La Camera,
premesso che:
le società a partecipazione pubblica costituiscono una realtà rilevante nell'economia nazionale contribuendo in via prioritaria al soddisfacimento di interessi pubblici di carattere generale;
alcune società a partecipazione pubblica rappresentano realtà industriali di particolare importanza operanti in settori in prevalenza di interesse generale, che richiedono livelli di investimento e prestazione elevati che il settore privato non sempre è in grado di assicurare pienamente;
lo Stato, in particolare tramite il Ministero dell'economia e delle finanze, detiene la partecipazione diretta, di maggioranza o controllo, di società operanti in settori strategici;
negli ultimi anni, attraverso successivi interventi normativi, sono state previste, per le società controllate dal Ministero dell'economia e delle finanze, numerose misure finalizzate al perseguimento di obiettivi di economicità della gestione nonché a garantire la correttezza, la trasparenza e la migliore funzionalità degli organi sociali;
per tutelare ulteriormente il perseguimento degli interessi pubblici, la corretta gestione delle risorse e la salvaguardia dell'immagine del socio pubblico, è altresì necessario assicurare la massima trasparenza e qualità delle procedure di designazione dei componenti degli organi sociali, garantendo il rispetto dei requisiti di onorabilità e di professionalità degli amministratori;
con la mozione Tomaselli e altri (1-00060) sui criteri di nomina degli amministratori delle società quotate e non quotate controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, approvata a larghissima maggioranza dal Senato il 19 giugno 2013 e fatta propria dal Governo in una successiva direttiva del Ministero dell'economia e delle finanze del 24 giugno e, da ultimo, la risoluzione approvata l'8 aprile 2014 dalla 10a Commissione del Senato (7-00096), il Parlamento ha inteso esercitare il proprio ruolo di indirizzo generale e di controllo specifico su come lo Stato esercita il suo ruolo di azionista;
il processo di selezione sin qui messo in atto dal Governo risulta coerente con i criteri definiti dal Parlamento e dal Governo,
impegna il Governo:
a confermare, in coerenza con gli indirizzi definiti dal Parlamento e dal Governo, i criteri sinora adottati nella formazione delle liste per i consigli di amministrazione delle società nelle quali il Ministero dell'economia e delle finanze esercita, direttamente o indirettamente, il controllo di diritto o di fatto, avendo particolare cura di evitare situazioni di conflitto di interesse e di garantire le massima trasparenza delle procedure;
a subordinare l'eventuale riconferma dei presidenti e degli amministratori delegati uscenti alla valutazione del ruolo di ciascuno e dei risultati della società sul piano industriale, su quello della remunerazione del capitale investito dall'azionista, nonché sui risultati dei bilanci di sostenibilità, e in ogni caso avendo come limite massimo quello di tre mandati;
a trasmettere al Parlamento una relazione annuale sull'andamento della società, controllate direttamente o indirettamente dal Ministero dell'economia e delle finanze, in relazione al mandato ricevuto;
a confermare la scelta di ridurre le retribuzioni lorde totali (comprensive delle parti fisse e variabili, di eventuali stock optione stock grant nonché dei trattamenti di fine rapporto) di chi sia designato a ricoprire le cariche di presidente ed amministratore delegato, sulla base di un forte principio di progressività e, per il futuro, a legare l'eventuale miglioramento dei compensi dei capi-azienda al proporzionale miglioramento sostenibile dei salari;
a esigere da chi sia designato amministratore delle società a operare affinché i consigli di amministrazione di queste stesse società rendano note in una relazione allegata al bilancio annuale, in base ai criteri individuati con provvedimento del Ministro dell'economia e delle finanze, le spese per pubblicità, sponsorizzazioni e liberalità indicandone i beneficiari;
a valorizzare, senza ulteriori oneri a carico del bilancio dello Stato, la direzione del Ministero dell'economia e delle finanze preposta al controllo delle partecipazioni azionarie dello Stato in relazione ai mandati assegnati e nel rispetto delle norme sulle incompatibilità di cui al decreto legislativo n. 39/2013, anche istituendo, all'interno della direzione, delle specifiche unità di valutazione dei risultati delle aziende.