15/02/2022
Antonella Incerti
AVOSSA, CAPPELLANI, CENNI, CRITELLI, FRAILIS, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO.
3-02762

Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   l'aumento esponenziale dei costi delle materie prime si è trasferito sui bilanci della filiera agroalimentare. I prezzi dell'energia, in particolare il prezzo del gas naturale, stanno raggiungendo livelli mai visti e si registra un netto aumento dei prezzi anche per altri costi di produzione, come fertilizzanti, carburante, energia elettrica, sementi, macchinari e mangimi, riducendo i margini di profitto degli agricoltori oltre i livelli accettabili;

   i prezzi internazionali dei cereali sono cresciuti del 23,2 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, mentre i prezzi dei prodotti lattiero caseari salgono del 19 per cento, lo zucchero aumenta di oltre il 40 per cento e i grassi vegetali sono balzati addirittura del 51,4 per cento rispetto al 2021. La pandemia da Covid e l'incertezza sugli effetti dei cambiamenti climatici hanno rafforzato la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l'alimentazione della popolazione aprendo uno scenario di accaparramenti e speculazioni;

   il balzo dei costi delle materie prime e dei beni energetici si è trasferito sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi non compensati da prezzi di vendita adeguati. Aumenti che stanno penalizzando anche il settore zootecnico e, in particolare, il comparto lattiero caseario;

   i risultati raggiunti dal tavolo nazionale sulla filiera del latte sono stati azzerati dall'aumento del costo dei mangimi e dell'energia elettrica. Nell'ultimo anno i costi per produrre il latte sono aumentati di 8-10 centesimi al litro mentre l'accordo prevedeva un massimo di 4 centesimi –:

   quali iniziative intenda adottare per garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende e delle stalle affinché i prezzi riconosciuti ad agricoltori e allevatori non scendano sotto i costi di produzione, in forte aumento per effetto dei rincari delle materie prime, anche di quelle alla base dell'alimentazione degli animali.

Seduta del 16 febbraio 2022

Illustrazione di Antonella Incerti, risposta del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, replica di Susanna Cenni

ANTONELLA INCERTI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'aumento esponenziale dei costi delle materie prime si è trasferito anche sui bilanci della filiera agroalimentare, quindi, segnaliamo non solo il prezzo dell'energia, ma un aumento dei prezzi in generale dei fertilizzanti, dei mangimi, dei macchinari, delle sementi, riducendo così fortemente il profitto degli agricoltori oltre livelli accettabili. In più, data l'incertezza della pandemia e dei cambiamenti climatici, molti degli Stati hanno rafforzato la corsa ai beni per garantire l'alimentazione della popolazione, dando luogo a fenomeni di accaparramento e anche di speculazione. Ci sono molti settori che soffrono, vorremmo rimarcare in particolare il settore zootecnico, in particolare, il comparto lattiero-caseario. I risultati raggiunti dal tavolo convocato dal Ministero sulla filiera del latte sono di fatto stati azzerati dall'aumento del costo dei mangimi e dell'energia elettrica. Nell'ultimo anno i costi per produrre latte sono aumentati di 8 o 10 centesimi, mentre l'accordo prevedeva un massimo di 4 centesimi.

Chiediamo, allora, signor Ministro, quali iniziative intenda adottare per garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende e delle stalle, affinché i prezzi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non scendano sotto i costi di produzione, in forte aumento, appunto, per effetto dei rincari delle materie prime, anche di quelle alla base dell'alimentazione degli animali.

 

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti: posso trasporre una parte della risposta alla precedente domanda anche a questa filiera, la filiera lattiero-casearia, altra filiera fondamentale dei nostri sistemi produttivi primari che sconta, anche in questo caso, una situazione macroeconomica relativa ad un aumento dei costi di produzione, direi, fuori controllo.

Questa mattina è stato comunicato da Ismea il valore medio del costo di produzione del litro a 46 centesimi, un valore medio che ha grandi differenze su base regionale, ma che dimostra che, ad esempio, l'accordo sottoscritto per l'aumento di 3 centesimi, a 41 centesimi, è sicuramente un accordo ormai superato dai fatti e che, peraltro, deve avere ancora piena attuazione per una serie di resistenze che sono comprensibili, ma che vorrei venissero tolte dal tavolo il prima possibile e sarà mia cura convocare rapidamente e nuovamente il tavolo della filiera, proprio per sollecitare tutti gli operatori a dare attuazione reale e concreta a quell'accordo.

Credo sia evidente che alcuni strumenti che abbiamo confermato e che sono in campo sono utili alla filiera; penso agli aiuti accoppiati che sono rafforzati anche nella nuova PAC, nel Piano strategico nazionale; penso all'eco-schema che va ad incentivare, con un pagamento a capo, in particolar modo quelle aziende che hanno gli allevamenti al pascolo, ma che contribuisce anche per le stalle. È evidente che sul tema del costo dell'energia va implementata rapidamente - tornerò anche successivamente, nelle prossime risposte, sul punto - la messa in campo di tutte quelle misure previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che consentono un abbattimento dei costi energetici: penso all'agrisolare, al tema del biogas e del biometano. Bisogna fare un ragionamento sul tema del digestato e il Parlamento su questo sta lavorando, perché anche quello può essere uno strumento per abbattere i costi dei fertilizzanti, i costi di fertilizzazione dei terreni.

Il momento è, da un lato, positivo, perché l'economia del nostro Paese non sta andando male, dall'altro, certamente, è preoccupante il tema dei costi di produzione, molto spesso non determinati da dinamiche interne, ma da dinamiche che vedono anche un'incisione forte di questioni esterne al nostro Paese. Noi non smetteremo di mettere attenzione e risorse rispetto alle filiere produttive più importanti del nostro Paese.

 

SUSANNA CENNI. Grazie, Presidente, e grazie, Ministro, per la sua risposta. Il Partito Democratico è ovviamente molto preoccupato, come credo tutti gli altri gruppi parlamentari. Come lei ha ricordato, questa mattina, Ismea ha certificato questo dato e cioè che, oramai da molti mesi, alcune filiere, in modo particolare quella della zootecnia da latte, hanno costi di produzione ampiamente superiori ai prezzi praticati al consumatore. Ecco, io credo che su questo tema ci sia da fare un lavoro importante. Lei, ovviamente, ha richiamato tutte le iniziative che il Ministero sta facendo; io credo che il raggiungimento nei mesi scorsi di un prezzo al tavolo sia stato un importante risultato, ma è chiaro che il raggiungimento di un costo di 46 centesimi rende davvero vano quello sforzo. Noi dobbiamo, innanzitutto, parlarne e dobbiamo dire con chiarezza a questo Paese che il tema dei costi riguarda certo l'industria, riguarda certo il manifatturiero, ma riguarda certo in maniera pesantissima l'agricoltura, con una ricaduta che, come sappiamo, poi, ha a che fare con il consumatore finale e con i beni di prima necessità. Quindi, non ci possiamo permettere di arrivare ad una situazione non più gestibile e, quindi, è sicuramente utile che venga riconvocato in tempi brevi il tavolo di filiera, ma è anche urgente, Ministro, e su questo noi le chiediamo un impegno, che si lavori per una più equa redistribuzione dei costi lungo la filiera. Non è pensabile che il costo di quello che sta accadendo ricada solo sull'agricoltura e sul consumatore finale.

Quindi, c'è qualcosa che dobbiamo provare ad aggiustare. Lavoriamoci!

Noi la ringraziamo per l'impegno, ma concludo con un'ultima preoccupazione che la prego veramente di raccogliere. Noi avremo molte risorse a disposizione - ce lo diciamo continuamente da mesi -; avremo il PNRR, avremo la PAC e dovremo utilizzare entrambi questi strumenti per l'ammodernamento, per una maggiore sostenibilità, per una migliore organizzazione e per una maggiore trasparenza in questo comparto. Ecco, dobbiamo aver presente che, se noi non interveniamo prontamente su questo tema dei costi di produzione, noi rischiamo che un pezzo della nostra agricoltura non arrivi mai ad utilizzare queste risorse a disposizione.