Dichiarazione di voto finale
Data: 
Venerdì, 30 Dicembre, 2022
Nome: 
Vinicio Giuseppe Guido Peluffo

A.C. 705

Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghi deputati, io intervengo per dichiarare il voto contrario al disegno di legge, atto Camera n. 705, di conversione in legge del decreto-legge n. 162 del 2022. Vede, Presidente, per quanto suoni burocratico e di lunga esecuzione il riferimento numerico, mi sembra il modo più corretto, non solo formalmente, per riferirsi all'atto del Governo. Non utilizzo la denominazione giornalistica di “decreto Rave” perché, per quanto suggestiva e indubbiamente più rapida, mi pare sinceramente fuorviante. Il decreto contiene, infatti, interventi di natura molto diversa tra di loro e presenta gravi ed evidenti vizi di legittimità, lo abbiamo detto nell'illustrazione delle pregiudiziali di costituzionalità che abbiamo sottoposto al voto di quest'Aula.

E voglio qui riprendere, perché utile al ragionamento di carattere politico più generale, alcune parole del senatore Giorgis che, nel suo intervento nell'altro ramo del Parlamento, ha tenuto unito il punto di vista del parlamentare e del giurista. Innanzitutto, il decreto appare carente del fondamentale requisito dell'omogeneità, così come delineato dalla giurisprudenza ormai consolidata della Corte costituzionale. Fin dalla sentenza n. 22 del 2012, la Corte ha chiarito che il decreto-legge, adottato per far fronte a casi straordinari di necessità e urgenza, deve perciò stesso presentare un fondamentale requisito di omogeneità, consistente nell'essere le disposizioni del decreto, seppur diversificate tra di loro, tutte riconducibili a un medesimo, singolo caso di necessità e urgenza. In particolare, nella richiamata sentenza, la Corte ha sottolineato che il presupposto del caso straordinario di necessità e urgenza riguarda sempre e soltanto il provvedimento inteso come un tutto unitario, un atto normativo fornito di intrinseca coerenza, anche se articolato e differenziato al suo interno, e che, pertanto, la scomposizione atomistica delle condizioni di validità prescritte dalla Costituzione si pone in contrasto con il necessario legame tra il provvedimento legislativo urgente e il caso che lo ha reso necessario, trasformando il decreto-legge in una congerie di norme assemblate soltanto da mera casualità temporale. È difficile dare torto, come avete fatto voi, colleghi della maggioranza, con il vostro voto contrario alle pregiudiziali, a queste argomentazioni.

E' evidente anche a voi quanto sia difficile individuare un collegamento stringente tra le diverse disposizioni contenute nel decreto-legge e sostenere che esse siano volte a fare fronte a un singolo caso straordinario di necessità e urgenza.

Gli articoli da 1 a 4 intervengono sulla disciplina della concessione dei benefici penitenziari ai condannati di reati cosiddetti ostativi. L'articolo 5 introduce invece una nuova fattispecie di reato, quella di invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico, l'incolumità pubblica o la salute pubblica. Lo stesso si dica per le questioni trattate dall'articolo 6 - che differisce al 31 dicembre 2022 l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 150 del 2022, di attuazione della delega per la riforma del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa - o dall'articolo 7, che contiene infine disposizioni in materia di obblighi di vaccinazione anti COVID-19. Il decreto-legge disciplina materie molto diverse tra loro, il cui legame non risulta dal contenuto delle disposizioni, né viene in alcun modo reso esplicito o chiarito in sede di premesse. Esso si presenta proprio, secondo le parole della Corte, quale congerie di norme assemblate soltanto da mera casualità temporale, con ciò violando l'articolo 77, comma 2, della Costituzione. Basterebbe questo, Presidente, a motivare la dovizia di impegno delle opposizioni nel contrasto di questo atto, ma è sui contenuti sbagliati che si concentra la reazione ferma, che ci ha condotto ad utilizzare tutti i tempi messi a disposizione dal Regolamento della Camera. Molti colleghi del gruppo del PD si sono soffermati sulla formulazione dell'articolo 5. Mi trovo molto d'accordo con le argomentazioni, a cui rimando e, per motivi di tempo, mi soffermo soltanto sui contenuti dell'articolo 7, che sono particolarmente significativi in materia sanitaria e di prevenzione della diffusione della pandemia da COVID-19. Il decreto-legge in esame interviene come se la pandemia fosse già finita, come se non ci fossero rischi di varianti capaci di cambiarne, ancora una volta, l'andamento. Mi sembra questo quantomeno poco prudente in generale e in riferimento ai provvedimenti che lo stesso Governo ha deciso di adottare ieri, con l'obbligo di tampone per i passeggeri in arrivo con voli aerei dalla Cina, Paese dove la pandemia COVID-19 non appare terminata, anzi vive una fase di recrudescenza per il fallimento delle cosiddette politiche zero COVID, per la minore efficacia dei vaccini adottati rispetto a quelli occidentali e che oggi affronta un alto rischio di nuove mutazioni del virus. Appare quindi particolarmente insensata la scelta del Governo, che prevede il venir meno dell'obbligo vaccinale contro il COVID-19 per i lavoratori che operano nei settori sanitari, sociosanitari o socioassistenziali dal 2 novembre 2022, nonché la sospensione dell'entrata in vigore fino al 30 giugno 2023 delle attività e dei procedimenti di erogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie pari a 100 euro previste per l'inadempimento dell'obbligo vaccinale per alcune categorie lavorative. Nonostante il calo dei contagi, il COVID-19 circola ancora in maniera preponderante tra la popolazione, mettendo a rischio la vita di anziani e fragili e una sua eventuale mutazione e recrudescenza rimane imprevedibile. Per tale motivo, è necessario tenere alta la guardia e mantenere in vita - come abbiamo proposto con diversi ordini del giorno, che avete bocciato nella notte di ieri -, in alcune situazioni specifiche e in ragione dell'evolversi dell'andamento pandemico, misure di sanità pubblica, dalle mascherine al distanziamento interpersonali, strumenti fondamentali per la tutela della salute personale e dell'intera comunità. Guardate, colleghi della maggioranza, non si tratta di un approccio ideologico, secondo l'accusa di chi al contrario trasforma le scelte di salute pubblica in terreno di scontro politico, ma si tratta di un approccio pragmatico, che guarda l'andamento del diffondersi dei contagi e si affida alla scienza per individuare le scelte più adatte a contenerle e prevenirle.

Le misure introdotte invece con questo provvedimento vanno tutte nella direzione opposta: la fine dell'obbligo vaccinale ed il reintegro dei lavoratori (in particolare di coloro che lavorano in ambito sanitario, sociosanitario e socioassistenziale), l'abolizione dell'utilizzo del green pass quale requisito per l'accesso o per l'uscita temporanea dalle strutture, quali RSA, hospice, strutture riabilitative e residenziali.

Presidente, se ho concluso il mio tempo, mi consenta di chiederle l'autorizzazione alla consegna alla Presidenza del testo integrale del mio intervento. Un'ultima considerazione per poter concludere il mio intervento: con questo decreto, il Governo e la maggioranza di Governo vogliono strizzare l'occhio ai no-vax e lisciare il pelo a quegli elettori a cui per mesi avete detto che il problema non era il virus, ma chi cercava di contrastarlo con politiche di salute pubblica prudenti ed efficaci. Oggi la cronaca vi riporta alla realtà, alla fatica di governare la complessità, all'impossibilità di liquidare tutto con un “me ne frego”, come ha fatto la seconda carica dello Stato, in un'intervista di ieri sui quotidiani. Questo Governo e la forza politica di maggioranza relativa hanno un evidente problema di cultura politica, insufficiente e inadatta, come dimostrano la manovra di bilancio e questo decreto, che siete ancora in tempo a far decadere. Mancano poche ore alla decadenza, lasciatele trascorre senza forzature per approvarlo! Fate un favore al Paese e a voi stessi! Risparmiateci un atto in cui prevalgono scelte profondamente sbagliate.