Presidente, colleghi, Ministro, è molto importante essere qui, nell'Aula della Camera, per fare il punto con il Governo e con tutti i gruppi parlamentari, relativamente al ruolo dell'Italia di fronte al conflitto in Ucraina.
Come Partito Democratico abbiamo sempre chiesto con grande nettezza, fin dall'inizio del conflitto, il costante coinvolgimento del Parlamento. Abbiamo detto a questo Governo che non era con un emendamento in un decreto che si poteva garantire trasparenza verso il Paese e pieno coinvolgimento del Parlamento. Lo abbiamo detto subito in Aula, con il nostro capogruppo in Commissione difesa, il collega Graziano, ed è stato un bene che sia stato ritirato l'emendamento e ci sia ora il decreto.
Oggi, siamo in quest'Aula per votare risoluzioni che indirizzino l'azione del Governo. Come Partito Democratico, fin dai primi giorni della guerra di aggressione scatenata dal regime di Putin, abbiamo detto parole chiare e contribuito in modo determinante a far sì che l'Italia sia stata all'altezza della drammaticità di quello che stava e sta accadendo. Peraltro, sapevamo e sappiamo bene chi era e chi è Putin e quali sono le caratteristiche del suo regime e non abbiamo mai avuto, a differenza di altri, ambiguità nel giudizio politico sugli attacchi alle libertà democratiche all'interno e sulle azioni di aggressione verso l'esterno.
Fin da subito, abbiamo indicato i riferimenti imprescindibili per l'Italia. Il primo: la condanna senza ambiguità dell'invasione russa dell'Ucraina, che ha rappresentato una gravissima violazione del diritto internazionale e sta provocando lutti e sofferenze indicibili alla popolazione civile di quel Paese, fino ai bombardamenti indiscriminati di questi giorni, un'evidente risposta alle difficoltà delle sconfitte che la Russia ha subito nell'ultima fase. Ed è importante, oggi, che ragioniamo anche sulla fornitura di generatori per la popolazione che sta affrontando, senza riscaldamento, un inverno rigidissimo.
Il secondo: il sostegno all'Ucraina su tutti i piani, nell'ambito dell'iniziativa dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica, da quello del diritto all'autodifesa, previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, all'assistenza ai profughi, al sostegno economico e umanitario, alla messa in atto di sanzioni economiche per contribuire a far sì che la Russia cessi l'azione militare.
Abbiamo chiesto e chiediamo il ritiro delle forze d'invasione per il pieno ripristino della sovranità nazionale dell'Ucraina. Voglio ringraziare, qui, gli uomini e le donne delle Forze armate, chi è impegnato nell'associazionismo, nel volontariato, nelle ONG, nelle istituzioni locali, tutti quelli che sono protagonisti delle diverse iniziative che l'Italia ha messo in campo.
Il terzo: la solidarietà verso quei cittadini russi che hanno il coraggio di manifestare contro la guerra di Putin, esponendosi a rischi personali e alla brutale repressione del regime (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Oggi, il Governo russo sta mandando al fronte giovani militari di leva, esponendoli, spesso senza gli equipaggiamenti necessari, al dramma della guerra.
Poi, certamente, ricordo la ricerca testarda di ogni prospettiva di pace, di riapertura del dialogo e di un immediato cessate il fuoco. È importante che l'Italia con tutta la sua autorevolezza e credibilità lavori in tutti i contesti, perché ogni spiraglio che si apre per conquistare la pace non venga trascurato.
Avere sostenuto e continuare a sostenere l'Ucraina di fronte all'invasione russa e lavorare per la pace sono due priorità fra loro strettamente legate. È per questo che, oggi, è fondamentale confermare tutti gli impegni assunti dall'Italia nel quadro dell'azione multilaterale, a partire dall'Unione europea e dall'Alleanza atlantica. Se oggi rinunciassimo a sostenere l'Ucraina non renderemmo più vicina una prospettiva di pace, ma al contrario daremmo forza all'aggressione russa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Non possiamo sottovalutare la gravità e la drammaticità di quello che è accaduto e che sta accadendo. L'aggressione russa all'Ucraina rappresenta la scelta della guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, che l'Italia ripudia, come sta scritto in uno degli articoli più belli della nostra Carta costituzionale, che mi ha fatto piacere sentire citare dal Ministro, in apertura del suo intervento.
L'invasione dell'Ucraina porta con sé il rischio concreto di un'escalation e di un allargamento del conflitto e ha comportato gravissime conseguenze economiche e sociali per tutti i popoli del mondo. Noi guardiamo giustamente alle conseguenze in Italia e lavoriamo per governarle, ma se guardiamo un poco oltre i nostri confini c'è il dramma di un'emergenza alimentare che stanno pagando e pagheranno i popoli dei Paesi più poveri.
Si torna persino a parlare del possibile uso di armi nucleari nel nostro continente. Non ci sono alibi per la gravissima responsabilità che porta il regime russo, che ha evidentemente sottovalutato il coraggio del popolo ucraino, che sta difendendo la propria indipendenza, e la capacità di reazione della comunità internazionale.
Tutto questo l'abbiamo scritto con chiarezza nella mozione a prima firma Serracchiani, approvata recentemente in quest'Aula, che abbiamo ripreso nel testo della risoluzione che abbiamo presentato in questa occasione.
In particolare, abbiamo sottolineato come in questi giorni si siano riaperte le prospettive di un percorso di dialogo.
Chiediamo, quindi, al Governo italiano di essere protagonista del percorso diplomatico avviato anche da Francia e Stati Uniti, auspicando di poter ospitare, un giorno, proprio a Roma, una futura conferenza di pace, mettendo in campo da subito le iniziative utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, anche in linea con gli orientamenti emersi nell'ultimo incontro del G20.
Occorre tornare in Europa a un contesto di sicurezza condivisa, basata sul rispetto del diritto internazionale e della sovranità di tutti i Paesi, sul disarmo e sulla cooperazione internazionale. Per la stessa prospettiva di crescita del progetto dell'unità europea non possiamo accettare l'idea di una nuova guerra fredda che divida il mondo. Proprio l'Europa è chiamata a far vivere l'idea di un assetto internazionale basato sul rispetto reciproco, anche quale condizione per affermare sempre di più, in ogni Paese, il rispetto dei diritti umani. L'Italia è chiamata a essere protagonista nel contesto internazionale con la stella polare dei valori di libertà, democrazia, pace e giustizia sociale della nostra Carta costituzionale, che sono le basi dell'Europa unita. Per questo, oggi, permettetemi un accenno che non riguarda le risoluzioni che stiamo per votare; voglio manifestare tutto il mio sostegno e tutta la solidarietà del Partito Democratico a chi in Iran si sta battendo per la libertà delle donne e di tutti gli iraniani (Applausi), nelle ore in cui assistiamo alla barbarie dell'impiccagione pubblica di oppositori al regime degli Ayatollah.
Presidente, colleghi, concludo. Nella nostra risoluzione abbiamo ribadito con chiarezza e nettezza la posizione del Partito Democratico. Auspichiamo che nel voto delle risoluzioni si realizzi il massimo di unità nel nostro Parlamento fra le diverse forze politiche, una condizione molto importante per rendere più forte ed efficace l'azione dell'Italia e per continuare ad essere all'altezza delle nostre responsabilità internazionali e dei valori che ci uniscono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).