A.C. 911
Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, oggi questa Assemblea si appresta ad approvare in via definitiva un provvedimento che colma una lacuna del nostro ordinamento e rende giustizia a tanti tragici eventi che sono avvenuti negli ultimi anni. A onor del vero, un disegno di legge sull'introduzione di una specifica fattispecie di reato per l'omicidio nautico aveva già iniziato il suo iter nella scorsa legislatura, un percorso interrotto dallo scioglimento anticipato delle Camere, che oggi, dopo l'approvazione al Senato, arriva al traguardo, divenendo finalmente legge.
L'obiettivo della legge è aggiornare il nostro codice penale, disponendo che le stesse sanzioni previste per l'omicidio stradale e le lesioni personali stradali siano estese anche per i medesimi fatti delittuosi, che, purtroppo, avvengono in mare.
Nel 2016, il legislatore decise, giustamente, di intervenire inasprendo le pene per i reati della strada e quell'intervento ci ha aiutato a diffondere maggiore consapevolezza sulla gravità delle violazioni del codice stradale e sulle drammatiche conseguenze, che, troppo spesso, queste portano con sé. In seguito a quelle norme, ci sono stati progressi anche nella riduzione dei numeri delle persone decedute o gravemente ferite a causa di incidenti, ma, soprattutto, chi ha vissuto sulla propria pelle un evento del genere sa che tanto ancora c'è da fare, perché, al netto di ogni retorica, anche una sola vita strappata ai propri affetti, anche una sola tragedia causata dagli eccessi o dall'imprudenza, sarà sempre e comunque troppo, e inaccettabile. Non è un caso che in questi mesi si torni a parlare di modifiche al codice della strada e il Partito Democratico, proprio per queste ragioni, non può che accogliere con favore ogni iniziativa che vada nella direzione di una maggiore sicurezza sulle nostre strade. La stessa rigorosa e giusta considerazione, però, non è stata dedicata finora al mare: un'autostrada continua, senza strisce né segnali, ma che può comunque cerare pericoli per l'incolumità e la vita delle persone. Come spesso accade, anche in questo caso alcuni drammatici fatti di cronaca hanno spinto la politica a intervenire.
Il testo al nostro esame è quasi interamente analogo a quello approvato lo scorso anno: a differenza di quella versione, infatti, grazie anche a un paio di emendamenti presentati dal gruppo del Partito Democratico al Senato, è stata meglio precisata la fattispecie e si è modificata la procedibilità a querela per il reato di lesioni colpose, una modifica resasi necessaria anche per garantire una certa coerenza con l'impianto della riforma Cartabia.
Nella sostanza, si modifica il nostro codice penale, estendendo la disciplina relativa all'omicidio colposo stradale e la fattispecie di lesioni gravi o gravissime anche all'omicidio nautico e ai casi in cui le violazioni riguardino norme sulla navigazione marittima o interna. Si inaspriscono le pene per tutti e tre i reati: si prevede ora una pena da 2 a 7 anni per l'omicidio colposo nautico, da 3 mesi a 1 anno per le lesioni gravi e da 1 a 3 anni per quelle gravissime. A queste si sommano una serie di aggravanti che ricalcano quanto previsto per l'omicidio e le lesioni stradali: l'aver commesso il fatto in uno stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti o sostanze psicotrope, oppure per i casi in cui il fatto sia commesso in mancanza di patente nautica, o quando questa sia stata sospesa o revocata. Un'altra aggravante è prevista per la fuga del conducente che commette il fatto senza prestare soccorso, né segnalarlo alle autorità competenti. L'ultima novità riguarda, infine, le norme sull'arresto in flagranza di reato, nelle medesime modalità già previste per l'omicidio stradale.
Insomma, signor Presidente, siamo di fronte a un testo che è stato ampiamente condiviso nel merito, un testo che, però, avrebbe comunque potuto essere migliorato, in questi mesi. Riprendo quanto ha già avuto modo di spiegare, in sede di discussione generale e anche di presentazione degli emendamenti, il collega Casu, primo firmatario dei nostri emendamenti in Commissione.
Ci sono condotte che rappresentano delle aggravanti che, purtroppo, il testo in esame non riconosce come tali. È il caso, ad esempio, dell'utilizzo dello smartphone alla guida. Negli ultimi tempi le campagne di sensibilizzazione per avvertire gli utenti della strada dei pericoli che ne derivano hanno giustamente seguito il passo della diffusione dell'uso di questi dispositivi. In Commissione, chiedevamo lo stesso riconoscimento anche per le fattispecie di reato che stiamo introducendo ora, perché una conduzione in assenza di corsie o con meno utenti non può tradursi in un messaggio sbagliato, ossia che è possibile distrarsi di tanto in tanto mentre si governa una barca di qualsiasi tipo. E, sempre citando il collega Casu, “siccome questa rappresenta l'opportunità di innovare l'ordinamento in questo campo e aggiornarlo ai nostri giorni ai fenomeni che oggi sono più frequenti, credo che si sia sprecata un'occasione e che questa nostra mancanza ci spingerà di nuovo a intervenire nuovamente nel prossimo futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), sperando che non si tratterà di un intervento di reazione a un nuovo caso di cronaca. Per concludere, signor Presidente, all'inizio del mio intervento dicevo che questo provvedimento serve anche a rendere giustizia, una giustizia parziale, perché certamente tardiva, almeno per tutti i familiari delle tante vittime di omicidi nautici degli ultimi anni. Nelle discussioni di oggi e in tutte quelle che hanno accompagnato questa proposta di legge, diversi colleghi hanno dedicato un commosso pensiero a Greta Nedrotti e a Umberto Garzarella di 25 e 36 anni, che furono travolti e uccisi da un motoscafo condotto da due persone sotto l'effetto di alcol, il 19 giugno 2021 sul lago di Garda, come pure è stata ricordata la vicenda di Luca Fusi, di soli 22 anni, anche lui ucciso a pochi giorni di distanza, il 25 giugno 2021, sul lago di Como dal motoscafo di un turista belga, oppure l'episodio più recente, dello scorso 3 agosto, in cui una turista americana, Adrienne Vaughan, ha perso la vita in seguito ad un altro incidente, questa volta nelle acque di Amalfi, lasciando due piccoli figli senza madre. Ecco, care colleghe e cari colleghi, oggi è una giornata importante perché l'auspicio con questa legge è, ancora una volta, quello di diffondere maggiore consapevolezza, di far capire l'importanza delle regole e della loro osservanza per salvaguardare la propria incolumità e quella altrui anche in mare o in un lago ed è chiaro che, per quanto sanzioni più severe possano essere d'aiuto, il lavoro da fare è più vasto e profondo. Per questo, mi auguro che le nuove norme siano accompagnate anche da una serie di iniziative che guardino alla prevenzione come obiettivo primario, perché la vittoria non è punire con maggior rigore, ma non avere nessuno cui infliggere una pena, né di cui piangere la morte. Per queste ragioni, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico.