Il decreto che dovrebbe individuare le aree disponibili per l‘insediamento di impianti per energie rinnovabili appare confuso e inutile rispetto agli obiettivi che dovrebbe raggiungere. Criteri troppo ampi che lasciano di fatto tutto libero, rischio far west per l’agrivoltaico con regole più restrittive di quelle dei progetti già presentati senza che ci sia un indirizzo operativo, forti critiche dalla maggioranza delle regioni dopo che il documento è stato depositato in conferenza Stato Regioni venerdì scorso. Una sorta di vorrei ma non posso che dimostra quanto la strategia confusa di un Governo per grande parte negazionista climatico, populista e libertario nel suo profondo emerga quando occorre dare regole certe a cittadini e imprenditori.
Il rischio che si corre è che i progetti già presentati vadano oltre le deboli regole che sono definite nel decreto e che siano le commissioni ministeriali e regionali ad entrare in difficoltà. Nella scelta di aree disponibili o vietate, percentuali di aree agricole utilizzabili e sanzioni per chi non provvede a fare la sua parte. In più manca totalmente una strategia che riguardi l’eolico offshore che molti paesi europei hanno regolamentato, in qualche caso mettendo all’asta le disponibilità, non per fare cassa quanto per mantenere un controllo su impianti che possono porre problemi di sicurezza nazionale. Insomma, tanta confusione nel Governo e un rischio far west nelle rinnovabili sono la conseguenza naturale di un decreto scritto male nonostante un anno di lavoro governativo”. Lo dichiara Silvio Lai, deputato Pd della commissione bilancio della Camera.