“Ignazio La Russa, non pago delle assurdità pronunciate ieri, torna su Via Rasella per evidenziare la presunta viltà del gruppo gappista che portò a termine l’azione patriottica a Via Rasella senza un confronto a fuoco ‘faccia a faccia’. E non dice che ben due sentenze nel 1957 e nel 1999 hanno posto fine ad ogni interpretazione diversa da quella di un legittimo atto di guerra. E non ricorda, soprattutto, che la rappresaglia del rastrellamento che condusse alla strage delle Fosse Ardeatine fu attuata prima che fosse diffusa la notizia della reazione nazista con dieci italiani per ogni nazista ucciso in Via Rasella. In sostanza l’ordine era già stato eseguito prima che i gappisti e la popolazione sapessero della rappresaglia. La cosiddetta ‘regola’ dei ‘dieci italiani per ogni tedesco ucciso’ non esisteva nemmeno in via generale. Perché non era mai stata divulgata né utilizzata. Quello delle Fosse Ardeatine fu il vero atto di somma viltà criminale, ma La Russa non lo ricorda. Fa bene, come dice, a non occuparsi più della storia. Non la conosce e la racconta secondo i registri sepolti del ciarpame fascista”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.