Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghi, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato, a settembre 2015, l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, composta da 17 obiettivi. Di questi, l'obiettivo 11 consiste nel rendere le città e gli insediamenti urbani umani, inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili ed è articolato in dieci punti, che vanno dall'assicurare a tutti alloggi adeguati e accesso ai trasporti pubblici fino ad una urbanizzazione inclusiva e sostenibile, alla tutela del patrimonio culturale e naturale nonché alla salvaguardia delle città dai cambiamenti climatici. All'interno di uno spazio urbano, le periferie rappresentano sicuramente la situazione urbanistica e sociale più complessa e di maggiore criticità. Non necessariamente si tratta delle aree geograficamente periferiche. Come abbiamo visto anche nelle audizioni e nei sopralluoghi svolti dalla Commissione nella XVII legislatura, a volte sono i centri urbani degradati ad assumere le caratteristiche di periferie, relativamente ai fenomeni di criticità sociale e criminalità. Le periferie sono una realtà articolata, certamente caratterizzata da situazioni di degrado e criminalità rispetto alle quali è fondamentale approfondire anche le occasioni di analisi e di conoscenza dei fenomeni in essere. Ma i fenomeni da approfondire non sono solo questi. Le periferie sono anche luoghi in cui, per lo spazio disponibile e per la prossimità a grandi reti stradali, per scelta si localizzano numerose attività produttive, anche di grandi dimensioni, nonché centri commerciali, logistici, industriali e di ricerca e innovazione. Sono il risultato di un processo di urbanizzazione residenziale che ha avuto inizio decennio or sono, con immobili di vaste dimensioni pensati come dormitori per una popolazione di fascia medio-bassa, in termini economici, nonché luoghi circoscritti ai margini della città dove far risiedere persone non completamente integrate nella società o considerate un pericolo per la tranquillità della stessa.
Da alcuni anni, a causa del costo della vita, unito a basi stipendiali sostanzialmente rimaste immutate, a un mercato del lavoro mutevole e non stabile nonché all'alto costo per l'acquisto di un'abitazione in un'area centrale delle città e alla scarsità e alle difficoltà del mercato dell'affitto, si registra sempre di più la presenza di altre tipologie di residenti, spesso appartenenti al ceto medio. La riqualificazione di queste aree è necessaria per migliorare la qualità di vita dei residenti, offrendo loro servizi, un efficace controllo da parte delle Forze dell'ordine, scuole, aree verdi e palazzi condominiali che non rappresentino, nella loro forma e ampiezza, il segnale più evidente che si è in un'area di minor benessere sociale e di maggiore emarginazione. Peraltro, uno dei compiti della Commissione sarà valorizzare e far conoscere gli esempi virtuosi di politiche pubbliche e di esperienze del mondo dell'associazionismo. L'insediamento periferico, non adeguatamente presidiato con servizi pubblici funzionali, determina una flessione negativa della sicurezza, dell'ordine pubblico e dell'integrazione della popolazione che viene a vivere e a lavorare qui da altre aree del mondo. Tutto ciò facilita la nascita e il consolidarsi di pericolose situazioni di illegalità, quali l'insediamento di gruppi criminali, la vendita di stupefacenti, la ricettazione, la presenza di forme di abusivismo, di occupazione di immobili e la realizzazione di edifici abusivi. È un contesto che può terminare situazioni ingestibili. Inoltre, sono spesso rilevabili un degrado ambientale, discariche a cielo aperto, roghi di materiale e smaltimento illegale dei rifiuti. Voglio ricordare che nella illegalità sono sempre i ceti sociali più deboli e le persone più fragili a pagare il prezzo più alto. La Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, istituita nella XVII legislatura con deliberazione della Camera del 27 luglio 2016, quindi oltre la metà di quella legislatura, ha compiuto un primo passo importante verso un'integrale ripensamento delle politiche urbane, che sono oggi in gran parte connesse con la rigenerazione delle aree periferiche e ha rilevato la necessità di coordinare le varie responsabilità istituzionali anche sulla base di quanto finora realizzato. Quella Commissione fece un lavoro importante e voglio ricordare qui la stretta collaborazione fra la Commissione e l'allora Presidente della Camera, Laura Boldrini, che fu presente anche a un importante sopralluogo della Commissione e seguì sempre il nostro lavoro. In particolare, si era resa evidente l'importanza di un complesso di politiche per le periferie che si traducesse anche in specifiche iniziative legislative coordinate fra loro, dalle politiche urbanistiche al ruolo della Polizia locale. Se pensiamo, ad esempio, alle politiche della sicurezza, risulta evidente che occorre coordinare fra loro diversi interventi. Le occasioni che promuovono la socialità e che occupano il territorio con esperienze di volontariato e che promuovono l'incontro e l'integrazione fra le culture sono fondamentali quanto l'efficacia dell'azione investigativa nel reprimere i reati, la presenza delle Forze dell'ordine sul territorio e una legislazione che consenta un contrasto più efficace di alcuni fenomeni criminosi, quali lo spaccio della droga. Ugualmente, sono di grandissimo rilievo le azioni di riqualificazione del tessuto urbano e di un governo del territorio che promuova la qualità urbana. Questa consapevolezza rafforza l'opportunità di individuare con chiarezza le aree critiche su cui si è inteso e si intende operare e con quali modalità risorse finanziarie, per superare le condizioni di insicurezza e lo stato di degrado delle città e delle loro periferie. Sarebbe inoltre necessario avere una visione completa della situazione in essere, affinché si possa adottare un programma tipo, riproducibile e adattabile, che possa, da un lato, integrare le politiche urbane di rinnovo edilizio con l'intervento sociale e per la sicurezza dei cittadini e, dall'altro, evitare gli errori passati, quali la sovrapposizione e l'approvazione di interventi con scarse e limitate ricadute in termini sociali che poco o nulla giovano alle periferie. Voglio ricordare che - come bene espresso dalla Commissione parlamentare d'inchiesta a cui ho fatto riferimento nella sua relazione conclusiva, approvata nella seduta del 14 dicembre 2017 - è indispensabile rafforzare gli strumenti parlamentari e governativi per promuovere e gestire le politiche urbane. A tal riguardo si suggerì al Parlamento di rendere permanente l'esperienza utilmente sperimentata, istituendo nella XVIII legislatura una Commissione bicamerale per le città e le periferie. Per queste ragioni, all'avvio della XVIII legislatura presentai una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta sullo stato della sicurezza e il degrado delle città, come Commissione bicamerale.
Allora, la proposta di legge fu bocciata in Aula, con il voto contrario alla sua istituzione, quindi soppressivo della proposta stessa, dei gruppi parlamentari in quel momento di maggioranza. Ho ripresentato la stessa proposta di legge in questa legislatura, come nelle occasioni precedenti, assieme al collega Morassut e con il pieno sostegno del gruppo del Partito Democratico. Questa volta registriamo con soddisfazione l'unità di intenti di tutto il Parlamento nella volontà di istituire la Commissione d'inchiesta, seppure come Commissione monocamerale, e anch'io - come hanno sottolineato altri colleghi - ritengo molto importante che sia arrivato in Aula un testo unificato condiviso da tutti i gruppi parlamentari. Nella XVII legislatura - come ho ricordato - si era avviato un lavoro che ora potremo completare ed anche aggiornare ai cambiamenti di questi anni. Ricordo che allora, mentre il Parlamento metteva in campo l'attività della Commissione, il Governo, con l'accordo degli enti locali, aveva promosso il bando periferie, con un importante stanziamento di risorse finanziarie, un bando i cui interventi si stanno realizzando anche in questi mesi e in questi anni. L'esperienza della pandemia ci pone poi di fronte a nuovi elementi di analisi e riflessione e rende ancora più evidenti le criticità delle aree periferiche dei grandi centri urbani; pensiamo solo al grande tema della promozione della prossimità dei servizi sanitari e sociosanitari o alle necessità di mettere in campo - come ho già ricordato - politiche di sicurezza che sappiano coniugare coesione sociale, repressione dei reati e qualità urbana, come avrà molta importanza la sfida di impegnare tutte le risorse stanziate dal PNRR per le periferie dei nostri centri urbani e per la Polmetro. Questa volta avremo di fronte un'intera legislatura e la forza che viene dal consenso di tutti i gruppi parlamentari. Penso che potremo fare un lavoro importante ed il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico rappresenta il nostro impegno convinto in questa direzione.