Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, torno dopo pochi giorni a intervenire in quest'Aula sul tema del REPowerEU a nome del gruppo del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, perché la mozione che abbiamo depositato e che presentiamo oggi si inserisce in un percorso di iniziative politiche e di iniziative parlamentari che ha un obiettivo molto chiaro e molto importante: noi vogliamo tenere acceso un faro da parte delle istituzioni sull'importanza del Piano del REPowerEU. Lo abbiamo fatto nella discussione che c'è stata sul tema della governance del PNRR in queste settimane al Senato, grazie a un ordine del giorno che è stato approvato e che è stato presentato dal nostro senatore Nicita. L'Esecutivo si è impegnato e inviare al Parlamento una relazione illustrativa degli investimenti e delle riforme inserite, sul piano generale, nel PNRR, ma anche, specificatamente, nel REPowerEU.
Grazie a una nostra interpellanza, qui, alla Camera, che ho presentato insieme al collega Piero De Luca, abbiamo messo in luce quanto però, al di là degli impegni su ciò che sarà presentato e messo in campo in futuro da parte del Governo, siamo fortemente preoccupati da quello che non si sta già facendo sul Piano REPowerEU, e non tanto solamente per una questione di date o di elementi perentori - c'è stata una replica da parte del Governo alla nostra interpellanza in cui si è ribadito che è possibile comunque osservare non la scadenza del 30 aprile, che non è stata al momento rispettata, ma proiettare poi tutti gli impegni nella dimensione del 31 agosto - ma perché noi abbiamo una fortissima paura.
Oggi avremo finalmente l'occasione di confrontarci, in termini generali, con il Ministro Fitto nell'informativa che abbiamo chiesto per settimane senza risposta, e l'unica risposta che abbiamo avuto in quest'Aula è stata la replica alla discussione generale, una replica immaginata per non ammettere repliche. Oggi finalmente ci sarà una possibilità di informativa e di confronto, perché la nostra paura è che tutti questi ritardi possano far perdere al nostro Paese un'occasione. E non ripeterò in quest'Aula, perché è stato fatto, sarà fatto quando andremo poi a fare le dichiarazioni di voto, che cos'è il REPowerEU, perché nasce il REPowerEU, quanto vale, non solo 2,7 miliardi di euro, ma tutti i capitoli che può arrivare a mettere insieme, oltre 5 miliardi.
Lo abbiamo detto quanto sia importante, all'indomani di quella enorme tragedia che ha sconvolto e che sta continuando a sconvolgere le nostre vite, che è quella della guerra, riflettere su quello che possiamo cambiare per raggiungere i grandi e ambiziosi obiettivi comunitari, ma farlo garantendo anche al nostro Paese una strategia energetica che possa emanciparci dalla dipendenza dal gas russo. Quindi abbiamo detto tante volte che cos'è, perché nasce, quanto vale, ma metto un accento in più, ed è l'accento a cui sono rivolti gli impegni della nostra mozione, gli impegni che chiediamo al Governo, gli impegni che ci aspettiamo che vengano assunti da quest'Aula e dal Governo, ed è a chi è destinato.
Tutti questi interventi, dagli interventi infrastrutturali agli interventi che servono a ridurre il consumo di energia, agli interventi che servono a rendere più efficiente la nostra transizione verso le rinnovabili, hanno dei destinatari chiari, che sono le famiglie e le imprese italiane; famiglie e imprese italiane che si sono già fatte carico di spese fortissime, in parte giustamente e fortemente sostenute dagli interventi che, a partire dall'azione dei precedenti Governi, sono stati messi in campo, ma che chiaramente devono essere implementati in un termine che non può essere solo quello di aiutare il pagamento in bolletta, ma di fare tutto quello che serve a far sì che costi di meno quell'energia e che possa esserci un risparmio, e non un doppio costo nel momento del sostegno.
Tutti questi interventi sono assolutamente necessari, e sprecare questa occasione, questi miliardi di euro di occasione, per le imprese e i cittadini significa perdere quelle infrastrutture rinnovabili, quell'energia sostenibile, quel lavoro per le comunità energetiche che è assolutamente necessario e indispensabile. Ed è per questo che noi, con un occhio rivolto all'interesse delle famiglie e delle imprese, chiediamo oggi, ancora una volta, parole chiare. Il primo impegno che abbiamo chiesto è quello di presentare entro il 30 aprile 2023 il capitolo dedicato al Piano REPowerEU all'interno del PNRR, comunque garantendo una piena e consapevole valutazione, da parte dei soggetti interessati, dei progetti ivi previsti, ai fini della piena sostenibilità economica, sociale, territoriale e ambientale. Lo ripeto, dopo che lo abbiamo ripetuto in occasione della presentazione dell'interpellanza: il termine finale del 31 agosto non ci esime dall'aprire una grande discussione pubblica e politica nel termine del 30 aprile su quello che il Governo sta effettivamente facendo per realizzare il REPowerEU, perché, in assenza di passaggi che costruiscano anche le dimensioni di un'impresa che non è solo un'impresa politico-istituzionale, che è un'impresa sociale che coinvolge i cittadini, le imprese, i soggetti del Paese, senza creare quelle condizioni, noi rischiamo di arrivare all'ultima scadenza e non cogliere l'occasione complessiva, è ancora peggio.
Se c'è qualcosa eventualmente da correggere, se c'è qualcosa eventualmente di sbagliato, un conto è aprire la discussione il 30 aprile e avere dal 30 aprile al 31 agosto i mesi necessari per effettuare i correttivi che servono a non sprecare un'occasione di questo livello, un conto è presentarsi l'ultimo giorno. Spesso presentarsi l'ultimo giorno può equivalere a perdere un treno, ma lo vediamo, ciascuno di noi, nella nostra esperienza quotidiana. Se devo prendere un treno ho due occasioni: posso presentarmi alla stazione 20 o 10 minuti prima, o posso anche dire “punto a prenderlo all'ultimo secondo”, ma, se ho sbagliato qualcosa in quell'ultimo secondo, quel treno parte e mi lascia a terra.
E non lascia a terra il Governo, non lascia a terra il Parlamento; lascia a terra le imprese e le famiglie italiane. Secondo punto, lo abbiamo detto, un ordine del giorno al Senato andava in questa direzione, è una funzione indispensabile, bisogna coinvolgere il Parlamento sulla definizione dei programmi ivi compresi, anche al fine di assicurare la coerenza con gli obiettivi fissati dal PNRR, e che ciascuno dei progetti contribuisca effettivamente ed efficacemente al conseguimento degli obiettivi del REPowerEU, come previsto dal regolamento comunitario, con particolare riferimento - e qui andiamo ai punti - al contrasto della povertà energetica, distribuzione territoriale in conformità al rispetto degli obiettivi in materia di coesione economica, sociale e territoriale e alla clausola del 40 per cento, il rispetto della percentuale di almeno il 37 per cento dei costi totali stimati nelle misure per contribuire efficacemente alla transizione verde, compresa la biodiversità, il contributo alla diffusione delle energie rinnovabili, al miglioramento dell'efficienza energetica, alla riduzione della dipendenza da combustibili fossili, la riqualificazione della forza lavoro per acquisire competenze verdi.
Questo tema cruciale della formazione e della costruzione di posti di lavoro che ci possano garantire di occupare uno spazio nel futuro è il grande tema, la scelta strategica che dobbiamo compiere, osservando gli indirizzi comunitari. Scegliere di posizionarsi in anticipo sui settori del futuro significa garantire il lavoro per oggi e per domani; non farlo significa arrancare nella direzione di futuro che sta prendendo l'intero sistema comunitario. E occorre prevedere in ogni caso, per il raggiungimento degli obiettivi del REPowerEU, l'immediata entrata in vigore dei decreti attuativi sulle comunità energetiche rinnovabili, essendo i termini per l'emanazione degli stessi già ampiamente scaduti, per favorire la produzione diffusa di energia rinnovabile e contribuire al contrasto della povertà energetica.
Secondo punto, la prioritaria riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico, con particolare riferimento agli istituti scolastici, alle strutture sanitarie, ai tribunali e alle carceri, con un'attenzione particolare nei confronti della drammatica situazione delle nostre carceri, garantendo la continuità degli strumenti di finanziamento degli interventi e prestando particolare attenzione alla riqualificazione degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche. Infine, terzo punto, meccanismi incentivanti che favoriscano l'autoproduzione da fonti rinnovabili da parte delle imprese. Noi vogliamo scongiurare ritardi e rimodulazioni del PNRR per non disperdere le risorse che derivano dal PNRR, ma anche per assicurare il raggiungimento di quegli obiettivi necessari alla transizione verde che sono nel cuore della programmazione comunitaria.
Quindi, quello che noi chiediamo con questa mozione da parte del Governo è una piena assunzione di responsabilità, e lo facciamo in un'ottica che non è di parte, lo facciamo da opposizione, lo facciamo negli spazi che sono consentiti all'opposizione, lo abbiamo fatto in Parlamento, lo stiamo facendo alla Camera, lo abbiamo fatto al Senato, lo faremo oggi, lo continueremo a fare, ma sempre tenendo nel cuore l'attenzione di dare e mettere queste risorse nelle condizioni di arrivare nelle tasche dei cittadini, delle imprese, nella vita delle persone.
Questo è il nostro obiettivo ed è il motivo per cui noi continuiamo a presentare atti su questo tema. Questa è la ragione per cui noi chiediamo a tutti di assumere una consapevolezza collettiva dell'importanza di questa questione e di costruire un calendario dei lavori che non sia un adempimento burocratico.
La preoccupazione quando si cambiano le macchine in corsa e quando lo si fa in maniera così pesante e così profonda - l'abbiamo visto nel dibattito sul DL PNRR e ce ne stiamo accorgendo - è che alla fine non si arrivi al traguardo. Non a caso, anche nelle corse automobilistiche può succedere che ci si fermi per un pit stop, per cambiare carburante. C'è la necessità, se sono cambiate le condizioni dell'asfalto, di cambiare gli pneumatici, ma non è mai successo che un mezzo, che sta competendo a una corsa così importante, cambi nella sua interezza tutti i pezzi di cui è composto, perché nel momento in cui si vuole ossessivamente cercare di cambiare tutto quello che si vuole nascondere è che forse non si vuole arrivare a destinazione e noi di non arrivare a destinazione non ce lo possiamo permettere.