Data: 
Martedì, 25 Ottobre, 2022
Nome: 
Lia Quartapelle

Grazie, Presidente. Presidente Meloni, lei inizia a governare in uno dei momenti più turbolenti della storia europea del dopoguerra. La brutale aggressione russa contro l'Ucraina richiede ai Governi dei Paesi democratici decisioni difficili, equilibrio e intelligenza nel tutelare l'interesse nazionale all'interno delle alleanze tradizionali. Tutelare l'interesse nazionale significa innanzitutto per il nostro Paese difendere il ruolo dell'Italia come fondatore della costruzione europea e come fondatore della comunità atlantica. Difendere l'interesse nazionale è quello che lei in effetti ha fatto dall'opposizione, quando ha sostenuto la scelta del Governo per contrastare l'aggressione russa in Ucraina, e lo ha fatto anche poche ore fa, quando ha deciso di incontrare il Presidente Macron. Un incontro che forse le è costato qualcosa, perché è dovuta tornare indietro rispetto a un voto, quello del suo gruppo fatto a luglio, contro il Trattato del Quirinale, che è un Trattato che rafforza i legami tra Italia e Francia. Lei sa bene quanto è importante per l'Italia avere un buon rapporto con la Francia. L'Italia è più forte quando collabora e dialoga con i propri alleati, non quando litiga con i propri vicini.

Lei è la prima Presidente del Consiglio italiano a ricevere, tra gli altri, gli auguri di buon lavoro da un partito xenofobo e antieuropeo come AfD o da Marine Le Pen, che è, tra le altre cose, la presidente di un partito che ha ricevuto un prestito da Putin.

Come primo intervento internazionale, ha scelto di essere presente a un convegno del partito franchista spagnolo di Vox. Eppure, come primo incontro internazionale ha deciso, sempre lei, di incontrare il Presidente Macron. Presidente del Consiglio, queste cose non stanno insieme: i colloqui con Macron e le foto con Orbán, le parole del Presidente Fontana sulle sanzioni contro la Russia e il suo convincimento a sostegno dell'Ucraina, le dolci lettere del suo alleato Berlusconi a Putin e le parole giuste e calorose che lei ha speso nel primo colloquio col Presidente Zelensky. Ci spieghi come intende tenere insieme le parole che ha speso questa mattina in quest'Aula, a sostegno della democrazia liberale, con le sue simpatie per Orbán, quello che nel suo Paese ha chiuso i giornali, le radio di opposizione e le università. Ce lo spieghi, perché così è troppo facile fare politica. Prima o poi queste contraddizioni e queste incoerenze risulteranno troppe e, francamente, rischiano di minare l'autorevolezza e la credibilità del suo operato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e rischiano, soprattutto, che lei in questo modo rafforzi i cronici pregiudizi dell'Italia, come quella dei giri di valzer. In Europa, come sa bene, cercano l'Italia perché è un Paese che propone soluzioni, come ha mostrato il Presidente Draghi fino all'ultimo giorno del suo mandato, non perché siamo un Paese che lavora per distruggere. Cercano l'Italia perché è un Paese che sa costruire alleanze, non perché è un Paese che si schiera con quei Paesi che invece vogliono rompere le regole del gioco. Se lei vuole guidare il nostro Paese in modo autorevole e credibile, prima o poi dovrà scegliere Orbán o Macron, AfD o il Governo tedesco. Francamente non le basterà la retorica di un'Europa cattiva che non esiste, non potrà agitare fino all'infinito lo spettro di chissà quali forze esterne, che occulte e malvagie sono lì a valutare il nostro Paese. Prima di tutto, il problema di coerenza è tutto suo e della sua maggioranza, che al suo interno contiene tutto e il contrario di tutto. Mi rivolgo, per suo tramite, Presidente all'onorevole Bagnai. Onorevole Bagnai, chieda un po' al presidente Berlusconi come mai il nostro Paese è rimasto per così tanto tempo dipendente dal gas russo. Qual è stato il Governo che non ha permesso di costruire i rigassificatori di cui noi oggi abbiamo così tanto bisogno? A giudicare dalle parole che, per esempio, ha speso sul COVID, lei ha deciso benissimo come risolvere questo dilemma: schierandosi ancora una volta sulla politica di parte, restando prigioniera del passato e delle logiche di fazione.

Quanto a noi, Presidente, le nostre posizioni, soprattutto sulla politica estera, le conosce, Quando si tratterà di decidere sulla politica estera, noi ci ispireremo alla lezione più grande che ci ha lasciato il Governo del Presidente Draghi, quella dello spirito repubblicano. Sosterremo le decisioni del Governo quando queste difenderanno l'interesse nazionale, come per la solidarietà con l'Ucraina, ma saremo duramente all'opposizione quando voi sceglierete le logiche di parte, piuttosto che il dovere di essere al servizio dell'Italia, e saremo duramente all'opposizione, quando proverete a limitare i diritti, come quello dell'aborto, che per noi non sono e non saranno mai negoziabili.

Un'ultima questione. Sette anni fa in Egitto veniva ucciso un cittadino italiano, Giulio Regeni. Le indagini della magistratura italiana hanno svelato che Regeni è stato torturato e ucciso dalle Forze di sicurezza egiziane. Glielo può raccontare bene il collega Trancassini, con cui abbiamo fatto un lavoro serio in Commissione d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni nella scorsa legislatura. Per questo, Presidente del Consiglio, non si può dire, come ha fatto lei nel corso del primo colloquio con il Presidente egiziano ieri, che bisogna rafforzare la cooperazione con l'Egitto in materia di diritti umani, perché nel caso di Giulio Regeni quella cooperazione non c'è stata. La politica estera italiana, signora Presidente del Consiglio, non è solo difendere gli interessi commerciali del nostro Paese. Il primo dovere di uno Stato è quello di proteggere la vita dei cittadini all'estero. Se non ci si riesce, il secondo dovere è quello di ottenere giustizia: se non lo fa, uno Stato perde credibilità e affidabilità. Un Paese e una Prima Ministra si giudicano anche da come sanno reagire a queste circostanze. Anche su questo la vogliamo vedere a difendere l'onore della nostra Patria (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Misto-Alleanza Verdi e Sinistra).