Discussione generale
Data: 
Giovedì, 27 Aprile, 2023
Nome: 
Ilenia Malavasi

Doc. LVII, n. 1

Grazie, Presidente. Devo dire che ci troviamo a discutere in quest'Aula il primo Documento di economia e finanza del Governo Meloni. Un documento importante per il Paese, che si caratterizza, però, per una preoccupante assenza di visione, di prospettiva, di strategia, di ambizione e di futuro, proprio con una mancanza di volontà di delineare un buon futuro per il nostro Paese, a cui si aggiunge - non meno importante - una mancanza di risorse sui temi che per noi sono centrali ed importanti.

Mi soffermo, nei miei minuti, su un tema a noi molto caro: quello della totale ed evidente mancanza di risorse, completamente insufficienti, per il finanziamento del Fondo sanitario nazionale e della decrescita nel rapporto con il PIL da qui al 2026, che evidenzia, ancora una volta, come il finanziamento della sanità pubblica non rappresenti una priorità per questo Governo.

Ovviamente la cosa non ci stupisce, perché è assolutamente in linea e in coerenza con quanto già stabilito nella legge di bilancio, dove, a fronte di un aumento di 2 miliardi, 1,4 miliardi sono stati destinati agli aumenti del costo dell'energia, a dimostrazione di come non vi sia alcun investimento strutturale sulla sanità pubblica.

Vorrei ricordare, nel caso ve ne fosse bisogno, che, oggi, i principi fondamentali di universalità, di uguaglianza e di equità, che sono alla base del servizio pubblico, compreso quello sanitario, sono minati da criticità che, se non affrontate con decisione e con coraggio, rischiano di compromettere il diritto costituzionale alla salute.

Due sono i motivi che voglio evidenziare e che rappresentano due criticità importanti che qui non trovano alcuna risposta. Il primo riguarda le risorse. Nel triennio 2024-2026, il DEF stima una crescita annua media della spesa dello 0,6 per cento e un rapporto spesa-PIL che si riduce, passando dal 6,7 per cento del 2023 al 6,2 per cento del biennio 2025-2026, un dato percentuale peggiore di quello del periodo prepandemico, quando, nel 2019, era pari al 6,4 per cento.

Questa previsione al ribasso non permette nemmeno di coprire l'aumento dei prezzi, sia per l'erosione dovuta all'inflazione, sia perché l'indice dei prezzi del settore sanitario è superiore a quello dei beni di consumo, con evidenti segnali di definanziamento della sanità pubblica, già molto provata dal periodo pandemico. È come se questo periodo pandemico non ci avesse insegnato nulla (non abbiamo imparato nulla).

A questo dato oggettivo, che si evidenzia nelle tabelle della Ragioneria dello Stato, se ne deve aggiungere un altro. In questo DEF, nulla si dice sulle risorse necessarie a un'importante quanto urgente riforma strutturale relativa alle assunzioni del personale e al superamento del tetto di spesa per il personale sanitario che, da oltre 15 anni, non consente assunzioni per dare ristoro alla categoria, già provata da turni impegnativi, senza le necessarie sostituzioni per sopperire alla carenza di personale, senza reali incentivi e prospettive di crescita.

Negli ultimi anni, i limiti rigidi alla spesa per il personale e all'incremento dei fondi, la scarsa attrattività del lavoro dipendente, le liste di attesa, l'assenza di medici di famiglia, il ricorso alla sanità privata che cresce e l'aumento delle disuguaglianze territoriali rappresentano la prova evidente di un sistema in difficoltà. Questo lo vediamo tutti. Servono, dunque, riforme strutturali, che, però, questo Governo non vede: mette solamente alcune pezze, senza alcuna visione. È il Governo delle pezze! In queste condizioni, non è possibile rispondere alle crescenti difficoltà di una fetta importante della nostra popolazione.

A questo, si aggiungono la sospensione del reddito di cittadinanza e la mancanza di risorse sulle disabilità, sugli anziani, sulla non autosufficienza, con una profonda incoerenza tra le riforme che abbiamo approvato e le risorse, invece, che continuano a mancare.

Per il Partito Democratico la sanità pubblica è un bene comune che va protetto e lo faremo, perché il sistema sanitario nazionale è un bene prezioso e la responsabilità di questo definanziamento è solamente di questo Governo.

Esprimiamo, quindi, tutta la nostra preoccupazione e la nostra contrarietà. Non vi permetteremo di distruggere uno dei beni più preziosi, una delle conquiste più importanti del nostro Paese, cioè il diritto alla salute.

Chiediamo ogni giorno - e lo continueremo a fare - di aumentare il finanziamento alla sanità pubblica. Lo faremo dentro e fuori il Parlamento, perché i servizi pubblici, dalla scuola alla salute, sono un valore dell'intera comunità che difenderemo, perché questo Paese non merita queste scelte infauste, ma soprattutto non merita l'inadeguatezza di questo Governo.