Grazie, Presidente. Con queste mozioni ci occupiamo di prefigurare un riordino, una razionalizzazione del sistema dei bonus edilizi. Lo dobbiamo fare per affrontare insieme una situazione di emergenza che, grazie al decreto del Governo, si è venuta a creare. Lo faremo con gli emendamenti che stanno presentando direi quasi tutte le forze politiche, a riprova di quanto il decreto sia stato inappropriato. Lo faremo, ma oggi vorrei insistere su un aspetto di prospettiva, a cominciare da questo fatto: una cosa che del superbonus credo sia incontrovertibile è che, con lo sconto in fattura e la cessione del credito, si è data la possibilità anche ai redditi più bassi di partecipare al sistema delle detrazioni.
Questo elemento - che definirei una componente della transizione ecologica - è importante, perché non c'è transizione ecologica se non riusciremo a garantire anche misure di giustizia sociale. Per cui, vorremmo che, in questo tentativo di riordino e di risistemazione, il primo aspetto da salvaguardare fosse proprio questo dell'attenzione anche alle fasce di reddito, in modo che ci sia equità tra i proprietari e la possibilità poi di fare queste ristrutturazioni per il risparmio energetico. Abbiamo bisogno quindi di questo riordino, abbiamo bisogno di rivedere i tetti delle detrazioni e di stabilire importi impegnati ogni anno, anche alla luce di quanto è capitato adesso con il decreto del Governo.
Il secondo aspetto da salvaguardare è quello di concentrare le risorse sulle classi energetiche G ed F, in particolare nei condomini e nell'edilizia popolare pubblica e privata, sulle ristrutturazioni, demolizioni e ricostruzioni antisismiche nonché sull'eliminazione delle barriere architettoniche.
A noi questi indirizzi paiono importanti, anche alla luce del fatto che dovremmo recepire la direttiva europea sulle case green, approvata dal Parlamento europeo con il voto contrario di questo Governo, ma che comunque richiede un impegno di finanziamento anche dell'Europa per riuscire ad attuare queste misure.
Credo sia importante avere la consapevolezza fra di noi che servirà un piano nazionale di attuazione - anche alla luce delle controversie che abbiamo avuto sulle misure del superbonus - adeguato e articolato nel tempo e negli obiettivi. Articolato nel tempo, perché, senza un insieme di misure, non basterà certo il sistema degli incentivi edilizi a raggiungere i traguardi di lotta all'inquinamento e di risparmio energetico, che condividiamo con l'Europa; articolato nelle modalità, perché servirà una politica industriale del settore edilizio che privilegi le filiere produttive dell'edilizia e abbia attenzione ai materiali. Servirà un sistema di incentivi anche urbanistici, oltre ad un rapporto adeguato con il privato, per le attuazioni necessarie, ma soprattutto servirà la consapevolezza fra di noi che dobbiamo programmare la crescita e lo sviluppo del nostro Paese. Servirà un finanziamento statale importante per le aree periferiche e le aree interne del nostro Paese, prevedendo anche sovvenzioni dirette per le fasce più deboli e le situazioni compromesse dal dissesto idrogeologico.
Dunque, rispetto a questo scenario, ci troviamo invece oggi a discutere del blocco imposto dal Governo con il decreto n. 11 che ha creato un'altra situazione di emergenza e di allarme per i cittadini interessati, le imprese e l'occupazione nel settore. Mentre discutiamo di buchi di bilancio e di eventualità di deficit, smentita da tutte le fonti tecniche interessate, credo sia importante a questo punto, come cerca di fare la nostra mozione, chiedere al Governo questi impegni: risolvere con urgenza il problema dei cosiddetti crediti incagliati, ossia quelli comunicati all'Agenzia delle entrate e non ancora utilizzati; riaprire, con capacità di mirare e selezionare, l'opzione dello sconto in fattura e della cessione del credito secondo parametri che tengano conto del reddito del beneficiario e delle esternalità positive dell'intervento, come nel caso dei condomini e degli immobili con classe energetica più bassa; prorogare la scadenza per l'invio dell'opzione di cessione del credito all'Agenzia delle entrate per le spese effettuate al 31 dicembre 2022 al fine di salvaguardare i soggetti che affrontano difficoltà nella cessione dei crediti. Dobbiamo, inoltre, procedere al riordino e alla razionalizzazione degli incentivi, dando una stabilità, non contingente e prorogabile di continuo, alle misure per un periodo congruo a consentire una programmazione degli interventi, anche per una gestione ordinata degli effetti delle misure approvate in sede europea con la direttiva Case green. Bisogna prevedere che tali strumenti siano commisurati a criteri di efficacia e di equità, tenendo conto dell'utilità per la collettività dell'intervento - quindi, dando priorità sul tipo di immobili - e tenendo in particolare considerazione i casi del sisma bonus e delle zone colpite dai terremoti, dell'efficientamento energetico degli immobili con più basse prestazioni, dell'abbattimento delle barriere architettoniche e delle caratteristiche del beneficiario - ripeto - a partire dai redditi più bassi, dagli edifici adibiti ad edilizia residenziale pubblica, che spesso coincidono con quelli abitati da famiglie in condizioni di povertà, dal Terzo settore.
Se fossimo sereni e onesti fra di noi, dovremmo dirci tutti, maggioranza e opposizione con parti invertite, che questo superbonus è stato varato con il consenso generale del Parlamento che ci ha preceduto, anzi con richieste da parte dell'allora opposizione di aumentare gli incentivi, non di tagliarli. Affrontiamo, quindi, questa discussione nel merito cercando di rimediare agli effetti di questo decreto, ma, soprattutto, cercando di sollevare da una situazione veramente difficile le imprese e i cittadini che si vedono coinvolti in questo blocco repentino, non discusso preventivamente, al quale insieme stiamo cercando di dare rimedio.