A.C. 1373-A
Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo, prima di entrare nel dettaglio dei contenuti di questo provvedimento, vorrei rivolgermi, Presidente, per suo tramite, alla Presidente del Consiglio per chiedere se sia sempre dello stesso avviso rispetto all'uso smodato che i Governi fanno della decretazione d'urgenza oppure se, come sembra, abbia cambiato idea. I numeri, 40 decreti in 11 mesi di Governo, più di chiunque altro nella storia della Repubblica, ci fanno credere che abbia cambiato idea, effettivamente, anzi, che non solo abbia cambiato idea ma che si sia trovata talmente bene con questa cattiva prassi da averne fatto oramai una regola della sua gestione.
Qualche tempo fa - riprendo anche una parte dell'intervento del collega De Raho, fornendo qualche elemento in più dal punto di vista storico - e, con esattezza il 15 maggio 2020, l'attuale Presidente del Consiglio chiedeva in quest'Aula cosa ci fosse di così urgente “da scavalcare il Parlamento, da giustificare l'adozione del decreto Rilancio”. Si trattava in quest'Aula quel provvedimento. Si chiedeva la presidente Meloni, e chiedeva a noi tutti, se avessimo ancora una Costituzione in Italia. In quel giorno, io c'ero e, come me, c'erano anche molti dei presenti. Era, come sappiamo, un periodo eccezionale da tutti i punti di vista, perché la pandemia aveva sconvolto il nostro Paese e il mondo intero. Non avevamo strumenti per fermare il COVID e salvare vite, né ricette magiche per frenare il collasso dell'economia. Il decreto Rilancio era uno dei primi tentativi - tra l'altro, a mio avviso, ben riuscito - per dare un sospiro di sollievo al sistema Paese. Malgrado la straordinarietà di quel periodo, se dovessimo pensarla come la Presidente, oggi saremmo costretti tutti a ricrederci, perché una pandemia, a suo dire, non giustificava l'adozione di un decreto-legge, mentre oggi una serie di circostanze urgentissime - sottolineo urgentissime - tra cui i rave party, i poteri forti che ci mandano orde di immigrati, la riforma dell'8 per mille, il ponte sullo Stretto di Messina reclamano l'uso della decretazione d'urgenza.
Come se non bastasse, Presidente, siamo davanti a un fenomeno molto increscioso, che sta dilagando, da quando c'è questo Governo. Parlo dell'eterogeneità dei contenuti di un decreto-legge. Il provvedimento che abbiamo all'esame oggi ne è una prova lampante. Vi cito solo una parte degli argomenti che sono trattati in questo in questo decreto: intercettazioni, procedimenti civili dinanzi al tribunale dei minori, dirigenze varie, reato di incendio boschivo, tutela dell'orso marsicano, destinazione dell'8 per mille IRPEF, norme sul COVID, riordino del Ministero della Cultura, celebrazioni di San Francesco d'Assisi, costo dei biglietti dei musei, trattenimento in servizio di dirigenti pubblici e incarichi a soggetti in quiescenza. Si trattava soltanto di disciplinare qualche piccola materia che restava oggetto di intervento legislativo. Devo dire la verità: scorrendo tutte le materie oggetto di questo decreto, in questo lungo elenco di argomenti ho trovato un nesso, l'unico che mi pare logico, quello tra San Francesco e la salvaguardia dell'orso marsicano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), ma non mi sembra, comunque, sufficiente a garantire l'omogeneità del decreto. Battute a parte, non c'è molto da ridere, purtroppo, signor Presidente. Questo provvedimento è irricevibile, non solo perché tradisce nei suoi presupposti il dettato costituzionale ma anche per i suoi contenuti. Partendo dal tema delle intercettazioni, dall'inizio della legislatura assistiamo a un continuo botta e risposta tra Ministro e parlamentari di maggioranza e tra forze politiche che sostengono la stessa maggioranza. Il tema è sempre lo stesso: allargare o restringere le maglie delle intercettazioni. Questo accade a giorni pari e giorni dispari. Siamo costretti ad ascoltare dichiarazioni imbarazzanti che hanno davvero fatto tremare i polsi a chi crede nell'impegno incessante e indiscutibile delle Forze dell'ordine e della magistratura nel combattere la mafia. Con il primo articolo di questo provvedimento mettete una toppa di gran lunga peggiore del buco. Per sconfessare le dichiarazioni del Ministro Nordio sul concorso esterno rischiate di far saltare l'uso delle intercettazioni sui processi in corso. Un disastro annunciato, verrebbe da dire, perché in Commissione abbiamo tentato, insieme al collega Gianassi e agli altri colleghi della Commissione, in più occasioni di farvi cambiare idea, chiedendovi di utilizzare uno strumento più consono, ossia quello della norma di interpretazione autentica, che avrebbe fatto salvi gli effetti passati e presenti. Un'ipotesi che peraltro era stata ventilata dalla stessa Presidente del Consiglio ma che è stata spazzata via, come spesso accade, con grave imprudenza e fretta.
Se da oggi le nuove disposizioni che state approvando renderanno di fatto illegittimo l'utilizzo delle intercettazioni in talune situazioni, la responsabilità sarà solo e soltanto vostra. È vero, signor Presidente, non siamo in un contesto emergenziale e certamente molte prescrizioni - parlo, ovviamente, delle norme sul COVID - non si addicono più alla situazione odierna. Però, il COVID esiste ancora e prende ogni giorno nuove forme, speriamo non più aggressive delle precedenti, ed è purtroppo vero che questo Governo sta facendo poco e niente per difendere i più fragili, coloro che sono obbligati a prendere le misure dal virus, che non hanno alternative, che non possono consentirsi ritardi. Solo ieri, dopo i numerosi appelli del PD e del collega Casu, in particolare, sono state pubblicate le indicazioni per la campagna vaccinale degli over 60. Un passo in avanti ma tardivo, visto che la macchina sarebbe dovuta già partire dagli inizi di ottobre. Se sul fronte COVID questo Governo si è assopito nel suo torpore, c'è un altro ambito dove ha dimostrato grande vivacità, ossia nello spostare e moltiplicare poltrone e poltroncine. Gli articoli che trattano la riorganizzazione del Ministero della Cultura sono in tal senso emblematici e, devo dire, creativi. Si scardina un sistema, quello per direzioni generali, che ha sempre caratterizzato il dicastero per sostituirlo con uno a base dipartimentale. Non c'è, ovviamente, da credere a ragioni di natura diversa rispetto a una volontà di controllare la dirigenza della cultura e, più che di controllarla, di sorvegliarla. State introducendo lo spoils system per assoggettare dirigenti, per darvi la libertà di brandire il trasferimento o il demansionamento ogni qualvolta dovesse levarsi una voce fuori dal coro. Tutto ciò lo si fa nel mentre dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, come se non bastassero i problemi che già abbiamo nella messa a terra dei progetti. Di questo, ovviamente, parleremo molto approfonditamente nei prossimi giorni.
Ci sarebbe molto altro da dire. La questione dell'8 per mille è un'iniziativa quasi condivisibile, se non fosse, come al solito, condita dalla peggiore propaganda. Intendiamoci, la lotta alle droghe e il recupero dalle tossicodipendenze sono fronti che ci vedono uniti sempre, ma davanti a questo genere di misure non possiamo che evidenziare ancora una volta le vostre contraddizioni. Avevamo proposto un emendamento per raddrizzare l'approccio, come al solito, colpevolista della destra, chiedendo che le risorse fossero destinate anche a prevenire le tossicodipendenze, non solo a recuperarle. In secondo luogo, dobbiamo chiarire un equivoco. Qui non si mettono nuovi fondi su una partita delicata e importantissima come quella del recupero delle dipendenze. Si attinge allo stesso paniere, che destinava risorse alle calamità naturali, all'assistenza dei minori stranieri non accompagnati, all'edilizia scolastica, alla conservazione dei beni culturali e ad altri temi, e lo si divide in più parti.
Quindi, nessun euro è stato messo in più su questo tema così importante e delicato. Non facciamolo passare per un intervento specifico, allora, a cui questo Governo ha voluto dedicare una particolare attenzione, perché, altrimenti, per onestà intellettuale, dovreste dire anche a chi state togliendo quei soldi: alle scuole, ai rifugiati e ai disastri che colpiscono ricorrentemente il nostro territorio.
Mi avvio alla conclusione, signor Presidente, partendo da un paio di domande per la maggioranza. Quante altre volte il Presidente della Repubblica sarà costretto a lanciare moniti affinché questo Governo rispetti la Costituzione? Quante altre volte saremo costretti ad assistere all'umiliazione di questo Parlamento, usato come passacarte dal Governo, obbligato a convertire in legge decreti matrioska, in barba ad ogni limite costituzionale e possibilmente senza dire una parola?
Voglio terminare il mio intervento con un augurio, Presidente. Un augurio alla Presidente Meloni a ritrovare la sua serenità e soprattutto la sua coerenza, visto che non c'è ambito della sua attività di Governo che non ci costringa a riprendere le sue vecchie dichiarazioni che dicono l'esatto contrario di quello che sta facendo.
Un augurio alla maggioranza di questo Governo affinché ritrovi armonia, perché di risse tra Ministri e parlamentari ne abbiamo viste fin troppe e, a causa delle vostre scazzottate, ci rimette sempre il Paese, ricordatevelo.
E, infine, un augurio agli italiani di uscire quanto prima da questo incubo chiamato Governo Meloni, che ha isolato l'Italia nel mondo e ha abbattuto ogni aspettativa di crescita economica e benessere sociale nel nostro Paese. Credo si sia intuito che il Partito Democratico voterà contro questo provvedimento.