Al Ministro della cultura, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
l'istituto per la storia dell'Umbria contemporanea (Isuc) svolge, da quasi cinquant'anni, una preziosa attività per garantire la conservazione e la fruizione di importanti testimonianze della storia contemporanea della Regione Umbria e diffonderne la conoscenza, diventando nel tempo un insostituibile punto di riferimento per la comunità, la ricerca, la tutela della memoria;
l'istituto gestisce servizi quali una biblioteca con un patrimonio di oltre 12.000 titoli, una fototeca che conserva 8.000 fotografie, una videoteca che raccoglie circa 600 tra vhs e dvd, l'Archivio storico costituito da 211 buste che conservano fondi di associazioni politiche e culturali o di privati cittadini, il Premio letterario «Gisa Giani» giunto alla XVI edizione, convegni e pubblicazioni, anche in collaborazione con altri enti, associazioni, fondazioni e università e una sezione didattica che negli anni ha visto la fruizione dell'offerta formativa dell'istituto da parte di circa 1.200 studenti;
nell'aprile 2020 l'Isuc viene commissariato dalla Regione Umbria, ma in questo periodo non è stata attuata la necessaria e annunciata riorganizzazione funzionale dell'ente, alimentando invece la sensazione di una colpevole volontà di progressivo ridimensionamento e smantellamento;
l'istituto rischia di chiudere il 31 dicembre 2021 per la scadenza dei contratti stipulati con i cinque collaboratori, che non possono essere rinnovati nel rispetto della normativa vigente in materia di reclutamento del personale –:
se il Governo non intenda assumere iniziative, per quanto di competenza e in raccordo con la Regione Umbria, per individuare una soluzione che consenta, anche in ragione dei connessi profili occupazionali, di scongiurare la chiusura dell'Istituto per la storia dell'Umbria contemporanea ed evitare che il grande patrimonio culturale e di professionalità che custodisce vada disperso irreparabilmente.