Discussione
Data: 
Giovedì, 15 Settembre, 2022
Nome: 
Fabio Melilli

Doc. LVII-bis, n. 6)

È passato poco più di un mese da quando il Governo presentò al Parlamento una relazione con la quale chiese alle Camere di attivare la procedura prevista dall'art. 6 della legge 243 del 2012 secondo la quale gli scostamenti temporanei del saldo strutturale dagli obiettivi programmatici sono consentiti esclusivamente in caso di eventi eccezionali.

Le ragioni della richiesta di allora non si discostano sostanzialmente dalle motivazioni che ci illustra il Governo nella relazione di oggi.

Il perdurare dell'incremento dell'inflazione, che forse con una dose un po' eccessiva di ottimismo in molti definirono solo come un fatto transitorio e che invece oggi ci dà segnali diversi e avremmo bisogno di una riflessione forse più approfondita degli effetti che sta determinando e può ancora determinare sulle famiglie e sulle imprese.

E poi la situazione di crisi a livello internazionale e gli effetti da essa determinati sui prezzi dell'energia e delle materie prime.

Nel comparare però le due relazioni balza agli occhi una differenza: mentre era citata nella precedente relazione la pandemia, oggi essa non è tra le ragioni che il Governo adduce per chiedere al Parlamento l'approvazione della relazione.

La mancanza del riferimento al Covid può anche essere un segno di ottimismo verso il consolidamento di una stagione di normalizzazione resa possibile dalle eccellenti azione di questo e dei precedenti governi che evidentemente si è voluta sottolineare. A noi ha destato una preoccupazione che poi nella parte finale il Governo colma facendo esplicito riferimento alla necessità di interventi in Sanità e a favore degli enti locali.

Al di là di questa differenza restano comunque intatte le ragioni dell'incertezza sulle prospettive dell'economia mondiale anche a causa delle perduranti tensioni sui mercati delle materie prime causate anche dal deterioramento della situazione internazionale e dal perdurare del conflitto generato dalla invasione dell'Ucraina da parte della Russia.

Per contrastare tale congiuntura negativa l'approvazione da parte del Parlamento a luglio della precedente relazione ha consentito al Governo di porre in essere misure di contrasto a favore di famiglie ed imprese attraverso il decreto aiuti che oggi questa camera ha approvato e di cui si è discusso in quest'aula.

L'approvazione oggi della nuova relazione consentirà al Governo di intervenire nuovamente e siamo certi che lo farà tempestivamente, con un ulteriore provvedimento d'urgenza teso ad alleviare i costi determinati dalla crisi.

Oltre alle disponibilità finanziarie che il Governo intende reperire anche attraverso la razionalizzazione degli stanziamenti del bilancio dello Stato e quelli relativi ai maggiori profitti derivanti dall'aumento dei prezzi derivanti dalla vendita dell'energia, il Governo chiede l'autorizzazione al ricorso all'indebitamento per ulteriori 6,2 miliardi in termini di fabbisogno e indebitamento netto con la conseguente possibilità di incrementare il saldo netto da finanziare di 13,6 miliardi.

Al di là della scelta, che il PD sostiene convintamente, credo sia opportuno sottolineare l' atto di fiducia che ci apprestiamo a compiere nei confronti del Governo che, nel dichiarare che l'utilizzo delle maggiori risorse non produce, a differenza di luglio, un peggioramento dei saldi programmatici per il 2022 e gli anni successivi e non modifica il piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine, certifica, ed è un fatto di estrema rilevanza, che la previsione di crescita del nostro PIL nel 2022 resta identica a quella prevista dal DEF. Tutto ciò come ci ricorda l'UPB, potrà essere certificato nella prossima NADEF ma si può già da ora apprezzare la positività delle scelte compiute che oggi consentono al Paese di disporre di nuove risorse senza che ciò determini la necessità di severi percorsi di rientro.

Una sola cosa credo sia opportuno sottolineare, il Governo, come afferma, si appresta a razionalizzare gli stanziamenti previsti dal bilancio dello Stato. Ebbene sì questa operazione il PD chiede che si faccia attenzione ai capitoli di bilancio che andranno "razionalizzati".

Sarà opportuno che si eviti di incidere sui capitoli che riguardano la spesa sociale e tutto ciò che sostiene le famiglie in difficoltà. E lo dico perché questo decreto non sarà esaminato da questa Assemblea ma sono certo che i ministri del PD nel Governo sapranno difendere scelte che anche il parlamento hanno compiuto in questi anni a favore delle marginalità e delle fragilità sociali.

Mi consentirà, Presidente, di condividere la fermezza con la quale il Governo ha resistito agli appelli agli scostamenti che si sono susseguiti di palco in palco in campagna elettorale, abbiamo tutti la consapevolezza delle difficoltà del paese e chiediamo al Governo di fare presto e bene ma abbiamo identica consapevolezza che sarebbe irresponsabile che il paese dia segnali che minerebbero la credibilità così faticosamente conquistata e soprattutto ci farebbero scivolare lungo sentieri, in tema di sostenibilità del debito, già visti nel passato.

La scelta allora resta quella di concentrare tutte le risorse possibili verso chi più di altri soffre la crisi siano esse imprese o famiglie. Ci auguriamo che il Governo faccia presto e bene nella individuazione dell'allocazione delle risorse.

Ci aiuta in questo la stessa previsione delle norme vigenti dove si richiama la necessità di indirizzare le risorse ai soggetti più duramente colpiti dalla crisi. Quando abbiamo affrontato l'emergenza economica e sociale determinata dalla pandemia, scegliemmo di privilegiare la velocità di attuazione delle misure messe in campo, rispetto alla puntualità degli interventi.

Avevamo bisogno che le risorse arrivassero delle tasche dei cittadini e delle imprese il più presto possibile e ciò anche a discapito della precisione degli interventi e fu una scelta saggia. Ora è invece necessario che le misure che verranno adottate siano puntuali ed indirizzate a chi è colpito di più dalla crisi.

Il caro energia va fermato subito per aiutare a pagare le bollette già arrivate ed evitare che ce ne siano altre. Per questo le proposte di intervento avanzate dal PD al Governo in vista del nuovo Decreto Aiuti vanno in più direzioni e sono mirate ad attenuare le ripercussioni della crisi. Innanzitutto, rafforzando le forme di tutela delle famiglie più fragili. In primo luogo, il Governo deve farsi carico di finanziare i costi di un tetto nazionale al prezzo dell'energia elettrica, imponendo un regime di prezzi amministrati per 12 mesi. In secondo luogo, il PD pensa che lo Stato debba dare un segnale forte, andando incontro ai soggetti più vulnerabili.

Ciò, attraverso una "Bolletta della luce sociale": ossia favorendo contratti ad hoc per le famiglie e le piccole imprese in maggiore difficoltà, abbattendo fortemente i costi della materia energetica ormai alle stelle. In terzo luogo, è necessario lavorare sul raddoppio del credito di imposta già previsto in favore di tutte le imprese, ivi comprese quelle energivore.

Ma non solo, anche imponendo per legge alle grandi compagnie di gestione e distribuzione dell'energia di consentire a famiglie e imprese di rateizzare sempre le proprie bollette, concedendo la dilazione anche in presenza di altre rateizzazioni già concesse. Perché ancora oggi uno dei temi più importanti è quello della liquidità.

Mentre i benefici del credito di imposta saranno percepiti tra mesi e mesi, oggi migliaia di aziende rischiano di chiudere definitivamente perché non dispongono di risorse fresche per pagare materialmente le loro bollette. In quarto luogo, un piano di risparmio energetico per contenere i consumi e favorire l'autosufficienza energetica nel breve e nel lungo periodo. Infine, la sfida più importante di tutte: un tetto europeo al prezzo del gas.

Una misura urgente e indispensabile verso cui è necessario far convergere gli sforzi di tutti gli Stati membri.

Come in altre occasioni anche in questa non si esce dalla crisi da soli, una crisi come quella che stiamo vivendo, piena di rischi sia sul fronte della coesione sociale che sul fronte della tenuta del sistema industriale richiede risposte rapide ed efficaci soprattutto a livello Europeo, dal tetto al prezzo del gas su cui non si può attendere ancora, all'adeguamento degli indici della borsa di Amsterdam, al disaccoppiamento, alle scelte comuni per sostenere la liquidità delle imprese al rafforzamento del sistema di garanzia rispetto all'oscillazione dei prezzi.

Ancora una volta l'Europa resta la soluzione e come per il Covid e per l'Ucraina noi abbiamo bisogno di un Europa che sappia decidere bene e presto.