Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
il 27 luglio 2023, il Governo ha pubblicato il rapporto intitolato «Proposte per la revisione del PNRR e capitolo REPowerEU»;
le proposte di modifica del PNRR contenute nel rapporto corrispondono a 144 tra investimenti e riforme e prevedono ingenti tagli agli interventi previsti, pari a circa 16 miliardi di euro, di cui circa 13 miliardi a danno dei progetti degli enti locali per la gestione del rischio alluvione, per la riduzione del rischio idrogeologico, per la mobilità sostenibile, la valorizzazione del territorio e la rigenerazione urbana, soprattutto nel Mezzogiorno; altrettanto gravi, alla luce dei recenti, drammatici, eventi, sono i tagli relativi alla sicurezza della circolazione ferroviaria;
secondo quanto in più occasioni dichiarato dal Ministro interrogato, la decisione di stralciare misure di cui gli enti locali sono stati individuati come soggetti attuatori deriva anche dalla considerazione di un'insufficiente capacità di spesa di comuni e regioni;
tuttavia, confrontando i dati contenuti nella «Relazione sullo stato di attuazione della politica di coesione europea e nazionale – Programmazione 2014-2020» pubblicati dal medesimo Ministro il 15 febbraio 2013, si evince che i programmi operativi regionali restituiscono una percentuale di spesa certificata al 31 dicembre 2022 di gran lunga maggiore rispetto ai programmi operativi nazionali (67,58 per cento contro il 40,17 per cento) a sostanziale parità di finanziamenti totali (32,7 miliardi per i PON e 32,1 miliardi per i POR);
in più occasioni, il Ministro interrogato ha espresso l'intenzione di «salvaguardare» gli interventi esclusi dal PNRR utilizzando altre fonti di finanziamento nazionali disponibili a legislazione vigente, anche mediante la riprogrammazione del Piano nazionale complementare, e ricorrendo alle risorse messe a disposizione dalla programmazione 2021-2027 dei Fondi strutturali e del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc);
tali Fondi hanno, tuttavia, modalità di funzionamento, criteri di ripartizione e tempistiche differenti e, in particolare, i finanziamenti del Fondo di sviluppo e coesione sono aggiuntivi rispetto a quelli ordinari e destinati per l'80 per cento al Sud;
l'utilizzo delle risorse destinate alla politica di coesione a copertura dei progetti definanziati contenuti nel PNRR, oltre a compromettere la programmazione in corso, determina l'ennesima penalizzazione delle aree più svantaggiate del Paese –:
come il Governo ritenga compatibile l'utilizzo delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione a copertura degli interventi del PNRR senza pregiudicarne la natura aggiuntiva e il vincolo di destinazione dell'80 per cento in favore del Mezzogiorno.
Seduta del 6 settembre 2023
Illustrazione di Maria Cecilia Guerra, risposta del Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, replica di Ubaldo Pagano
MARIA CECILIA GUERRA. Grazie, Presidente. La interroghiamo, signor Ministro, sulle implicazioni della proposta di revisione del PNRR, avanzata dal Governo per la parte che prevede un taglio di ben 16 miliardi, di cui 13 specificamente a danno di progetti degli enti locali, molto importanti per il territorio e l'ambiente. Ci viene detto che questi tagli verranno ripristinati anche ricorrendo alle risorse messe a disposizione della programmazione dei fondi strutturali e del Fondo di sviluppo e coesione. Due domande, allora. La prima: poiché questi fondi hanno comunque una loro importante destinazione e gli enti decentrati si sono mostrati più efficienti rispetto ai Ministeri nello spenderli, come si fa a dire che non ne viene compromesso il carattere addizionale, con la conseguenza di privare gli enti locali di un ampio insieme di risorse? La seconda: poiché i 16 miliardi tagliati non rispettano la proporzione 80/20 a favore del Mezzogiorno, che è propria dei fondi con cui li si vorrebbe sostituire, come si risolve questo problema? A danno del Sud, del Nord o di entrambi?
LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. La proposta di revisione del PNRR riguarda 144 misure di investimento e di riforma. Si compone di modifiche formali, mirate ad agevolare la rendicontazione di obiettivi e traguardi, e di modifiche sostanziali, dovute al mutato contesto internazionale che ha determinato ostacoli oggettivi al raggiungimento di obiettivi e traguardi. Si provvede inoltre alla riallocazione delle risorse verso impieghi più efficienti, che conduce allo spostamento di alcune misure del PNRR ad altre forme di finanziamento.
Il Governo, in adempimento alla risoluzione approvata dal Parlamento il 1° agosto scorso, ha provveduto ad inviare la proposta di revisione del PNRR alla Commissione europea e sono già state avviate le prime interlocuzioni in ordine alle modalità e ai termini per l'attuazione dei successivi adempimenti.
Circa l'integrazione tra il PNRR, il piano complementare e le politiche di sviluppo e coesione, nella relazione sullo stato di attuazione delle politiche della coesione europea e nazionale del 2014-2020, presentata dal Governo al Parlamento nel febbraio 2023, era già stata evidenziata l'esigenza di garantire la complementarietà tra l'utilizzazione delle risorse del PNRR e l'impiego delle risorse destinate alle politiche di coesione al fine di garantire una più razionale ed efficiente utilizzazione delle risorse destinate alle politiche di coesione, ivi comprese le risorse del Fondo sviluppo e coesione.
Le raccomandazioni della Commissione europea - semestre europeo 2023, pacchetto di primavera del 24 maggio del corrente anno - hanno confermato detta esigenza, considerata cruciale per perseguire la transizione verde digitale, aumentare la resilienza economica e sociale e raggiungere uno sviluppo territoriale equilibrato nelle diverse aree del Paese. L'utilizzo del Fondo sviluppo e coesione per assicurare la realizzazione degli investimenti, già finanziati dal PNRR e interessati dalla proposta di revisione, è, dunque, coerente con la natura aggiuntiva delle risorse del Fondo che, come è noto, è già stato impiegato dai precedenti Esecutivi nella misura di 15,6 miliardi di euro per assicurare il cofinanziamento del PNRR.
Quanto al vincolo di destinare l'80 per cento delle risorse al Mezzogiorno, si tratta di un obbligo di legge di cui si intende garantire la piena osservanza (ho quasi concluso, Presidente).
Da ultimo, si evidenzia che, con specifico riguardo all'attuazione degli interventi finanziati con le risorse del Fondo sviluppo e coesione relativi al periodo 2014-2020 e ai cicli precedenti, con il monitoraggio del 30 aprile 2023, l'ultimo disponibile, risultano pagamenti pari al 34 per cento del totale delle risorse messe a disposizione.
UBALDO PAGANO. Presidente, rivolgendomi suo tramite al Ministro, non me ne vorrà: le parole che dirò non sono rivolte alla sua cortese e simpatica esposizione di quello che avrebbe dovuto fare il Ministro Fitto che, nell'approssimarsi di questa seduta, ha scoperto di avere improrogabili impegni e, quindi, ha delegato il Ministro Ciriani. È evidente che quella risposta è una non risposta, ossia non viene dato alcun tipo di segnalazione puntuale con riferimento ai rilievi che abbiamo provato a fare, forse in maniera imprecisa e imperfetta, al Ministro Fitto.
È un po' il tratto distintivo di tutto il suo operato. Le parole d'ordine del suo mandato, infatti, non mi pare siano né “fare”, “attuare” e “realizzare”, ma “accentrare”, “sottrarre” e “impadronirsi”. Sì, perché al suo fianco, Ministro Ciriani, siede un altro Ministro a cui è stata sottratta una parte della responsabilità nella gestione delle politiche per le imprese, soprattutto di alcune grandi imprese.
Peraltro, se stiamo a guardare i fatti, aspettiamo, da più di 9 mesi, il pagamento della terza rata. Della quarta rata non ne parlate più. Invece, le risorse dell'Unione europea che abbiamo incassato si basano, in realtà, semplicemente sulle chiacchiere del Ministro Fitto.
Guardate che il castello, purtroppo, è crollato miseramente. Dei 16 miliardi di euro che dobbiamo ancora ricevere non si vede l'ombra e in tutto questo avete vessato, invece, comuni e regioni con un piano di riformulazione del PNRR che dovrebbe, per forza di cose, efficientare la spesa. Ma efficientare che se su quelle risorse, in realtà, erano già stati assunti impegni di spesa giuridicamente vincolanti? Efficientare che se, in realtà, quelle risorse venivano utilizzate per efficientare le scuole, per creare le case di comunità, per rifare la viabilità distrutta nei comuni a rischio di dissesto idrogeologico e per ammodernare e restaurare beni immobili confiscati alle mafie? Insomma, sono tutte chiacchiere per coprire, invece, un disegno che sembra abbastanza chiaro. Voi state utilizzando le risorse del Fondo di sviluppo e coesione e di tutta la politica di coesione con un effetto sostitutivo per il Mezzogiorno d'Italia, rischiando di depauperare anche le risorse che erano a disposizione delle regioni meridionali.
Pensavamo che in Puglia fossimo tra i pochi fortunati a conoscere l'incapacità politico-amministrativa del Ministro Fitto, ma, invece, è triste notare, con il passare dei giorni, che si sta guadagnando la stessa fama in tutto il Paese. Peccato, però, che il conto in questo caso lo pagherà il sistema Italia.