A.C. 1112
Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, sottosegretario Molteni, membri del Governo, sarà un caso - a volte le congiunzioni astrali - ma noi ci troviamo in quest'Aula proprio il 2 maggio, all'indomani della festa delle lavoratrici e dei lavoratori, a discutere di migranti, peccato che discutiamo di quelli sbagliati. Quelli che voi definite un'emergenza, ma, in realtà, la vera emergenza sono gli altri migranti, ovvero le nostre ragazze e ragazzi, in media ormai oltre 100 mila ogni anno, che lasciano il nostro Paese e che con questo provvedimento continueranno a lasciare il nostro Paese.
Noi ci troviamo nell'anno del settantacinquesimo anniversario della nostra Carta costituzionale ed è proprio in questo luogo, Presidente, che dovremmo avere il coraggio finalmente di dirla tutta la verità: noi siamo una Repubblica democratica fondata sul lavoro - sì, lo siamo - ma sul lavoro all'estero, perché il primo atto che la neonata Repubblica compie il 23 giugno 1946 non è quello di immaginare come far ripartire la ricostruzione di un Paese, ma quello di immaginare, con l'accordo carbone in cambio di minatori, come fa ripartire l'emigrazione, le braccia, da questo Paese. Stamane nel dibattito ho sentito molti colleghi e colleghe che si chiedevano: ma come lo dobbiamo chiamare questo provvedimento? Decreto Cutro, decreto migranti, contro-migranti, io lo chiamerei decreto in chiaroscuro delle cose che non si possono dire o delle cose che forse si fa fatica a comprendere. Perché? Perché voi siete nuovamente quelli che dite al Paese di voler adottare un approccio emergenziale perché c'è un'emergenza, ma come vi ho appena detto l'emergenza è un'altra.
E come lo fate? Intanto, dal punto di vista organizzativo vi focalizzate sulle strutture di prima accoglienza sugli hotspot e smantellate il SAI che è invece il vero e unico strumento di accoglienza e integrazione attraverso il quale le persone vengono accompagnate e introdotte nel mondo del lavoro e, Dio sa, di quante centinaia di migliaia di persone il sistema economico italiano necessiti. Eppure l'emergenza non esiste, ma voi la generate o, meglio, non la volete dal punto di vista teorico ma la volete esclusivamente dal punto di vista burocratico. Perché? Perché vi fa comodo. Allora, vediamola, tocchiamola con mano questa finta emergenza in questo decreto. Un decreto, a mio avviso, pensato male, scritto peggio, di improbabile applicazione, quanto meno per quanto riguarda la fattispecie in oggetto, ovvero le persone che arrivano. Per altri aspetti, caro Presidente, bisogna dare atto al Governo di aver saputo cogliere tutti gli elementi utili per consentire agli amici degli amici di fare affari sulla questione dei migranti. Questo è il tema. Dichiarate lo stato di emergenza, cosa, fra l'altro, del tutto campata in aria; è come se sapendo che prima o poi viene a piovere dovete costruire il tetto alla casa, ma dichiarate che quel tetto, che è logico che costruiate per completare la casa, lo dovete fare sotto lo stato di emergenza. E, quindi, perché, Presidente? Appalti, subappalti, sub subappalti a cascata e affidamenti diretti d'urgenza senza bisogno dell'evidenza pubblica. E poi, però, noi ci sentiamo dire ad ogni piè sospinto: ma la sinistra, le cooperative, le ONG. Voi state esattamente applicando quello che chi vi ha preceduto non ha mai fatto e di cui si sente accusato in una brava propaganda inutile e sterile.
La verità è che si ha la sensazione di vedere - io non ci credo che è così e sia - l'applicazione pratica di fatti di cronaca, ma cronaca nera, nera, che hanno interessato le vicende di questa capitale dove si preannunciava, senza colpo ferire, che la gestione della migrazione fruttasse molto di più di qualsiasi altro traffico illecito. E ciò è stato anche ripetuto dai banchi della maggioranza questa mattina.
Qual è il problema tecnico insito in questo provvedimento? Non fa altro che accrescere il rischio di far aumentare a dismisura il numero degli immigrati irregolari che all'improvviso perdono la protezione speciale. Questo che cosa genera? Questa, mi sia consentito, è una strategia, perché io non riesco a immaginare che non si intraveda il rischio; è la strategia di generare schiavi di Stato. Presidente, le cito esempio: uno dei requisiti per ottenere la protezione speciale si ha quando una persona non è in grado di ottenere nel proprio Paese di partenza l'assistenza sanitaria. Ora io chiedo a lei, Presidente, come questo Governo immagina di verificare nei Paesi di partenza di queste persone se il reparto cardiologia, ortopedia od oncologia sia degno di tale requisito? Iniziassero a farlo nella sanità del Mezzogiorno di questo Paese e forse poi potremo dedicarci anche al resto. Il problema è che tutto questo approccio non danneggia solo un'impostazione, danneggia le casse dello Stato, danneggia la fiscalità, danneggia esattamente quei numeri che questo Governo ha dichiarato nel DEF, non l'opposizione che traffica con migranti, ma questo Governo. Credo che la strada intrapresa sia del tutto sbagliata, completamente.
Voi pretendete di fermare l'immigrazione irregolare mostrando il pugno di ferro che, in realtà, non fa nient'altro che lasciare svuotati di copertura gli enti locali e moltiplicare un esercito di irregolari, braccia che si consegnano alla criminalità organizzata, al mercato nero, al mercato sommerso.
La conclusione qual è, Presidente? Che questo Governo, in realtà, non ha proprio voglia o non ha capacità di governare il fenomeno. È quello il nodo. Fin quando si è all'opposizione e si abbaia alla luna è facile, quando si è al Governo, invece, si ha l'onore e l'onere di governare i processi. Voi, mi dispiace, non lo state facendo, non lo state facendo in un'ottica pragmatica e non lo state facendo nemmeno in prospettiva. Il sistema di accoglienza italiano, che, per molti anni, è stato un faro nel sistema europeo, voi lo state smantellando.
Io capisco il nervosismo del Sottosegretario, io capisco che la verità fa male.
Sono qui ad ascoltare da stamane e l'apprezzo, Sottosegretario, sa perché? Perché lei è una persona che merita rispetto, non fosse altro che è l'unico esponente della maggioranza presente in quest'Aula. Chiaro?
Come dicevo, i centri di accoglienza potrebbero rappresentare risorse importanti per le comunità locali, potrebbero rappresentare una soluzione a quelle manifestazioni ridicole che esattamente ieri, il 1° maggio, avete fatto dicendo di voler mettere mano al lavoro, con la mano destra, e con la mano sinistra avete bocciato ogni nostro emendamento che chiedeva di inserire, per legge, professionalità, psicologi, assistenti sociali, personale medico qualificato, ragazze e ragazzi che si sono formati e che l'unica soluzione che trovano è quella della migrazione, ma dall'Italia verso l'estero e non dall'estero verso l'Italia. Allora, perché fate tutto questo?
Ancora, vi avevamo proposto, con un emendamento specifico, di istituire la figura del garante ovvero la figura di colei o di colui che assumesse la responsabilità giuridica penale di garantire l'ottenimento del permesso di soggiorno, ai fini occupazionali. Qual è stata la risposta? “No”
Ancora, vi avevamo chiesto, in Commissione, l'introduzione di permessi a termine per la ricerca di lavoro, per breve periodo, ci mancherebbe, per breve periodo - senta bene Presidente, mi scusi se mi rivolgo a lei e se, per interposta persona, mando questo messaggio al Governo - e previo pagamento allo Stato italiano e, soprattutto, previa verifica di adeguata e sufficiente capacità economica per poter soggiornare, per un breve periodo, sul suolo italiano. Voi che fate? Negate questa possibilità, perché voi siete quelli che combattono gli scafisti, che combattono i trafficanti e che però, allo stesso tempo, negano una possibilità a persone che vorrebbero pagare 4.000 o 5.000 euro allo Stato italiano per recarsi in questo Paese, con tutti i crismi e tutte le coordinate e garanzie che la legge richiede e prevede. State implicitamente dicendo di no a coloro che darebbero soldi allo Stato, il quale garantirebbe loro un percorso a termine, di breve periodo, per cercare lavoro; e sappiamo di quanta forza lavoro necessiti questo Paese. La domanda è: volete combattere i trafficanti, gli scafisti, o volete che queste persone, invece che pagare lo Stato italiano, continuino a pagare i 4.000 o i 5.000 euro agli scafisti? Questa è la domanda. A un certo punto, ci si pone l'interrogativo. Anche stamane, abbiamo sentito dire che la sinistra e l'opposizione non fanno proposte. Queste erano proposte concrete, erano proposte concrete sulle quali ci siamo sentiti dire, come su tutte le proposte emendative, un secco “no”. Ancora, vi avevamo chiesto, sia nella fase di approvazione del precedente decreto immigrazione - il primo - sia in Commissione, di istituire un dipartimento, una agenzia, una struttura ad hoc che gestisse un fenomeno ordinario che ci accompagna da tempo e che, vi segnalo, ci accompagnerà ancora per decenni. Anche in questo caso, caro Presidente, la risposta è stata: no. Questo perché voi preferite l'emergenzialità, perché voi preferite - abbiate il coraggio di dirlo - l'azione diretta e concreta degli affidamenti degli appalti pubblici, dei soldi che questo fenomeno genera, soldi che potevate destinare per l'occupazione di ragazze e di ragazzi che, invece, preferite gestire in una modalità in chiaroscuro. Io non ci credo, Presidente, io non ci credo ma, voglio dire, se interpreto la norma, a pensar male ogni tanto ci si azzecca.
Un'altra osservazione che pongo al Governo è esattamente questa. Noi discutiamo da settimane, anzi, da mesi e uno dei primi provvedimenti è stato quello contro le ONG. Peccato, Presidente, che, solo nel 2023, si prevedono quasi 9 milioni per il trasporto marittimo, con affidamento diretto. Vorrei capire a quali navi vadano questi soldi, se è lecito poter chiedere questa cosa. Ma il vero dramma, Presidente, sa qual è? Che noi discutiamo senza trasparenza dei dati, senza trasparenza dei numeri delle attività, senza che sia data trasparenza ai cittadini e alle cittadine di questo Paese su cosa effettivamente facciano questi centri, su quali siano le loro esigenze, su quali siano i costi. Si critica tanto la gestione precedente, dei Governi precedenti, ma - vivaddio! - bastava andare sul sito del Viminale per trovare, dato per dato, regione per regione, territorio per territorio i soldi che venivano spesi. Improvvisamente, questo criterio di trasparenza è venuto meno, chissà perché. Possiamo istituire un sistema di monitoraggio, possiamo istituire un'autorità terza, garante, un'autorità che abbia la voglia di professionalizzare il tema? Io impiegherei il Viminale in altre vicende, perché la migrazione - vi piaccia o non vi piaccia, è storia e io capisco che voi facciate fatica, ultimamente, con la storia - non è un tema di sicurezza, è un tema sociale, è un tema economico ed è anche un tema di sicurezza che, però, gerarchicamente viene dopo il tema sociale ed economico. Allora, o acquisite questa consapevolezza o ci porterete a sbattere, per l'ennesima volta.
Il problema, Presidente, sa qual è? Che poi, a un certo punto, la maschera cade. Allora, quello che sarebbe dovuto essere un decreto che avrebbe dovuto limitare l'immigrazione clandestina la aumenterà e quello che sarebbe dovuto essere un decreto che avrebbe dovuto porre l'Italia al centro di un blocco, a nome dell'Europa, fallirà. Anche sull'Europa, Presidente, diciamolo chiaramente, diciamolo in quest'Aula: basta appellarsi al fatto che l'Europa ci ha lasciati soli. Voi dovete avere il coraggio di dire che le azioni che compie questo Paese le compie in conto terzi per l'Europa. È chiaro? Noi riceviamo soldi per le azioni che facciamo, riceviamo soldi che potrebbero essere investiti in occupazione nuova. Vorrei capire, caro Presidente, perché dobbiamo accompagnare all'emigrazione tutti i mediatori culturali che da vent'anni formiamo in questo Paese - psicologi, assistenti sociali, traduttori, personale medico e sanitario - e non possiamo farli lavorare per creare un sistema di integrazione e per gestire nella maniera professionale un fenomeno che - ripeto - transitorio non è, ma è strutturale?
A tutte queste domande la destra non ci dà risposte. Perché? Perché fa come tutte le destre: alza il vessillo della propaganda e dell'altro, sapendo che l'altro arriverà comunque e avrà sempre benzina nuova da buttare nel grande calderone della paura che alimenta. Però, guardate, i cittadini e le cittadine non vi credono più. I dati economici vi stanno dicendo esattamente il contrario.
Allora - e chiudo, Presidente - o noi abbiamo il coraggio, in questo Paese, di afferrare il problema, di governarlo, di professionalizzarlo e trarne vantaggio e beneficio, o, altrimenti, come in tutte le vicende della storia umana, noi saremo travolti. E quando saremo travolti da questo fenomeno, non ci sarà più nessuno in grado di arginarlo e di governarlo.