Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire, perché la giornata di ieri è stata, purtroppo, segnata da violenti scontri tra le Forze dell'ordine e un gruppo di studenti che contestavano le politiche del Governo, in occasione della presenza della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Torino, al Festival delle regioni e delle province autonome. Credo che ciascuno di noi abbia visto i video, che ormai hanno assunto una dimensione virale. Da quelle immagini si vede con chiarezza la carica nei confronti degli studenti che manifestavano a volto scoperto e senza oggetti e certamente non erano una minaccia per la sicurezza e l'ordine pubblico.
Ricorderete che, circa un anno fa, nel suo primo intervento da Presidente del Consiglio, in quest'Aula, Giorgia Meloni rivendicò il fatto di essere cresciuta nelle manifestazioni di piazza. Io credo che anche quei 300 ragazzi abbiano tutto il diritto di crescere nelle piazze, senza cadere nelle violenze. Da questo punto di vista, credo che sia importante che, da parte del Governo, ci sia una risposta anche nelle Aule parlamentari.
Noi, come Partito Democratico, certamente, presenteremo un'interrogazione al Ministro Piantedosi, perché l'uso della forza da parte delle Forze dell'ordine, guardando quelle immagini, è totalmente sproporzionato rispetto al contesto. Era davvero necessario arrivare alle cariche per fermare un corteo di 300 studenti a volto scoperto? Perché lo scontro era, magari, anche aspro dal punto di vista dialettico, certo, ma non era violento da parte di quei ragazzi.
Allora, vogliamo sapere dal Ministro chi ha scelto e chi ha autorizzato la carica, perché lo ha fatto e sulla base di quali elementi. È doveroso che il Governo risponda a queste domande in quest'Aula, davanti a tutto il Paese, e che si assuma la responsabilità di verificare fino in fondo cosa è successo a Torino ieri. Anche perché, Presidente, questi episodi non sono rari nel nostro Paese e riaprono il tema, più volte sollevato dalle organizzazioni internazionali, tra le tante penso ad Amnesty International, del numero identificativo per gli agenti. Non dimentichiamo - e la mia generazione non lo dimentica - che siamo la generazione del G8 di Genova, di Aldrovandi e di Cucchi. Per 10 anni, c'è stato un segnale che le violenze delle Forze dell'ordine non sarebbero state tollerate.
Non vorrei, invece, che il Governo, con i suoi atti e le sue parole, stia dando a qualcuno l'impressione che serve il pugno duro e la repressione del consenso. Non si può perdere l'equilibrio al punto di picchiare studenti evidentemente disarmati in piazze. Non è saggio e non è possibile, soprattutto perché ci sarà legittimamente un autunno di critica alle politiche del Governo e nessuno può permettersi di alzare così la tensione. Dico che vale per tutti e soprattutto dico con chiarezza che noi questo non lo permetteremo.