A.C. 705
Gentile Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, prima di entrare nel merito della disamina del decreto-legge n. 162, vale la pena soffermarsi su quanto questo provvedimento sia, in realtà, il cavallo di Troia utilizzato da questo Governo per affrontare temi di grande rilevanza, che vanno dall'ergastolo ostativo al reintegro dei medici no-vax. Un contenitore di norme tanto diverse ed eterogenee tra loro, Presidente, che ci porta ad interrogarci sul principio di omogeneità del decreto stesso, rivelatosi, tra l'altro, del tutto privo dei principi di necessità ed urgenza. Eravamo abituati a sentire la Meloni, la Presidente Meloni, la scorsa legislatura, scagliarsi contro il ricorso ai decreti-legge, definiti come un abuso, più volte in quest'Aula definiti come un abuso. Non siamo, tuttavia, stupiti dal fatto che abbia rivisto le sue posizioni, tanto da licenziarne addirittura 9 nei primi 2 mesi del suo Governo; praticamente, uno ogni 10 giorni.
Anche se l'attività emendativa della Commissione giustizia ha corretto le più evidenti e pericolose storture presenti nella norma, oggi siamo chiamati ad esaminare un testo che ci lascia profondamente contrari, un decreto Rave, in cui la parola “rave” non viene mai nominata, in cui, attraverso un decreto-legge si istituisce una nuova fattispecie di reato, introducendo nel codice penale, all'articolo 633-bis, il nuovo reato di invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l'incolumità pubblica, collocato all'interno dei delitti contro il patrimonio e deprivato del pericolo per l'ordine pubblico e del numero minimo dei partecipanti. Sono, in sostanza, delineati i contorni di una fattispecie che, per come è stata riformulata, difficilmente troverà applicazione; reato che viene punito con pene che vanno dai 3 ai 6 anni di reclusione e con una multa fino a 10 mila euro per chiunque organizzi l'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento. Per dirla con le parole di alcuni illustri costituzionalisti, un provvedimento inutile, irragionevole e dannoso. Pericoloso, perché permangono margini di incertezza che potrebbero far sì che la norma venga applicata non soltanto ai rave, ma anche a semplici feste; irragionevole, perché rispetto a fattispecie analoghe, punisce con pene spropositate.
E', infine, inutile, perché nel nostro ordinamento già esistono norme che intervengono a tutela della proprietà privata in caso di rave party, come si è visto nel caso di Modena. Un provvedimento inutile che dimostra solo una tentazione autoritaria di questo Governo. Il Ministro Nordio, qualche settimana fa, ha detto che una legge scritta bene è una legge di facile applicazione, io sono molto d'accordo con questa sua affermazione e spero si voglia rivedere l'impianto di questa norma, scritta male e, appunto, di difficile applicazione, perché quanto fatto sinora non è assolutamente sufficiente.
Ma il suo vero volto il Governo lo dimostra sul tema della sanità all'interno di questo decreto assistiamo al reintegro in servizio del personale sanitario no-vax, al rinvio delle multe ai non vaccinati, allo stop del green pass nelle RSA e negli ospedali e allo stop del tampone per uscire dall'isolamento; viene determinata, fino al 30 giugno 2023 la sospensione delle attività e dei procedimenti di irrogazione della sanzione nei casi di inadempimento dell'obbligo vaccinale per COVID-19, un vero e proprio condono sanitario per tutti coloro che non avevano rispettato l'obbligo di vaccinarsi, parliamo di quasi 2 milioni di sanzioni rinviate; approvare, all'articolo 7, l'anticipo dell'obbligo vaccinale al 2 novembre per i medici e per tutto il personale sanitario e socioassistenziale determina la riammissione in servizio di tutti coloro che non rispettarono gli obblighi vaccinali dettati dallo scorso Governo. Il reintegro dei medici no-vax sospesi e la sospensione delle sanzioni pecuniarie al 30 giugno 2023 è uno schiaffo in faccia alla silenziosa strage dei camici bianchi che nel 2021 chiesero, a gran voce, di non essere chiamati eroi, ma pretendevano fatti concreti per tutelare la loro salute, rivendicavano la vaccinazione per tutti i medici. Sono scelte, queste, che strizzano l'occhio alle piazze no-vax. È un provvedimento privo di qualsiasi argomento scientifico e organizzativo. Insomma, il messaggio mi pare abbastanza chiaro: il Governo che dice di pretendere regole serie e severe per i rave party è lo stesso che reintegra e liscia il pelo a quelli che le regole non le hanno rispettate, a scapito dell'intera comunità.
Governare, soprattutto se si hanno i numeri e l'ambizione di essere un Governo di legislatura, significa guidare i cambiamenti, e non inseguirli sull'onda di spinte emotive. Soprattutto l'attività legislativa – e, a maggior ragione, la decretazione d'urgenza - non può essere dettata da ragioni di immagine o di comunicazione, che è esattamente quello che avete fatto voi approvando una norma talmente confusa da doverla in gran fretta correggere, per dare una risposta affrettata su di un rave party che, nel frattempo, veniva gestito e risolto con le norme vigenti.
Abbiamo avuto un assaggio delle tante promesse della campagna elettorale che sono state disattese ed edulcorate nella legge di bilancio, dalla flat tax all'aumento delle pensioni minime, dai tagli alla sanità pubblica e alla scuola, fino alla scelta sciagurata di non sostenere il salario minimo.
Questo è il Governo che abbiamo di fronte, quello che sceglie come priorità di aprire la caccia ai cinghiali in città. Siete partiti con un misto di approssimazione e arroganza, ma vale la pena citare un antico adagio delle contadine molisane: l'arroganza arriva a cavallo e torna a piedi.