A.C. 3531
Grazie Presidente. Grazie sottosegretaria, gentili colleghi, noi oggi, qui, come parlamentari, a seguire a stretto giro i nostri colleghi senatori, stiamo scrivendo una pagina molto importante della storia di questa Repubblica.
In queste settimane, seguite dopo l'approvazione del Senato - e, quindi, dopo il primo tassello di questa riforma costituzionale, - più volte sono stato oggetto di alcune richieste, anzi di una grande richiesta, che rientra in un modello di educazione civica che dobbiamo portare alla luce in questo Paese: a cosa serve inserire lo sport, l'attività sportiva? A cosa serve, per me, questo straordinario risultato? Io ho risposto con una considerazione abbastanza semplice, quasi banale: inserire l'attività sportiva nella nostra Costituzione, che come tutti riconosciamo è lo strumento fondamentale che regola la vita fra noi in questo Paese, e, quindi, consolidare e rendere ancora più forte il principio e l'importanza dell'educazione e dello sport, dell'attività sportiva delle nostre società e del mondo dei ragazzi, deve avere un grande effetto, ovvero rimuovere tutti gli ostacoli che oggi non rendono l'attività sportiva realmente e fino in fondo un'attività universale e accessibile a tutti. Se l'inserimento in Costituzione porterà a questo grande risultato, noi avremo dato un'Italia migliore di quella che abbiamo trovato. Dal 1948 arriviamo, forse, con un po' di ritardo in questo inserimento, anzi sicuramente con un po' di ritardo, ma in quegli anni, nella ricostruzione storica, le priorità forse erano altre. Probabilmente negli anni successivi doveva essere subito maturata una riflessione che sarebbe dovuta partire anche da quel 2001, anno in cui, con la riforma del Titolo V, abbiamo iniziato a parlare di sport, di attività sportiva, di organizzazioni sportive, di pianificazione e di impiantistica sportiva e, con il principio delle materie concorrenti, abbiamo introdotto anche un rapporto spesso non lineare fra lo Stato centrale, le regioni e i comuni. Oggi, per questo motivo, per me il momento è fondamentale, perché abbiamo l'occasione, consolidando il principio nella Costituzione, di rimuovere tutti gli ostacoli. Sono contento di intervenire dopo la collega, perché il primo ostacolo da rimuovere è sicuramente quello dei diversamente abili, della disabilità. Non è pensabile che oggi ci siano sport diversi e ci siano diversi modi di fare sport: lo sport deve essere accessibile per tutti! La Costituzione può aiutare a rendere ancora più operativo il nostro Stato, anche in considerazione delle situazioni economiche diverse: non è possibile che oggi lo sport, soprattutto alcuni sport, possa essere praticato solo da persone che magari hanno la capacità economica di affrontare le sfide dello sport. L'inserimento in Costituzione obbliga tutti quanti noi da domani - da ieri spero - a venire incontro su questo punto.
Cito anche un altro terzo grande ostacolo da rimuovere e che mi è particolarmente a cuore per la mia provenienza, una zona di montagna. Le aree interne del nostro Paese sono un altro ostacolo da rimuovere. Deve essere possibile praticare sport dappertutto nel territorio italiano e non solo dove ci sono i grandi centri di eccellenza e le grandi metropoli. Lo sport deve essere accessibile a tutti, come dicevo, anche nei territori più lontani dai centri, anche nelle cosiddette aree interne. Allora, alla domanda che più volte mi pongono, come quando, in questo ultimo weekend, a un torneo di calcio per esordienti giovanissimi: “lunedì vai a fare l'intervento, ma a cosa serve?”, io rispondo: “a rimuovere questi ostacoli, a fare in modo che anche in montagna ci possano essere impianti e condizioni per cui lo sport possa essere praticato da tutti. E perché è importante? Ce lo dice la norma, perché riconoscere il valore educativo dello sport è riconoscere che nelle tante agenzie importanti educative per i nostri ragazzi lo sport è un valore fondamentale, aiuta a crescere, aiuta a formare donne e uomini per il futuro, anche al di là della pratica di livello agonistico, anzi anche a soprattutto al di là della pratica agonistica e di livello.
Ha semplicemente un valore sociale fondamentale - lo vediamo anche qui - per motivi diversi: nelle periferie, da una parte, dove è un elemento di aggregazione straordinaria, ma anche nelle grandi metropoli, dove le periferie degradate vengono risanate, sempre e soprattutto grazie anche al vettore dello sport, e la sottosegretaria lo sa, considerato che abbiamo fatto una visita insieme a uno di quei centri importanti che riporta alla luce la parte più bella dei nostri ragazzi che crescono. Ma io dico che il valore educativo e sociale insieme risiede non soltanto in coloro che praticano lo sport, ma anche nelle strutture che lo fanno praticare, ossia nella platea enorme delle società sportive, dei dirigenti, degli allenatori, in Italia. Non mi riferisco a coloro che praticano lo sport di élite, di livello; mi riferisco soprattutto a coloro che entrano, anche oggi, in contatto con i nostri ragazzi e li educano lo sport nelle società di periferia: ecco, il valore educativo e sociale è straordinario, lo ripeto, direttamente, nella pratica sportiva, ma anche indirettamente, nella creazione di una comunità che si rafforza. Inoltre, il testo cita aspetti quasi banali: il benessere e la salute. Oggi, fare sport vuol dire anche abbattere notevolmente il rischio di tantissime malattie, e su questo credo che noi possiamo fare molto, molto di più, perché quando lei, giustamente, parlava del 3 per cento del PIL credo che, se noi fossimo in grado di computarli anche in termini economici, e non soltanto sociali e educativi, i benefici che lo sport trasmette indirettamente in tutti questi campi, quella percentuale sia molto, molto maggiore. Allora, io credo, e ripeto che questa riforma straordinaria serve anche a rendere ancora più chiaro il compito che ha lo Stato. In questo Paese, noi viviamo sempre una grande confusione nei ruoli; lo Stato ha un grande compito, quello di dettare le norme fondamentali, di enunciare i principi che devono dare indirizzi, ma anche di orientare gli investimenti, e lo vedremo nel prossime settimane e mesi con il grande sforzo che faremo tutti assieme sul PNRR. Poi ci sono le regioni che hanno un compito altrettanto importante, di coordinamento rispetto alle azioni che noi dovremmo dettare a livello nazionale e un compito ancora più importante, quando questo coordinamento consente di costruire le reti delle infrastrutture e le reti delle società sportive; questo è un elemento fondamentale; non possiamo pensare che, nel nostro Paese, possiamo fare tutto dappertutto. Dobbiamo essere anche onesti con noi stessi, però possiamo pensare che uno Stato efficace possa, anche in campo sportivo, costruire la rete degli impianti, a beneficio delle province, ma soprattutto dei comuni, che devono essere il braccio più operativo, quello di prossimità, quello che mette a frutto le iniziative che abbiamo coordinato nei vari livelli di governo. Ho citato questi tre livelli di governo, lo Stato, le regioni e i comuni perché su quell'asse anche il mondo dello sport deve confrontarsi, lasciando una grande indipendenza alla parte più sportiva, alla parte agonistica, alle federazioni a chi sta lavorando da anni, ma, dall'altra parte, coordinando in maniera importante le attività dell'insieme delle autonomie, perché abbiamo una sfida cogente, immediata, che si chiama PNRR, con investimenti importanti che ci consentiranno di ridurre anche un gap sulle infrastrutture. A cosa serve, continuo a dire, l'inserimento in Costituzione? Esso dovrà servire a stimolare il Governo, le regioni e i comuni anche sul grande fronte che si chiama spesa corrente, si chiama gestione pratica quotidiana dell'impiantistica sportiva, gestione pratica quotidiana degli introiti e delle spese che si devono sostenere per la manutenzione e per la gestione di un impianto, ma una gestione per cui, se vogliamo rimuovere gli ostacoli che ad essa si frappongono, dovremo mettere nelle condizioni le amministrazioni locali anche di costruire strumenti come i bonus, perché se vi sono ragazzi che non possono permettersi di frequentare la piscina, il campo da calcio, il campo di atletica o di avere la bicicletta e via seguitando, dovremmo venire loro incontro. E queste sono le spese più complicate da finanziare per lo Stato, lo sappiamo: si chiamano spese correnti. Un sistema Paese come l'Italia, nel campo dello sport, permettetemi non di uscire dal seminato, ma di ampliare la discussione sul provvedimento in esame, vive anche tante contraddizioni; vi è un sistema di eccellenza - voglio sottolinearlo, come vicepresidente della Commissione difesa, ricordando che abbiamo condotto un'indagine conoscitiva in merito - che ci viene invidiato da tutti i Paesi del mondo, anche e soprattutto quando ci sono gli appuntamenti internazionali di livello mondiale come le Olimpiadi; è il sistema dei gruppi sportivi militari e civili; e sicuramente in quel campo l'Italia è una palestra e una scuola di eccellenza. Credo, per essere di stimolo, che l'inserimento in Costituzione ci possa far migliorare: se, da una parte, abbiamo l'eccellenza nel rapporto con questi gruppi sportivi militari e civili, dall'altra, dobbiamo migliorare il rapporto con la scuola - e dobbiamo dircelo - e allora, la risposta alla domanda che mi è stata rivolta sabato pomeriggio “a cosa serve questo inserimento dello sport in Costituzione?” è che serve a migliorare questo rapporto, a renderlo più stabile, a fare sì che, se un ragazzo è dotato sia a scuola che nel mondo dello sport e deve coordinare i propri orari, la scuola sia accogliente da questo punto di vista. Oggi dobbiamo ancora lavorare per arrivare a questo risultato come l'abbiamo fatto negli scorsi anni, inserendo in maniera importante l'attività sportiva nelle scuole fin dalle primarie; su questo è chiaro che dobbiamo diventare operativi da tale punto di vista, dobbiamo farlo perché è un passaggio fondamentale per ridare dignità all'educazione sportiva nelle scuole, ma soprattutto per confermare quello che abbiamo scritto oggi in Costituzione. Dunque, io credo che a questo serva l'inserimento dello sport in Costituzione; non è un esercizio di stile, deve diventare una pratica operativa per esaltare la qualità dello sport italiano e per risolvere i problemi dello sport italiano. Se noi riuscissimo, tutti assieme, a fare in modo che, nei prossimi anni, a quella domanda che qualcuno ci fa in queste ore, si possa rispondere: guarda che oggi nelle nostre scuole primarie lo sport c'è in maniera importante, a parità educativa rispetto alle altre materie, e oggi lo sport può essere praticato con uguale dignità dal disabile, dal ragazzo che vive in una periferia degradata del nostro Paese, dal ragazzo che vive in montagna a cento chilometri da un centro urbano, allora avremmo fatto il nostro dovere, allora questa riforma diventerebbe operativa ed estremamente importante.
Non ho dubbi che questo sarà uno stimolo importante e per questo motivo io credo che, in maniera trasversale, vadano ringraziati tutti; ovviamente, da chi oggi ha la responsabilità di guidare il Dicastero dello sport, da lei, sottosegretaria, e credo che oltre a lei, dobbiamo ringraziare tutti coloro che questa mattina alle 8 hanno aperto le sedi, tutti coloro che questa mattina alle 8 hanno iniziato, oggi che è finita la scuola, in tante delle nostre regioni, a lavorare nei campus estivi, dove lo sport è un elemento fondamentale, con attività quali il montare le reti per la pallavolo, dobbiamo ringraziare tutti costoro, e questo credo sia un riconoscimento a quel lavoro, a lavoro della base e rispetto quel riconoscimento - lo ripeto e chiudo su questo - noi dobbiamo essere conseguenti. Ci sono azioni molto pratiche che possiamo portare a compimento introducendo norme che possano ridurre e rimuovere determinati ostacoli, e ciò con un unico spirito, che non è né di destra né di sinistra; io credo che qui, oggi, nessuno debba porre in essere il tentativo di piantare la propria bandierina; ci deve essere, invece il tentativo fattivo di riconoscere l'importanza dell'attività sportiva e di essere conseguenti ogni giorno, noi che siamo qui dentro, come il legislatore regionale, come ognuno dei nostri tantissimi sindaci e mandiamo un abbraccio a coloro che hanno appena concluso una campagna elettorale, con le elezioni che si sono tenute ieri. Noi dobbiamo essere conseguenti verso quei mondi, costruendo le norme adatte per rimuovere tutti gli ostacoli presenti e facendo in modo che lo sport sia veramente un'attività universale, a vantaggio di tutti noi.