15/03/2022
Antonella Incerti
CENNI, AVOSSA, CAPPELLANI, CRITELLI, FRAILIS, LORENZIN, BERLINGHIERI e FIANO.
3-02824

Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la guerra in Ucraina sta innescando un nuovo cortocircuito sul settore agroalimentare nazionale. L'aumento generalizzato di quasi tutte le materie prime e dei costi energetici sta progressivamente erodendo la redditività dell'attività economica di molte imprese e sta mettendo a rischio il futuro delle coltivazioni e dell'industria di trasformazione nazionale;

   il settore della pesca chiede aiuti di fronte alla corsa inarrestabile del prezzo del carburante, raddoppiato nel giro di pochi mesi, che sta mettendo a serio rischio l'attività dei pescatori;

   l'aumento delle quotazioni dei cereali, ai massimi da un decennio, sta mettendo in ginocchio gli allevatori italiani che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi a fronte di compensi fermi su valori insostenibili. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l'ultima indagine Ismea, un costo molto superiore rispetto al prezzo di 38 centesimi riconosciuto a una larga fascia di allevatori;

   la crisi alimentare per gli animali colpisce un sistema che ogni giorno lavora per garantire un settore che complessivamente, tra latte, carne e uova, genera un giro d'affari di circa 40 miliardi di euro ed è ai primi posti nel mondo per qualità e sostenibilità. Se non vengono riconosciuti i giusti compensi che tengano conto dei costi di produzione sempre più alti, dalla bolletta energetica ai mangimi, il futuro delle fattorie italiane rischia di essere compromesso;

   il 9 marzo 2022 il Presidente del Consiglio dei ministri, intervenendo alla Camera dei deputati, ha sottolineato l'urgenza di ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni e di rivedere il quadro regolatorio europeo per aumentare le fonti di approvvigionamento di grano, mais ed altre materie prime e, contestualmente, anche la superficie coltivabile;

   il G7 straordinario sull'agricoltura ha discusso le conseguenze e le ripercussioni della guerra in corso tra Russia e Ucraina sui sistemi agroalimentari locali e globali e ha individuato come linee d'azione il sostegno verso la ripresa del settore ucraino e la cooperazione con i Paesi più vulnerabili e sensibili alle tensioni di mercato globali, la cui sicurezza alimentare è minacciata dal conflitto;

   l'intero comparto agroalimentare, impegnato da mesi a garantire la continuità dei cicli produttivi e il regolare svolgimento delle consegne, deve essere messo nelle condizioni di poter continuare a lavorare –:

   quali iniziative intenda adottare per permettere alle aziende agroalimentari di fronteggiare gli effetti della guerra russo-ucraina, acuiti dal «caro energia» e dall'aumento dei costi delle materie prime.

Seduta del 16 marzo 2022

Illustrazione di Antonella Incerti, risposta del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, replica di Susanna Cenni

 

ANTONELLA INCERTI. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, abbiamo apprezzato l'informativa e anche alcune misure che sta proponendo in questi giorni. Siamo in effetti di fronte a una nuova fase di crisi, perché oltre i prezzi dell'energia, noi vorremmo sottolineare, c'è anche il tema dei mangimi, come ha un po' anche già anticipato, perché c'è davvero il rischio di non poter garantire a lungo l'alimentazione del nostro bestiame. Di fronte alle difficoltà, cui lei accennava, di importazione di mais, in particolare con Ungheria e Ucraina che sono quasi il 50 per cento dei nostri fornitori, voglio anche ricordare che negli ultimi dieci anni, a causa anche dei bassi compensi, i nostri agricoltori sono stati costretti a ridurre di un terzo la produzione nazionale di mais.

Le fattorie sono oggi costrette a ridurre anche del 10 per cento le razioni di cibo a mucche, polli e maiali negli allevamenti; ne consegue, quindi, una riduzione di carne, latte e uova. Le chiediamo quali iniziative urgenti intenda prendere, anche tenuto conto che sarà necessario valutare altri canali di approvvigionamento, così come un piano di incentivi per la coltivazione di ulteriori superfici di mais.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Su alcuni passaggi su come implementare le coltivazioni c'è un regime regolatorio a livello europeo che stiamo ridiscutendo, e proprio nel Consiglio di lunedì lo faremo, sulle rotazioni, sul cosiddetto set-aside, sulle aree destinate alla tutela della biodiversità. In un momento come questo credo che sia necessario aumentare la produzione e non limitarla, ed è evidente che il quadro regolatorio europeo debba essere rivisto in questo contesto emergenziale. Però credo che anche a livello nazionale si possano implementare misure di supporto, soprattutto economico, in questa fase così complicata di aumento dei costi di produzione di un settore che difficilmente vede arrivare in quel pezzo della filiera il valore aggiunto che si crea nella parte alta della filiera.

Quindi più di tutti sta pagando l'aumento dei fattori della produzione. Allora noi abbiamo proposto per il prossimo decreto alcune misure, partendo da una rinegoziazione e ristrutturazione dei debiti con garanzia pubblica, quindi attraverso la garanzia di Ismea gratuita, che deve poter prevedere una rinegoziazione di tutto il range di debito che le aziende agricole hanno. Abbiamo proposto una moratoria immediata sui mutui, abbiamo proposto una norma che porti a una decontribuzione degli oneri previdenziali, per una fase limitata nel tempo, ad alcune filiere, proprio per garantire maggiore liquidità.

Cose che abbiamo già fatto. Oggi, in Conferenza Stato-Regioni, 20 milioni di euro per la pesca sullo schema che avevamo già fatto qualche mese fa, in epoca COVID, per le motivazioni ovviamente dell'acuirsi della crisi e per le grandi difficoltà economiche della filiera della pesca. Abbiamo avuto in pubblicazione in Gazzetta Ufficiale qualche giorno fa il decreto per l'utilizzo del miliardo e 200 milioni di contratti di filiera, quindi risorse che riusciamo a garantire in tempi rapidi proprio per sostenere le difficoltà di liquidità delle imprese.

SUSANNA CENNI. Grazie, Presidente. La ringrazio, Ministro. Credo davvero che avere sei quesiti questo pomeriggio sullo stesso tema denoti la grande preoccupazione che c'è nel nostro Paese. Saprà anche che noi questa mattina abbiamo chiesto una sua informativa per avere un quadro generale di tutte le azioni che si stanno mettendo in campo in questo momento. Condividiamo la sua battaglia, la sua battaglia è anche la nostra, però crediamo anche che questa stagione, in cui dobbiamo lavorare per raggiungere alcuni obiettivi, come quello dell'aumento della produzione nazionale, senza ovviamente nessuna visione autarchica, ma necessario anche per ridurre la dipendenza del sistema agricolo nazionale e alimentare dal fossile e dalle importazioni, chieda un di più complessivamente al nostro Governo.

Noi pensiamo che non stiamo parlando di un settore produttivo qualsiasi, uno dei tanti, ma di un sistema strategico, di un sistema produttivo strategico. Questo riconoscimento è necessario che venga da parte di tutto il Governo, con provvedimenti e con risorse adeguate, affinché nel nostro Paese non si riapra una questione di sicurezza alimentare. Mi riferisco soprattutto alle famiglie a basso reddito, che cominciano a trovare difficoltà nel comprare beni di prima necessità che hanno conosciuto un innalzamento davvero così forte dei prezzi. È necessario che si assuma una misura sulle famiglie, che sia un'operazione sull'IVA, che sia un bonus, vediamo assieme come studiarla, ma è assolutamente necessario che si lavori in prospettiva su due grandi obiettivi, il mantenimento del reddito agricolo e la sicurezza alimentare dei cittadini italiani.

Qualcuno in questi giorni ha ripetuto in più occasioni che guerra e fame sono fenomeni connessi, e questo lo vedremo in alcune aree del mondo. Nel nostro Paese questo significa riorganizzare il nostro sistema produttivo nell'ottica necessaria dei sistemi alimentari, quindi in un'ottica più complessa; e lo si fa partendo dal considerare il sistema agricolo e alimentare un sistema assolutamente strategico, come è già avvenuto durante la pandemia grazie all'impegno degli agricoltori e dei pescatori di questo Paese.