A.C.854-A
Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, dirò subito che il Partito Democratico voterà favorevolmente su questa proposta di legge. Lo dico per togliere ogni dubbio anche rispetto ad alcune valutazioni che, invece, vorrò fare in questo mio intervento in dichiarazione di voto. Voteremo a favore perché siamo consci di quanto l'intervento dello Stato e di tutti noi sia fondamentale in tale ambito e perché spesso, quando si parla di STEM, ci si trova davanti la faccia incuriosita di chi ancora non ha messo a fuoco non tanto che cosa voglia dire questo acronimo, che ormai abbiamo imparato a decodificare, ma quanto fondamentale, sia invece, oggi, l'importanza di queste materie per il futuro dei nostri giovani.
Il superamento degli stereotipi di genere e l'incentivazione dello studio di queste materie è una delle priorità strategiche indicata nella Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2025, in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e della Strategia europea. Prima di me è intervenuta l'onorevole Bonetti. Da Ministra lei fece, rispetto a questi temi di cui oggi trattiamo, insieme ad altri Ministri di quel Governo, un lavoro molto importante.
I dati, che molto spesso sono stati citati e che riguardano lo studio delle materie STEM nel nostro Paese, sono particolarmente critici, lo abbiamo visto e lo abbiamo ascoltato. Sono critici in Europa, ma in Italia lo sono ancor di più, se pensiamo che solo il 24 per cento dei laureati tra i 24 e i 35 anni sceglie di studiare e di concentrarsi sulle materie STEM, nonostante - e questo, a mio avviso, è il dato che dovrebbe indurci a riflettere con più attenzione rispetto alle opportunità che ai nostri giovani vengono tolte, non concentrandosi in maniera specifica su questi temi - l'85,3 per cento dei nostri giovani trovi occupazione in queste materie. Che significa? Significa che i nuovi posti di lavoro che verranno creati nel prossimo futuro saranno collegati alle materie STEM. Se si guarda al dato, poi, relativo alla situazione femminile, lì veramente rischiamo di essere presi da scoramento, tant'è che anch'io sono rimasta turbata dal fatto che il Governo non abbia voluto accettare tutti gli emendamenti che noi abbiamo previsto e proposto rispetto a questo tema. Il dato è allarmante, perché solo il 17,6 per cento delle donne consegue un titolo di studio in questo campo, rispetto al 33,7 per cento degli uomini. Le donne che decidono di fare gli studi STEM sono la metà rispetto ai loro colleghi maschi. Ha capito, Sottosegretario, perché noi abbiamo così voluto e chiesto che i nostri emendamenti venissero accolti? Perché oggi, come dicevo, essere tagliati fuori da quel percorso precluderà opportunità di lavoro e un'adeguata retribuzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È questo il tema che riguarda le nostre ragazze, oltretutto - e questa è una cosa che non ho sentito, ma che, a mio avviso, va sottolineata - la mancata conoscenza delle materie STEM può comportare il rischio di vivere il presente senza padroneggiarlo. Guardiamo a quanto è successo e a quanto sta succedendo nelle nuove generazioni: la contemporaneità richiede una quantità sempre maggiore di consapevolezza, di competenze, di conoscenze. Certo è che l'uso quotidiano delle tecnologie da solo non è in grado di garantire una piena consapevolezza e abbiamo naturalmente bisogno anche di altri strumenti, però c'è la necessità per i nostri ragazzi di avere piena cittadinanza nel mondo di oggi padroneggiando proprio queste materie perché da soggetto passivo diventino soggetto consapevole. Su questo, a mio avviso, noi davvero dobbiamo ulteriormente approfondire il nostro lavoro in quest'Aula.
Mi faccia ricordare gli investimenti che sono stati fatti su questa materia. Il Governo Draghi - lo ricordò lui stesso quando si recò in visita all'Istituto nazionale di fisica nucleare -, stanziò 30 miliardi per la ricerca. Di questi, un miliardo - se penso che oggi siamo qui a parlare di 2 milioni di euro vengo colta da spavento – per investimenti dedicati alle materie STEM per colmare il divario di genere. Cito testualmente: perché altrimenti non sarà possibile realizzare il pieno potenziale della ricerca. Per fare questo è necessario puntare sulle donne.
Il dato, riferito al gender gap nello studio delle materie STEM, risulta ancora molto preoccupante perché affonda - è stato detto da molte e da molti intervenuti prima di me - le proprie radici in stereotipi di genere che hanno radici profonde e che partono dalla famiglia, secondo l'antica consuetudine. Quante se lo saranno sentito dire: ma tu sei più portata per le materie umanistiche. Ecco da lì, dalla scuola. Riflettiamo sul fatto che le nostre studentesse hanno meno fiducia delle proprie capacità in ambito STEM; le ragazze di oggi se interrogate sulla percezione che hanno di loro stesse dicono di essere meno adatte a questo tipo di materie. Dovremmo saltare sulla sedia per queste affermazioni. Pensiamo ai libri, ai libri di scuola che ancora oggi descrivono gli ingegneri come maschi e le maestre e le infermiere come donne, perché le donne sono adatte ai ruoli di cura. Bisogna sostenere anche qui i genitori e gli insegnanti affinché incoraggino le studentesse a studiare le materie STEM.
Oggi siamo chiamati a votare, con questa proposta di legge, l'istituzione della Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, e, come ho anticipato in premessa, noi voteremo a favore perché reputiamo che costituisca un passo avanti, che accende comunque un faro rispetto a un argomento che ci sta molto a cuore, tuttavia, in tutta onestà, ritengo che l'orientamento - perché questo è il fulcro di questa proposta di legge - non sia esaustivo per approcciare in modo completo e concreto questo tema. Penso che noi avremmo dovuto e dovremmo concentrare il nostro impegno su ciò che riguarda l'apprendimento, l'acquisizione di competenze, la formazione. Alcuni di questi principi sono enunciati nella proposta di legge che ci accingiamo a votare, ma, fatemelo dire, come possiamo pensare di ottenere questi risultati così ambiziosi se vengono stanziati 2 milioni di euro per un'unica annualità? Questo rischia di essere il libro dei sogni e noi ai nostri ragazzi non vogliamo raccontare sogni, ma vogliamo che vedano tracciata la strada, vogliamo che vedano un aiuto concreto.
Se vogliamo realmente affrontare questo divario sono molte le azioni che dobbiamo mettere sul campo, metodi alternativi di alfabetizzazione, borse di studio per le studentesse, corsi di formazione professionale e tirocini formativi, corsi di dottorato industriale, facilitando così il passaggio dall'università al mondo del lavoro.
Noi sappiamo che non basta avere delle giornate internazionali per ricordarci dell'importanza delle STEM: è stato citato l'11 febbraio, ma noi abbiamo già il 12 maggio che è la Giornata delle donne nella matematica, mentre il 23 giugno celebriamo la Giornata delle ragazze e delle donne nell'ingegneria. Adesso avremo una settimana completa e questo ci tranquillizza, però noi dobbiamo partire dal presupposto che le materie STEM stimolano il pensiero critico e analitico e favoriscono strumenti per risolvere situazioni complesse, come quelle che hanno affrontato tantissime grandi donne. Voglio ricordarle partendo da Lucia Votano che dice: il mio messaggio alle giovani donne è “non abbiate timore di intraprendere la carriera della ricerca scientifica perché non ci sono limitazioni genetiche al vostro impegno, ma solo residui di una mentalità e di un'educazione ormai superate”. Per Lucia Votano e per le ragazze che magari ci ascolteranno incuriosite e si chiederanno ma che cosa faranno mai per noi in questa Camera dei deputati ricordiamo Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, la Giannotti, ricordiamo la premio Nobel per l'Economia che ci ha spiegato e ha messo nero su bianco la vicenda del gender gap.
Per tutte queste ragioni, noi, senza fretta ma con grande determinazione, Presidente, voteremo a favore di questa legge.