14/02/2023
Emiliano Fossi
2-00071

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   la figura professionale del «ciclofattorino» (rider) comincia a comparire nel nostro paese nel corso del 2015;

   secondo gli ultimi dati delle associazioni di categoria i rider attualmente in Italia sono oltre 60 mila;

   si tratta di numeri in crescita e che si inseriscono nell'aumento complessivo delle «consegne a domicilio» registrato negli ultimi anni anche nel nostro paese ed incentivato non solo dalla pandemia ma da nuovi modelli di vita e di società;

   gli acquisti online soltanto per il food delivery valgono infatti 1,8 miliardi di euro (aumento del 20 per cento rispetto al 2021). Gli ordini complessivi sono poco più di 65 milioni (erano 54 milioni nel 2021);

   anche la composizione sociale dei rider sta mutando rapidamente: nata come occupazione part time sta diventando un impiego da reddito principale;

   la normativa nazionale attribuisce ai riders tutele differenziate a seconda che la loro attività sia riconducibile alla nozione generale di etero organizzazione, di cui all'articolo 2 del decreto legislativo numero 81 del 2015, ovvero a quella di lavoro autonomo di cui all'articolo 47-bis del medesimo decreto legislativo, ferma restando la possibilità che l'attività sia invece qualificabile quale prestazione di lavoro subordinato ai sensi dell'articolo 2094 del codice civile;

   vi sono quindi attualmente in Italia due modelli contrattuali:

    il 16 settembre 2020 è stato stipulato il contratto collettivo nazionale tra Assodelivery (Confindustria) ed Ugl Rider qualificando la prestazione dei rider come autonoma;

    a marzo 2021 viene firmato l'accordo tra Just Eat (uscito quindi da Assodelivery) con Cgil, Cisl e Uil e che riconosce i rider come lavoratori dipendenti inserendoli in una sezione appositamente creata del comparto della logistica;

   il 90 per cento del servizio del food delivery rimane attualmente svolto nella forma della collaborazione autonoma, come da contratto collettivo nazionale del 16 settembre 2020;

   sulla illegittimità del contratto collettivo nazionale tra Assodelivery (Confindustria) ed Ugl Rider si sono espressi alcuni tribunali:

    il 30 giugno 2021 il Tribunale di Bologna che ha intimato a Deliveroo Italy di astenersi dall'applicarlo ai propri rider;

    il 24 novembre 2021 il Tribunale di Firenze ha riconosciuto che tale accordo mina le fondamenta del contratto collettivo perché sottoscritto da una sigla sindacale non rappresentativa;

    il 29 novembre 2022 il Tribunale del lavoro di Milano ha obbligato Glovo ad assumere un lavoratore appena licenziato e con un contratto a condizioni migliori;

   in questo contesto va aggiunto che la Corte di cassazione, con la sentenza 24 gennaio 2020, numero 1663, aveva già riconosciuto come la disciplina del lavoro subordinato vada estesa ai rider;

   anche alla luce della suddetta giurisprudenza, andrebbe verificata attentamente la piena legittimità dei rapporti di lavoro applicati a larga parte degli attuali rider;

   tale settore è quindi ancora caratterizzato da un elevatissimo livello di precarietà che si ripercuote non solo dei diritti dei lavoratori ma anche sulla stessa sicurezza di tali addetti;

   negli ultimi mesi sono sei i rider deceduti in incidenti stradali: William De Rose a Livorno, Giuseppe Cannavacciuolo ad Angri (provincia di Salerno), Roman Emiliano Zapata a Preganziol (in provincia di Treviso), Sebastian Galassi a Firenze, Muralidharan Abhishek a Roma; Elvis Munyi Kiiru a Roma;

   per quanto riguarda diritti e tutele sono in aumento i casi di soprusi denunciati dai sindacati ai danni dei lavoratori: soltanto nei giorni scorsi (a fine gennaio 2023) a Livorno un rider è stato licenziato con un SMS dopo tre anni di collaborazioni e la motivazione sarebbe la contestazione unilaterale da parte dell'azienda (Deliveroo);

   il decreto legislativo numero 81 del 2015 ha inoltre istituito anche un Osservatorio permanente presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, presieduto dal Ministro o da un suo delegato e composto da rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori designati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale;

   tra le funzioni di tale Osservatorio vi è anche quella di proporre revisioni alla normativa vigente in base all'evoluzione del mercato del lavoro e della dinamica sociale (articolo 3 del decreto ministeriale n. 131 del 2020) –:

   quali siano le proposte di revisione alla normativa vigente evidenziate dall'Osservatorio permanente di cui al decreto legislativo numero 81 del 2015;

   se non ritenga necessario intraprendere iniziative normative urgenti, coinvolgendo le associazioni sindacali e le imprese del settore, al fine di aggiornare l'attuale disciplina nazionale sui rider rendendola compatibile con le indicazioni della giurisprudenza e garantire conseguentemente ai lavoratori coinvolti stipendi adeguati al costo della vita, maggiori diritti e tutele;

   se non ritenga necessario adottare iniziative normative volte a prevedere, di concerto con gli altri Ministri competenti, una disciplina adeguata al fine di tutelare la salute dei rider con particolare riguardo ai profili legati alla sicurezza stradale.