La Camera,
esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (DEF) 2014;
premesso che:
la Nota provvede ad aggiornare le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, nonché gli obiettivi programmatici, rispetto a quelli contenuti nel DEF dello scorso aprile, tenendo conto delle innovazioni metodologiche introdotte dal nuovo Sistema europeo dei conti nazionali (SEC2010);
la Nota fornisce altresì una breve sintesi delle azioni già avviate e del loro stato di attuazione o da avviare in futuro in risposta alle Raccomandazioni rivolte all'Italia l'8 luglio scorso dal Consiglio ECOFIN, sul Programma nazionale di riforma 2014 e sul Programma di stabilità 2014 presentati dall'Italia: tali Raccomandazioni riguardano il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, il miglioramento dell'efficienza del sistema fiscale, l'aumento dell'efficienza della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario, il rafforzamento del settore bancario e il miglior funzionamento del mercato dei capitali, le riforme del mercato del lavoro, la riduzione dei tassi di abbandono scolastico, la rimozione degli ostacoli e delle restrizioni che ancora persistono alla concorrenza, la piena operatività dell'Autorità di regolazione dei trasporti ed il potenziamento della gestione portuale;
per la prima volta, la Nota presenta due scenari: il tendenziale, che incorpora gli effetti delle azioni di politica economica, delle riforme e della politica fiscale messe in atto prima della presentazione della Nota, e il programmatico, che include l'impatto delle nuove misure che saranno adottate con la legge di stabilità 2015; entrambe sono sottoposte alla validazione dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio: lo scenario tendenziale 2014-2015 è stato validato il 29 settembre e il programmatico il 10 ottobre;
considerato che:
per quanto riguarda lo scenario macroeconomico:
nel quadro tendenziale, la Nota presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento del PIL per l'anno in corso (da 0,8 per cento a –0,3 per cento) e per il 2015 (da 1,3 per cento a 0,5 per cento) rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2014, in considerazione dell'andamento recessivo che ha caratterizzato la prima parte dell'anno;
anche per gli anni successivi la Nota espone una revisione verso il basso delle previsioni sulla crescita, in considerazione delle prospettive meno positive della domanda mondiale, che prefigurano un recupero meno accentuato nel medio periodo, stimando una crescita tendenziale pari a 0,8 per cento nel 2016 e superiore all'1 per cento soltanto a partire dal 2017;
il quadro macroeconomico programmatico indica una crescita del PIL superiore di 0,1 punti percentuali nel 2015 e di 0,2 punti percentuali nel triennio successivo;
la Nota rivede in leggero miglioramento la stima del tasso di disoccupazione tendenziale per il 2014, pari al 12,6 per cento (12,8 nel DEF); il tasso si mantiene stabile nel 2015 e nel biennio successivo torna a ridursi fino all'11,8 per cento nel 2018;
l'inflazione programmata viene rivista fortemente al ribasso, allo 0,2 per cento per il 2014, per poi aumentare allo 0,6 per cento nel 2015, valori molto lontani dal target del 2 per cento assegnato alla BCE;
per quanto riguarda l'evoluzione della finanza pubblica:
il peggioramento del quadro macroeconomico rispetto al quadro previsionale contenuto nel DEF 2014 di aprile si riflette sull'evoluzione della finanza pubblica;
per l'avanzo primario la Nota prevede un peggioramento rispetto alle previsioni di aprile (circa 1 punto percentuale di PIL nel 2014 e nel 2015 e 1,5 punti percentuali nel triennio successivo), pur con valori positivi per tutto il periodo (nel quinquennio 2014-2018 il saldo passa dall'1,7 per cento del 2014 al 3,4 del 2018); si osserva invece un consistente miglioramento del trend della spesa per interessi dal 2014 al 2018 rispetto a quello riportato dal DEF (il rapporto sul PIL passa da 4,7 a 4,2 punti percentuali di PIL);
la Nota prevede un indebitamento netto a legislazione vigente del 3 per cento del PIL per il 2014, con un peggioramento rispetto alle previsioni del DEF (2,6 per cento); nel 2015 l'indebitamento netto è pari al 2,2 per cento (a fronte del 2 per cento stimato nel DEF), nel 2016 si riduce all'1,8 per cento, fino allo 0,8 per cento nel 2018, beneficiando della riduzione della spesa per interessi;
l'evoluzione delle entrate finali e della pressione fiscale mostra una sostanziale invarianza; va, tuttavia, rilevato come essa non includa gli effetti della riduzione del cuneo fiscale per i redditi da lavoro medio-bassi (il bonus di 80 euro), contabilizzata come maggiore spesa per trasferimenti alle famiglie, mentre andrebbe più opportunamente riclassificata come minore entrata, così da evidenziarne gli effetti in termini di riduzione della pressione fiscale;
per quanto riguarda gli obiettivi programmatici di finanza pubblica:
l'indebitamento netto programmatico per il 2014 è rivisto al 3 per cento del PIL, rispetto al 2,6 per cento fissato nel DEF, mentre quello del 2015 è fissato pari al 2,9 per cento, superiore al livello previsto nel DEF (1,8 per cento); per il 2016 coincide con quello a legislazione vigente (1,8 per cento) e verrà migliorato di 0,4 punti percentuali nel 2017 e di 0,6 punti nel 2018;
dalla differenza fra gli andamenti tendenziali e il dato programmatico emerge l'intenzione del Governo di effettuare, nel 2015, una manovra di orientamento espansivo pari allo 0,7 per cento del PIL, la più espansiva dal 2001;
analogamente, l'avanzo primario programmatico del 2015 è inferiore di 0,7 punti percentuali al tendenziale (1,6 per cento programmatico contro 2,3 per cento tendenziale);
dopo un 2016 a manovra zero, la manovra programmata nel 2017 e nel 2018 torna ad assumere una direzione correttiva, con un andamento programmatico dell'avanzo primario superiore ai livelli tendenziali (rispettivamente di 0,3 e 0,5 punti percentuali);
per quanto riguarda il pareggio di bilancio strutturale, in considerazione delle circostanze economiche eccezionali, del potenziale impatto negativo sulla crescita (stimato nello 0,9 per cento del PIL) prodotto dalla manovra correttiva necessaria al raggiungimento dell'Obiettivo di medio termine (OMT) e dell'attuazione delle riforme strutturali previste, il Governo intende avvalersi degli spazi di flessibilità previsti dalla normativa europea e nazionale; il raggiungimento dell'OMT (che per l'Italia coincide con l'obiettivo del pareggio di bilancio) viene spostato, rispetto al DEF di aprile, dal 2016 al 2017;
nel 2014 e nel 2015 è programmato un indebitamento netto strutturale pari allo 0,9 per cento del PIL (nel DEF erano programmati valori pari a 0,6 per cento e 0,1), mentre nel 2016 è fissato pari allo 0,4 per cento, con una variazione rispetto all'anno precedente di 0,5 punti percentuali, che prefigura una ripresa della convergenza verso l'OMT;
il rapporto debito pubblico su PIL è previsto al 131,6 per cento nel 2014, valore inferiore rispetto a quello programmato nel DEF (134,9 per cento) principalmente per le revisioni statistiche dovute all'introduzione del SEC 2010, in assenza delle quali sarebbe stato pari al 136,6 per cento; tale rapporto inizierebbe a scendere dal 2016, fino al livello del 124,6 per cento del 2018; la Nota sottolinea come, pur in presenza di valori estremamente elevati, la struttura e la dinamica del debito italiano siano relativamente più favorevoli di quelli di altri paesi, il debito totale (pubblico più privato) è nettamente inferiore a quello di molte grandi economie europee e le famiglie italiane presentano un'elevata ricchezza netta;
valutato che:
l'Area dell'Euro è a un bivio. In assenza di interventi significativi i Paesi Europei rischiano di avvitarsi in una spirale di stagnazione, deflazione e disoccupazione;
la presidenza italiana ha proposto di incentrare la strategia dell'Unione europea sulla crescita e l'occupazione, mediante il rilancio degli investimenti, delle riforme e del mercato interno;
la sola politica monetaria non è sufficiente a rilanciare la crescita, nonostante il cruciale contributo fornito alla stabilità finanziaria, ma è necessario un ruolo più attivo della politica di bilancio e delle riforme strutturali, in un'unica coordinata strategia di stimolo e sostegno della domanda aggregata nel breve termine e di aumento del potenziale dell'economia;
appaiono, pertanto, estremamente condivisibili gli interventi che il Governo intende realizzare e l'azione sugli obiettivi programmatici di finanza pubblica, evitando per il prossimo anno manovre con impatto recessivo sulla dinamica del PIL, dei consumi delle famiglie e degli investimenti;
preso atto del fatto che il Governo considera collegati alla decisione di bilancio i provvedimenti in tema di riorganizzazione della PA, di revisione della spesa e promozione dell'occupazione e degli investimenti nei settori del cinema e dello spettacolo dal vivo e di revisione dell'ordinamento degli enti locali;
vista la risoluzione con la quale, nella seduta odierna, è stata approvata dalla Camera a maggioranza assoluta la Relazione che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di medio periodo (OMT) contenuto nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile,
impegna il Governo
a perseguire gli obiettivi programmatici di finanza pubblica definiti dalla Nota di aggiornamento nell'ambito del periodo di riferimento;
a completare l’iter delle riforme strutturali, con particolare riferimento a quelle riguardanti il mercato del lavoro, la scuola, il sistema fiscale, la pubblica amministrazione, la giustizia civile;
ad utilizzare, fermo restando il rispetto degli impegni assunti in sede europea, tutte le clausole di flessibilità rese disponibili dal Patto di Stabilità e Crescita, al fine di rilanciare la domanda aggregata e la competitività;
a intensificare l'azione di contrasto dell'evasione fiscale favorendo l'adempimento spontaneo degli obblighi fiscali;
a includere tra i provvedimenti collegati alla manovra di finanza pubblica anche il disegno di legge recante «Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro» (A.C. 2660);
a supportare la domanda aggregata e la competitività del Paese, a partire dalla legge di stabilità per il 2015, in coerenza con quanto previsto dalla Nota, mediante l'adozione di misure finalizzate a:
a) la stabilizzazione per l'anno 2015 e successivi del bonus IRPEF per i redditi più bassi, tenendo conto di quanto previsto all'articolo 1 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, in materia di carichi familiari;
b) l'ulteriore riduzione del prelievo gravante sulle imprese, già previsto dal citato decreto-legge n. 66 del 2014, da accompagnare al processo di semplificazione fiscale, in particolare per le PMI, in attuazione di quanto previsto dalla legge di delega 11 marzo 2014, n. 23;
c) il rafforzamento e la maggiore inclusività della rete degli ammortizzatori sociali, attraverso lo stanziamento delle risorse necessarie ad estendere diritti e tutele ai lavoratori attualmente esclusi, e l'attuazione delle misure contro la povertà e l'esclusione sociale previste dalla Nota di aggiornamento e dal disegno di legge delega sul lavoro;
d) lo stanziamento di adeguate risorse per i settori della scuola e della sicurezza;
e) il superamento del Patto di stabilità interno, a partire dai comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti, flessibilizzando le regole per la spesa in conto capitale e creando gli spazi necessari per consentire gli investimenti pubblici;
f) il rafforzamento dell'opera di revisione e riduzione della spesa improduttiva della Pubblica Amministrazione, sia a livello statale che degli enti locali, ivi compresa, una revisione del sistema delle partecipate pubbliche in linea con quanto già previsto dal decreto-legge n. 66 del 2014;
g) l'accelerazione degli investimenti per il contrasto al dissesto idrogeologico mediante l'utilizzo delle risorse disponibili, ivi comprese quelle relative ai fondi strutturali;
h) la proroga per l'anno 2015 degli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica e la ristrutturazione degli immobili, al fine di sostenere sia i settori innovativi della green economy che quello in difficoltà delle costruzioni;
i) l'eventuale revisione della normativa inerente la tassazione immobiliare comunale, garantendo semplificazione e certezza per i contribuenti, autonomia tributaria ai comuni, un sistema armonizzato di agevolazioni sul territorio nazionale per le abitazioni principali.