sensoristica, di droni di sorveglianza in connessione anche con la rete satellitare, in modo da accelerare le operazioni di spegnimento in caso di incendio, individuando, tra l'altro, come sistema prioritario di intervento, le aree protette - quindi, nazionali e regionali -, i siti della rete Natura 2000 e le aree a rischio idrogeologico.

Segnalo che ulteriori importanti risorse sono previste dal disegno di legge di bilancio, che è stato approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri. Si tratta di oltre 200 milioni di euro, sempre destinati alla Protezione civile e all'Arma dei carabinieri.

Il terzo obiettivo che si propone di raggiungere questo provvedimento è molto importante, perché riguarda l'attivazione del catasto dei terreni percorsi dal fuoco. Già la norma vigente, la legge quadro, prevede che: i terreni bruciati non possono essere edificati per 15 anni: sono vietate le trasformazioni urbanistiche; sono vietati la caccia e il pascolo. Però, non tutti i comuni provvedono tempestivamente all'aggiornamento di questo catasto. Secondo Europa Verde, solo il 44 per cento dei comuni italiani vi provvede. È quindi necessario aiutare questi comuni ad aggiornare il catasto, perché il catasto dei terreni percorsi dal fuoco svolge una funzione importante di deterrente nei confronti degli incendi dolosi e sappiamo che, dietro questi incendi dolosi, si nasconde spesso e volentieri la criminalità organizzata.

L'articolo 3 prevede, quindi, che l'Arma dei carabinieri, entro 45 giorni, trasmetta ai comuni il rilievo delle aree bruciate e, se i comuni non provvedono tempestivamente all'aggiornamento, interviene la regione con poteri sostitutivi, previa legge regionale che ne disciplina le modalità. Ecco, questa postilla è stata aggiunta in Senato e io spero che questo ulteriore vincolo amministrativo e burocratico non rallenti ulteriormente l'approvazione del catasto delle aree boscate percorse dal fuoco.

I comuni, poi, possono avvalersi anche - lo stabilisce l'articolo 5 - delle competenze e delle strutture organizzative della regione di appartenenza. Insomma, queste misure servono a coadiuvare i comuni nello svolgere i propri compiti.

Per quanto riguarda il rafforzamento delle sanzioni e le modifiche al codice penale mi rimetto a quanto già detto dalla relatrice.

Questo provvedimento è un primo passo importante, ma ne dovranno seguire altri. Mi riferisco ai ristori, che sono già stati evocati per i cittadini, le famiglie e le aziende che sono stati colpiti dagli incendi e mi riferisco alla messa in campo di ulteriori e importanti risorse per il rimboschimento delle aree distrutte e, in termini più generali, a tutte quelle azioni previste dal PNRR volte alla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera e, quindi, al contenimento della temperatura entro il grado e mezzo.

Speriamo che la COP26, che è in corso di conclusione proprio in queste ore a Glasgow, raggiunga un'intesa su questo obiettivo con accordi vincolanti, un obiettivo che è cruciale per il nostro futuro e, soprattutto, per il futuro delle giovani generazioni.