Grazie, Presidente. Oggi piangiamo le vittime di questo evento terribile e tremendo che la settimana scorsa ha sconvolto le vite di tutti noi. Piangiamo le otto vittime, piangiamo le storie di tante persone, di migliaia di persone che hanno perso, nell'arco di poco tempo, tutto o comunque tanto della loro vita. Piangiamo insieme a Lorenzo, che è uno dei grandi imprenditori di quella zona, che ha visto la propria azienda riempirsi di fango e acqua e, fin dalle ore seguenti, era a liberarla, con i lavoratori e con le tante persone che provano a dargli una mano. Piangiamo insieme a Vania, che ha investito tutti i propri soldi nel ristrutturare la casa con i propri genitori e quella casa, fino a poco tempo fa, fino a poche ore fa, era riempita d'acqua. Piangiamo insieme alle migliaia di Vania e Lorenzo e piangiamo e siamo vicini a una terra, a un territorio forte, di caratteri forti, che in quella parte di quello specifico territorio, la Toscana, rappresenta il cuore produttivo di quella regione e uno dei centri produttivi più importanti del nostro Paese. Piangiamo perché noi che siamo quelli che Curzio Malaparte ha definito “maledetti toscani” - e si definì maledetto toscano - siamo certo spigolosi, “spregiosi” - come diciamo dalle nostre parti - e un po' sprezzanti ma laboriosi, concreti, appassionati, ingegnosi, spiriti liberi. Questi caratteri, queste caratteristiche nell'arco del tempo hanno plasmato anche il carattere degli italiani e hanno contribuito a ridefinire e a definire la comunità nazionale, l'identità della comunità del nostro Paese. Anche per questo credo che quella vicenda sia non soltanto una vicenda che riguarda la Toscana ma una vicenda che riguarda tutti noi, che riguarda tutto il Paese. Anche per questo credo che da questa vicenda si possa uscire solo in un modo, tutti insieme, unendoci, superando le differenze, facendo prevalere il senso dello Stato e la presenza dello Stato, quindi unendoci rispetto alla battaglia contro i cambiamenti climatici, per rafforzare l'impegno contro il dissesto idrogeologico, provando a dare segnali, fin da ora, fin da queste ore, non solo per finire di ripulire quelle città, che sono invase dal fango e dall'acqua, ma anche per dare sostegno concreto e aiuto concreto agli imprenditori, alle famiglie, alle persone che sono in ginocchio. Noi dobbiamo dare anche un segnale forte e abbiamo una grande responsabilità perché, in queste ore buie, si è accesa una luce che sembrava tenue ma è molto forte. C'è la presenza della Protezione civile e dei tanti volontari ma c'è stato un attivarsi incredibile, spontaneo, di migliaia di persone, in gran parte giovani, anzi, giovanissimi, ragazze e ragazzi, che possiamo definire nuovi “angeli del fango”, che si sono rimboccati le maniche e sono andati a pulire le città invase dal fango. Questa speranza che si riaccende non possiamo deluderla, non possiamo voltarci dall'altra parte. Quindi, credo che le istituzioni a tutti i livelli, i comuni che sono in ginocchio, la regione, in questo caso la regione Toscana, che si sta impegnando e sta facendo tutto ciò che è possibile, e il Governo, debbano provare a marciare uniti, insieme, facendo sentire forte la presenza dello Stato.
Data:
Martedì, 7 Novembre, 2023
Nome:
Emiliano Fossi