A.C. 1151
Presidente, colleghe, colleghi, innanzitutto una doverosa premessa, prima di entrare nel merito della pregiudiziale che come Partito Democratico presentiamo oggi rispetto alla conversione del decreto-legge n. 51 del 2023, che prevede disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale. Presidente, questo Governo, dopo essersi scagliato più volte dai banchi dell'opposizione negli scorsi anni, e penso in particolare alla Presidente Meloni e al gruppo di Fratelli d'Italia, è il Governo che più di tutti sta facendo uso della decretazione d'urgenza. Lo dicono i numeri, non lo diciamo solo noi dell'opposizione. La media dei decreti approvati mensilmente ha superato quella delle ultime 4 legislature.
State scientemente riducendo gli spazi di discussione in Parlamento e ne state svuotando il ruolo, per non parlare della disomogeneità nelle norme che inserite nei singoli decreti. Anche in questo decreto, del resto, non c'è alcun carattere di straordinarietà, alcun carattere di urgenza, se non la vostra volontà politica. Avreste potuto confrontarvi davvero nell'ambito dell'iter legislativo ordinario, ma avete scelto ancora una volta di non farlo.
Lo ripeto, volete limitare il più possibile gli spazi di confronto dentro quest'Aula, e purtroppo, stiamo vedendo, anche fuori da quest'Aula. Volete ridurre le prerogative del Parlamento e trasformarlo in semplice ratificatore, e lo dico solo a premessa. Ora veniamo al provvedimento in esame: non siete riusciti in questo caso a dire che il dossier elaborato dal Servizio studi della Camera, che vi presenta rilievi tecnici importanti, era una bozza; non siete riusciti questa volta parlare di manina o di boicottaggio. Ma forse, semplicemente, questa volta non ve ne siete accorti, a differenza di quanto è accaduto con l'autonomia, o avete pensato deliberatamente di ignorarlo e continuare con la vostra prepotenza.
Con la pregiudiziale che poniamo oggi vogliamo ricordarvi quello che l'Ufficio studi della Camera ha messo nero su bianco. C'è un precedente che non potete ignorare: già nel 2017 la Consulta ha sancito che azzerare in anticipo gli incarichi viola i principi di buon andamento e imparzialità; un precedente che non lascia spazio ad alcun dubbio. Non solo state occupando tutti gli spazi in modo poco democratico - penso, come non pensarlo, a quanto sta accadendo in Rai - ma fate fuori dirigenti pubblici prima della fine del mandato con norme contra personam.
State facendo dello spoil system la normalità ovunque, anche dove non era mai arrivato. State facendo approvare in Parlamento una norma che sarà contro la Costituzione, un decreto che non ha nulla di urgente, se non la vostra volontà di azzerare i vertici di INPS, INAIL e San Carlo. Del resto forse volevate abituarci, lo avete fatto anche con ANPAL Servizi, praticando lo spoil system dove non c'era mai stato, scrivendo con la mano destra le modifiche al suo statuto e con la mano sinistra un emendamento per cancellarlo completamente. Ma non ci abitueremo. State calpestando la Costituzione, violando palesemente l'articolo 77. Qual è l'urgenza di commissariare INPS e INAIL?
Scegliete di commissariare l'INPS, il più grande istituto pubblico d'Europa, non sottoposto normativamente a spoil system, in una delicatissima fase nella quale si sta discutendo di come spendere le risorse provenienti dal PNRR e di come rilanciare l'azione della pubblica amministrazione. Forse, dico forse, volete nascondere le vostre mancanze in campo economico, che del resto leggiamo ogni giorno sui giornali e a cui assistiamo nelle Commissioni e in Parlamento settimanalmente. Anche per l'INAIL si tratta di un commissariamento politico, una scelta ideologica, che dimostra la volontà della destra, la vostra volontà, di mettere le mani ovunque.
Ma questo istituto ha delle funzioni molto delicate, che attengono al fondamentale tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Commissariare INPS e INAIL, quindi, è una decisione gravissima, immotivata, senza precedenti, che rischia di minare, oltre che l'autonomia e l'indipendenza degli istituti coinvolti, anche la qualità dei servizi erogati. Noi ve lo diciamo chiaramente, il Partito Democratico vigilerà con la massima attenzione affinché il welfare in questo Paese continui a essere garantito. Non accetteremo passi indietro. Si commissaria di solito per inefficienza, per malaffare, per dissesto, non certo per mettere chi volete voi a guidare degli istituti pubblici, non per occupare politicamente dei ruoli prima delle scadenze.
L'altra norma, anch'essa vergognosa e priva dei necessari requisiti di necessità e urgenza, è quella volta ad abbassare il limite di anzianità a 70 anni per i direttori stranieri degli enti lirico-sinfonici. Una misura che ha un nome e un cognome, mi viene da dire, perché è una misura che è evidente a tutti che è una vera e propria misura ad personam, anzi, ribadisco, contra personam, finalizzata a liberare la carica di sovrintendente al teatro lirico san Carlo di Napoli per riuscire da parte vostra a sistematizzare tutto quello che state facendo in Rai e non solo, e contro la quale l'attuale sovrintendente Lissner, che ha compiuto 70 anni lo scorso gennaio, avrebbe già presentato ricorso.
Per questo vi voglio ricordare ancora quello che hanno scritto gli uffici nero su bianco, vi voglio ricordare la sentenza n. 15 del 2017 della Corte costituzionale.
Ve la leggo perché forse vi è sfuggita: una cessazione automatica, ex lege generalizzata, di incarichi dirigenziali, viola, in carenza di idonee garanzie procedimentali, i principi costituzionali di buon andamento e imparzialità. Inoltre, ogni intervento che preveda in via automatica la risoluzione ante tempus di contratti dirigenziali comporta effetti caducatori sui connessi rapporti di lavoro a tempo determinato, con evidenti e ancor più intense applicazioni in termini di tutela dell'affidamento dei dipendenti interessati”. Insomma, state procedendo a colpi di forzature politiche e normative; peraltro, in questo decreto, tentate di porre rimedio a una parte del decreto n.20 del 2023 su un tema molto dibattuto qui in Parlamento, quello sulla protezione speciale: noi vi avevamo avvisati, ve l'avevamo detto, ne avevamo discusso qui. Lo hanno detto le opposizioni, lo abbiamo detto in Commissione, lo abbiamo detto in Aula; non ci avete ascoltato e avete dovuto mettere in un altro decreto una pezza a un vostro decreto precedente e a uno sbaglio precedente. State piegando le istituzioni a logiche di partito e a logiche spartitorie. Fermatevi! Recuperate il senso del limite! Ricordatevi dove sedete, in un'Aula che ha visto nascere l'Italia, come la conosciamo oggi, che ha dato luce alla nostra Costituzione. Rispettatela, rispettate il Parlamento, la democrazia e le opposizioni. Potete iniziare oggi, potete iniziare non procedendo all'esame di questo decreto.