Grazie Presidente, onorevole Bergamini spero si sia ripresa dall'incidente dell'altro giorno, colleghe e colleghi tutti, oggi discutiamo del cosiddetto “decreto green pass per il lavoro”, un decreto che, di fatto, è già in vigore da settimane e che la nostra Camera ha visto arrivare solo giovedì pomeriggio dal Senato. Il decreto si è reso indispensabile a causa della pandemia da COVID-19 ed è, a tutt'oggi, uno strumento molto importante per consentire, nonostante perduri la pandemia, la riapertura delle attività lavorative e dei luoghi della cultura in sicurezza; sicurezza, mi permetto di sottolinearlo, relativa sempre, migliorabile certo, ma sicurezza: lo dico con una punta di enfasi a tanti, anche qui dentro, che della sicurezza hanno fatto, a bla bla bla, una ragione sociale e poi questionano, divagano, ammiccano, sponsorizzano, equivocano, fischiettano, quando è davvero in gioco la sicurezza dei cittadini, la salute e la vita di ognuno di noi. In particolare, Presidente, gli articoli 1, 2 e 3 regolamentano l'utilizzo e le regole per l'accesso ai luoghi di lavoro con il green pass: come e quando deve essere esibito e in quali modalità si possano conservare i dati; anche se mi chiedo come e quanto la nuova ondata che sta colpendo l'Europa comporterà nuovi adattamenti a una situazione che - spero di no, ovviamente - potrebbe tornare ad essere critica. Grazie al lavoro del Senato è stata introdotta la specifica: qualora la scadenza di un certificato verde COVID-19 di un dipendente pubblico o privato si collochi nell'ambito della giornata lavorativa del soggetto, il medesimo può permanere nel luogo di lavoro ai soli fini del completamento della medesima giornata lavorativa. Per le ipotesi in cui un lavoratore, non esentato per motivi medici, pubblico o privato, comunichi di non essere in possesso della certificazione verde o non la presenti al momento dell'ingresso nel luogo di lavoro, le norme in esame prevedono, in primo luogo, che il soggetto sia assente ingiustificato fino alla presentazione della suddetta certificazione e, comunque, non oltre il 31 dicembre prossimo venturo, con la conseguente sospensione della retribuzione o degli altri compensi o emolumenti comunque denominati, con la relativa implicita esclusione del riconoscimento dei giorni ai fini previdenziali. Inoltre, viene escluso che le suddette assenze diano luogo a conseguenze disciplinari: come ricorderete, inizialmente era stata valutata la possibilità di licenziamento, che è stata poi esclusa, mentre l'ipotesi di accesso al luogo di lavoro può dar luogo a sanzioni disciplinari. Per le imprese private con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per un massimo di 10 giorni, rinnovabili per una sola volta.
Con l'articolo 4, Presidente, sono stati prorogati fino al 31 dicembre i prezzi calmierati per i test antigenici rapidi, sia nelle farmacie che presso i servizi del Servizio sanitario nazionale, ovviamente ferma restando la gratuità dei test per le persone esentate dal vaccino anti COVID-19 grazie ad apposito certificato medico.
L'articolo 4-bis, inserito nel corso dell'esame al Senato, prevede che i datori di lavoro pubblici e privati, fino al termine dello stato di emergenza epidemiologica, possano promuovere nei luoghi di lavoro campagne di informazione e sensibilizzazione sulla rilevanza della vaccinazione contro il COVID-19. Personalmente le ritengo assai utili, direi doverose. L'articolo 8, invece, ha stabilito l'abolizione dei limiti per la capienza durante gli spettacoli teatrali e culturali, purché si sia in possesso del green pass. Insomma, si tratta del decreto che ha consentito al nostro Paese di riaprire in sicurezza, con responsabilità - credo riconosciuta - e fiducia.
L'unica nota dolente è che, visti i tempi, è mancata alla Camera la possibilità di svolgere un esame approfondito e completo del provvedimento. Il decreto è stato emanato il 22 settembre, è rimasto in Senato parecchio tempo ed è arrivato qui solo giovedì: circa tre giorni fa. Questo, immagino, per i componenti della Commissione affari sociali, che ha di fatto avuto solo venerdì di tempo per esaminare gli emendamenti, e anche per me, nel merito di diversi punti di cui si compone questo provvedimento, metterebbe capo a rilievi e doglianze sacrosante, bronci e permali, che, tuttavia, evito a lei, Presidente, e a questa Camera, e che pure sono spesso il sugo, l'intero non so, dell'attività parlamentare. Ci sono volte che la lealtà di gruppo, quella che un tempo si chiamava la salus della Repubblica, è giusto che prevalga sulle considerazioni che ognuno di noi qui dentro si trova a fare su questo o quel provvedimento. Se ne hai la forza e la capacità, fai la tua battaglia per modificare in meglio, secondo il tuo giudizio e la tua misura, le norme che sei chiamato a scrivere; altrimenti tracci un frego di penna sul “convintamente” che avevi scritto e confidi nel lavoro serio e responsabile che hanno fatto i tuoi colleghi, riconoscendoti, pur nelle perplessità che restano, nel provvedimento che sei chiamato a difendere. Io penso si faccia così.