A.C. 418-A
La ringrazio, Presidente. Onorevoli colleghi, come già altre colleghe e colleghi hanno ricordato, questa proposta di legge parte da lontano, parte dalla scorsa legislatura, ed era nata con un intento positivo, ossia voler gestire anche concretamente gli effetti dei difficili anni della pandemia e della post-pandemia, e, soprattutto, le conseguenze che quei giorni e quei mesi hanno prodotto sulle generazioni più giovani, sulla gestione dell'emotività, su fenomeni già preoccupanti nei loro dati, come la dispersione scolastica e la povertà educativa, proprio perché non possiamo nasconderci, lo abbiamo ribadito più volte in quest'Aula, che la pandemia ha fatto realmente e concretamente emergere e reso ancora più evidenti i gap, le distanze, le diseguaglianze che ci sono nel nostro Paese.
Quindi, quella proposta di legge era nata con quell'intento, grazie proprio all'Intergruppo per la sussidiarietà, grazie a un lavoro veramente completo e di grande confronto e dialogo tra tutte le forze politiche che c'erano in quell'aula. Voglio citare, proprio per rimarcare lo spirito con cui ci siamo posti rispetto a questo provvedimento, e che vorremmo in realtà fosse accolto, soprattutto per impostare un lavoro comune intorno a un tema così importante come quello dell'istruzione, quello che diceva l'allora relatore, il collega del PD Paolo Lattanzio: sul tema della scuola è possibile dialogare, è possibile farlo in maniera costruttiva, entrando nel merito di temi importanti e di sensibilità sulle quali la scuola italiana ha mostrato, negli anni, una qualche forma di mancanza di aggiornamento rispetto al livello europeo, e, soprattutto, è possibile farlo dialogando in maniera costruttiva tra le forze politiche. Quello dovrebbe essere l'obiettivo a cui dovremmo tendere, in quest'Aula. Purtroppo oggi ci sono stati momenti non positivi di confronto. Oggi, però, stando al tema di questa legge, quelle disposizioni che noi accogliamo con favore, che elencano soprattutto un'attività di sperimentazione, nel triennio, relativa proprio alle competenze non cognitive, mirano, in questo caso, alla riscoperta di relazioni e valori che permettano agli studenti e alle studentesse di affrontare in maniera maggiormente completa e consapevole la sfida che la scuola e il mondo attuale pongono loro davanti.
Abbiamo citato dati preoccupanti, i dati Istat sono stati ricordati. Gli intenti, proprio per questo motivo, di questa legge per noi sono positivi, ma c'è un elemento che manca, e qui viene la nota dolente. Lo abbiamo ricordato, nei nostri interventi: mancano le risorse, le risorse che c'erano nel provvedimento arrivato in quest'Aula, le risorse che purtroppo ci costringono a dire, un'altra volta, che questo è il Governo del vorrei, ma non posso. È il Governo che vorrebbe sostenere le politiche per la natalità e la genitorialità, ma che poi si trova a pasticciare sugli obiettivi del PNRR relativi ai nidi, e su questo vorremmo anche sapere quelle risorse aggiuntive che sono state annunciate dal Ministro Fitto, in quest'Aula, per questa misura, da dove verranno recuperate, da dove proverranno. È il Governo che, nella legge di bilancio, taglia le risorse e i fondi per lo 0-6, che taglia i progetti previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza - lo certifica, del resto, l'Ufficio parlamentare di bilancio -, ma che non ci dice poi come queste risorse verranno coperte in futuro. È il Governo che fa cassa sul dimensionamento scolastico, che non interviene nuovamente sulle misure relative al numero degli alunni per classe e che spacca l'Italia in due, con il progetto di autonomia differenziata. Le belle parole, le belle intenzioni e gli obiettivi ambiziosi poi devono fare i conti con una dura e nuda realtà, proprio perché è una realtà con cui facciamo i conti e con cui vogliamo porci rispetto a questa proposta di legge. Voglio ringraziare, tra l'altro, il collega Lupi, per aver riproposto in questa legislatura un lavoro importante compiuto nella passata XVIII legislatura.
Ci rendiamo conto che, con il peggiorare delle condizioni di povertà - e abbiamo citato i dati nella discussione precedente -, peggiorano anche le capacità emotive e relazionali degli studenti, con una difficoltà anche concreta ad esprimere i propri sentimenti, la felicità e a gestire le frustrazioni, la rabbia e lo stress.
Proprio per questo, riteniamo che prevedere una forma di sperimentazione diffusa a livello nazionale – perché, in realtà, non nascono oggi attività di questo tipo, relative proprio alle competenze non cognitive - possa essere una misura importante da avviare in questo senso.
Ed è questo, forse, il senso che vogliamo cogliere, tra l'altro, all'interno di questa proposta di legge, quello di incentivare e di valorizzare la scuola italiana, affinché questa sperimentazione si ampli a livello nazionale, anche dove pratiche di questo tipo non vengono messe in campo e non vengono realizzate, proprio perché la crescita della stabilità emotiva e la crescita della coscienza di sé, delle capacità relazionali e del desiderio di cooperare tra gli studenti sono tutte dimensioni che emergono all'interno di un cammino che i giovani e i giovani adulti fanno di fronte ai dati e ai fatti della realtà.
Si tratta di dati, fatti e competenze che possono aiutare a cooperare, a curare anche le relazioni interculturali, a saper sviluppare un pensiero critico che può essere una, soltanto, non l'unica, badate bene, misura per contrastare le diseguaglianze, per contrastare quel dramma della povertà educativa e delle differenze, delle distanze che ci sono nel nostro Paese.
Quindi, ben venga quel profilo innovativo del provvedimento, ben vengano gli intenti che vogliono garantire, in questo caso, ai ragazzi, la possibilità di affrontare le sfide della quotidianità, le difficoltà di comprendere, di avere maggiori strumenti per comprendere la complessità del mondo. Però, come diceva anche la collega Orrico, pensiamo che questa sia una grande occasione persa, perché si è mancata un'occasione, e non solo per le risorse, ma anche per la possibilità di accogliere alcune proposte e interventi migliorativi; è stato citato il Fondo per il sostegno e lo sviluppo della comunità educante, sono stati citati i Patti educativi di comunità, su questo ci sono proposte di legge in discussione al Senato, ma depositate anche alla Camera, su cui ci auguriamo che il Governo finalmente sia attento e capace di ascoltare i bisogni forti presenti all'interno delle nostre comunità.
Il voto del Partito Democratico su questo provvedimento sarà di astensione, perché, colleghi, vogliamo di più, vogliamo maggiori investimenti nel settore della scuola, maggiori risorse, interventi mirati, che ascoltino anche le esperienze provenienti dalle realtà concrete, dalle associazioni che si occupano di questi temi della dispersione scolastica e della povertà educativa.
Ebbene, sì, vogliamo il pane, ma vogliamo anche le rose, in questo caso, e, soprattutto, vogliamo che, a quella che è una grancassa della propaganda, cui assistiamo quotidianamente, seguano finalmente la concretezza e la realtà dei fatti.