A.C. 3395
Grazie, Presidente. Io vorrei dichiarare fin da subito il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico alla conversione in legge del decreto-legge n. 146. Consapevole, però, dell'estensione tematica del decreto e della sua complessità regolativa che non si presta a facili sintesi, vorrei presentare in modo molto stringato le ragioni del nostro apprezzamento con riferimento ad alcune soltanto delle norme in esso contenute, allocate in particolare nei capi 2 e 3 che trattano del lavoro, materia in qualche modo oscurata dalle questioni fiscali, questioni fiscali delle quali ha parlato ieri e bene il mio collega Fragomeli.
Il primo e più importante elemento da sottolineare in questa prospettiva a me pare che sia quanto disposto in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e ciò in considerazione del quotidiano stillicidio di infortuni mortali in ogni angolo del Paese e in ogni settore produttivo. In qualche misura le modifiche che l'articolo 13 apporta al decreto legislativo n. 81 e la rilettura che lo stesso articolo propone con riguardo ad una pluralità di aspetti regolativi e di assetti organizzativi pure già consolidati suggeriscono di considerare l'intervento legislativo in esame, non solo e neppure tanto come una sorta di reazione emergenziale ai dolorosissimi fatti di cronaca che tutti conosciamo, quanto piuttosto come un progressivo e consapevole affinamento del testo unico di riferimento, sulla base di un'attenta e ragionata analisi dei punti di debolezza della disciplina vigente, punti di debolezza che si sono manifestati nella pratica quotidiana.
A conferma di ciò mi limito a segnare tre temi fra i tanti, che appaiono a mio avviso importanti per comprendere il senso della novella legislativa. Mi riferisco alla riorganizzazione del Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro, all'aggravamento del sistema sanzionatorio ed infine all'attenzione dedicata alla riorganizzazione dei profili formativi.
Il Sistema informativo nazionale per la prevenzione è già previsto dal decreto legislativo n. 81, ma ora si chiede di elaborare i dati, non più al solo fine di indirizzare le attività di vigilanza, bensì piuttosto per programmarne e valutarne l'efficacia, tenendo conto anche del fatto che gli organi competenti hanno ora l'obbligo di alimentare un'apposita sezione dedicata alle sanzioni irrogate nell'ambito della loro attività istituzionale. Anche a questo fine, per assicurare un'effettiva funzione di integrazione conoscitiva e operativa, è stato ampliato il novero degli enti partecipanti, si è meglio precisato il ruolo dell'INAIL e la funzione del tavolo tecnico per lo sviluppo e il coordinamento del sistema, i cui flussi informativi potranno essere consultati dalle parti sociali. A me pare che la ratio che sorregge queste riforme può essere espressa così: conoscere per contrastare, anzi, meglio conoscere per meglio contrastare, nella consapevolezza che la frammentazione delle competenze di controllo e la frantumazione esasperata del tessuto produttivo sono ostacoli significativi per un'efficace azione di contrasto.
È poi possibile individuare una seconda linea di azione che merita di essere apprezzata. Mi riferisco al sistema sanzionatorio. Al riguardo è stato previsto che l'Ispettorato nazionale del lavoro possa adottare provvedimenti di sospensione, anche accompagnati da specifiche prescrizioni, quando riscontri che almeno il 10 per cento dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro risulti occupato senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro, anche per quanto riguarda i lavoratori autonomi occasionali, ovvero a prescindere da qualunque settore d'intervento e dal numero dei soggetti interessati in caso di grave violazione, anche non reiterata, in materia di tutela della salute e della sicurezza. Sospensione a cui segue ora l'impossibilità a contrarre con tutte - tutte! - le stazioni appaltanti assoggettate al Codice degli appalti e che può essere superata soltanto dall'integrale soluzione della situazione lesiva. C'è poco da discutere, signor Presidente: violare le regole del lavoro crea un danno ai lavoratori, che arriva anche all'infortunio mortale, ma crea danni anche al sistema delle imprese che competono nel rispetto delle leggi. Un sistema sanzionatorio efficace è, dunque, una evidente necessità.
Per conseguire poi l'obiettivo della massima sicurezza possibile, il decreto che ci apprestiamo a licenziare in via definitiva interviene anche in materia di formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti, disponendo che entro la metà del prossimo anno la Conferenza unificata adotti un accordo, per provvedere all'accorpamento, rivisitazione e modifica degli Accordi attuativi degli obblighi legislativi in materia di formazione, in modo da garantire caratteristiche efficaci ed effettive di formazione durante lo svolgimento della prestazione lavorativa. Insomma, credo siano sufficienti queste brevissime osservazioni su formazione, ispezioni e sanzioni per comprendere, anche senza nulla dire di tutto il resto, dai cantieri mobili alle notifiche preliminari, dagli organismi paritetici all'introduzione del preposto per l'attività di vigilanza, che quella sulla sicurezza sul lavoro costituisce veramente una delle colonne portanti degli interventi urgenti in materia di lavoro. Urgente - sia chiaro -, ma non emergenziale; non c'è nulla di temporaneo dell'intervento proposto, che anzi appare destinato a trasformarsi nella configurazione ordinaria del sistema di protezione di chi lavora.
Un altro elemento che appare necessario considerare per meglio apprezzare il perimetro lavoristico del decreto n. 146 è dato dall'articolo 11-ter, introdotto dal Senato, che consente di destinare le risorse residue allocate nel Fondo per le politiche attive del lavoro al Fondo nuove competenze costituito presso l'ANPAL, con finalità di sostegno alla ripresa economica delle imprese nell'ambito dei contratti collettivi. Ciò che è importante è che entro un breve termine, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, dovranno essere ridefinite, con decreti ministeriali, tutte le regole e le caratteristiche dei progetti formativi. Inizia in questo modo a prendere evidente forma la strategia di contrasto alla disoccupazione e di sostegno all'innovazione, che trova nel ridisegno delle politiche attive il proprio strumento cardine, così come anticipando in qualche misura quanto sarà previsto, tra breve, nella legge di bilancio. Un terzo e ultimo elemento vorrei ora indicare. Mi riferisco all'articolo 15-bis, che prevede la possibilità, per gli enti di diritto privato che gestiscono forme di previdenza obbligatorie, di adottare iniziative assistenziali in favore dei propri iscritti che si trovano in condizioni di quarantena o di isolamento su indicazione delle autorità sanitarie, ovvero che abbiano subito una comprovata riduzione della propria attività per effetto della pandemia. Ora, benché semplice nella sua formulazione, questo articolo solleva alcune questioni di fondo sulle quali sarebbe oltremodo opportuno l'avvio di un'ampia discussione pubblica, basti pensare, per un verso, al ruolo delle casse private e dei fondi professionali nell'ambito del sistema generale di welfare, tenendo conto del riconoscimento costituzionale della libertà di assistenza privata oppure considerando, per altro verso, la necessità di rielaborare convinzioni ancora diffuse nell'immaginario collettivo sulle caratteristiche proprie dei lavoratori autonomi, che, nel corso di questo lungo periodo di pandemia, hanno invece dimostrato la propria fragilità, soprattutto se giovani, soprattutto se donne, soprattutto se meridionali.
Concludo, signor Presidente. Ho inteso rappresentare le ragioni del voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, facendo riferimento non già alle norme volte a contrastare le condizioni di emergenza - avrei potuto parlare del trattamento di malattia per i lavoratori fragili in quarantena, della cassa integrazione con causale COVID e così via -, quanto, piuttosto, facendo riferimento alle norme volte a consentire una più equilibrata ripartenza, equilibrata perché assume come proprio orizzonte la transizione al digitale ed ecologica dei sistemi produttivi e perché intende rendere socialmente sostenibile questa stessa transizione. Abbiamo bisogno di contrastare l'emergenza, ma anche di costruire la ripartenza, cioè di iniziare a costruire condizioni idonee per un futuro possibile, in cui le parole siano custodire, prendersi cura, farsi carico, anche nel mondo del lavoro e dell'impresa, come si propone di fare il decreto n. 146. Per tutto questo, signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico esprimerà un voto favorevole.