A.C. 1458-A
Grazie, Presidente e, tramite lei, grazie anche al collega Iezzi che ci ha aggiornato sulla sua lettura su cooperative, immigrati magrebini, vestiti di marca. Si è dimenticato di parlare del decreto, ma questo è un dettaglio dentro quest'Aula, forse potrà farlo in un'altra occasione ).
Comunque, lo ripeto anch'io. Un anno di Governo, quattro decreti sull'immigrazione, fanno uno a trimestre, come le vecchie pagelle. Di più, voi avete introdotto la norma incivile sulla cauzione di 5.000 euro per non finire in un centro di accoglienza, fino a quell'Accordo con l'Albania che costerà molto, complicherà tanto e non risolverà nulla. La realtà è che non sapete come gestire quella che da molti anni oramai battezzate un'emergenza, ma che un'emergenza non è perché appartiene a questo nostro tempo, come l'acqua al mare. E per questo chiede uno sguardo coerente sul piano umano, con i nostri principi di civiltà. Voi sapete cosa noi pensiamo sulla gravità di queste norme ed è una gravità che, calpestando la Costituzione, colpisce lo Stato di diritto. Lo fate sulle modalità di espulsione nei casi di persone presenti da anni in Italia, integrate nel lavoro e nella casa. Da domani potranno venire espulse a discrezione del ministro dell'Interno per supposti gravi motivi di ordine pubblico, sicurezza dello Stato. In alcuni casi la misura sarà disposta direttamente dal Prefetto. Ancora, le misure restrittive sul diritto di difesa del soggetto espulso, in questo caso con una violazione di ben tre sentenze della Corte costituzionale. Ma soprattutto in una misura inedita voi colpite i più fragili. È stato detto molte volte in quest'Aula, in queste ore, in questi giorni, minori stranieri non accompagnati, terminologia che sa molto di polvere e di burocrazia, ma parliamo di sedicenni, partiti spesso del girone più infernale del mondo, lì dove si muore di fame o di guerra, e che dopo mesi o anni rischiano di essere collocati in un centro per adulti, con una promiscuità che le leggi e le norme europee oggi vietano. Allora in questa furia emergenziale, colleghi, dov'è, dove è rimasto, dove si è perduto l'interesse superiore del minore? Il tema, secondo noi, è che ad essere sbagliata è la premessa, l'idea che quelle ragazze e quei ragazzi, di per sé, costituiscano un pericolo? L'abbiamo appena ascoltato dalle parole dei banchi che adesso rumoreggiano, costituiscono un pericolo in sé e giungano da noi per inquinare la purezza della nazione o per delinquere o per attentare alla nostra sicurezza. È incredibile, guardate, in questo brusio d'Aula - io lo dico lo stesso - come voi possiate cancellare le storie, le biografie di questi giovanissimi, di questi innocenti, colleghi, perché questo sono: innocente, dal latino, che non può nuocere, che non può fare del male (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Come quel ragazzino - lo ha ricordato qui la collega Boschi poco fa - con la pagella cucita nel giubbino, a casa sua aveva una madre, una sorella, una zia, devono aver pensato ha solo questa pagella, ma se la porta capiranno che vuole solamente studiare, no? O come quella creatura, colleghi, annegata il 5 ottobre di 10 anni fa nella tragedia di Lampedusa: l'hanno ripescata e ai piedi aveva delle scarpe di vernice di quelle che si usano nei giorni della festa, perché partendo la madre aveva spiegato che in una casa nuova ci si va vestiti bene.
Ecco voi a questa Spoon River che ci inchioda alle nostre coscienze, replicate con il sospetto …Grazie, Presidente, anche perché stiamo parlando della vita e della morte di persone umane.
Voi pensate questi arrivano qua e fingono di essere minorenni e cosa fate, anziché creare dei CAS dedicati o una collaborazione con i comuni, cambiate le norme sul riconoscimento della minore età? Voi stabilite che si può procedere anche in modo sbrigativo a quel riconoscimento con margini di incertezza nell'ordine di alcuni anni, però quando di anni tu ne hai 16 un pugno di mesi ti cambia il destino. Stamane avete persino respinto un ordine del giorno che diceva tornate qui. Sottosegretario Molteni, tra sei mesi, un anno, con un rapporto sull'impatto di queste misure avete detto di no ed è un no che parla per voi. Avete smantellato il sistema SPRAR, la forma più efficace di accoglienza diffusa con l'impegno di oltre mille comuni; ora ai comuni destinate qualche risorsa per la gestione dei rifiuti, norma apprezzabile ma qualcosa vuol dire se l'unico pensiero per quel patrimonio di solidarietà è garantire un bonus della gestione dell'immondizia.
Sottosegretario Molteni, colleghi, vado a concludere. I profughi forzati nel mondo sono 114 milioni. Vent'anni fa erano meno della metà. 114 milioni quasi il doppio degli italiani e non è neppure vero che questa marea umana voglia venire tutta in Europa. L'85 per cento di chi fugge da Paesi africani in Africa vuole comunque rimanere, il che imporrebbe un piano decennale di aiuti alla cooperazione, quella voce che voi tagliate e che sola può aiutare i popoli angosciati. Vedete si evoca spesso il populismo, ma il populismo non ha bisogno di un popolo, gli serve un pubblico. Ecco voi questo lo avete capito e voi da anni gestite l'immigrazione, voi usate l'immigrazione come un palcoscenico a favore del vostro pubblico: i numeri, le vite, le storie, la fatica, il dolore e la speranza sono calibrati sulla misura del consenso e della ragione del brusio di quest'Aula dai banchi della maggioranza e della ragione - lo ha ricordato il collega Fornaro - che spiega gli 805 tweet del capo della Lega nel 2020 e gli 8 - dicasi 8 - che ha dedicato al tema in questo 2023, col dettaglio che gli sbarchi rispetto ad allora si sono triplicati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Alla fine di tutto questo però sapete il punto qual è? Il punto è che un corpo sepolto in fondo al Mediterraneo non sarà mai un dividendo elettorale. Ha ragione chi lo ripete e non capisco la barca che galleggia con fatica se guardo solamente la barca. E' così e per ogni barca c'è un prima e c'è un dopo. Voi da anni non vi occupate del prima; voi da un anno con questa bulimia di decreti non vi occupate del dopo. Avete campato anni, forse avete anche vinto le elezioni, e state oggi sui banchi del Governo, parlando di blocco navale, frontiere murate.
Mentivate a voi stessi, ma non eravate soli, questo no, ve lo riconosciamo, perché la tentazione di costruire muri sempre più alti è vasta, a Est, tra i Paesi baltici e la Russia, a Sud, tra l'Austria e la Slovenia, Ungheria e Serbia, Macedonia e Grecia, Bulgaria e Turchia; poi controlli, respingimenti, tra Francia e Gran Bretagna, Italia e Croazia, con la pantomima ridicola della sospensione di Schengen, al confine orientale. In totale sarebbero 1.800 chilometri di nuovi muri anti migranti costruiti in Europa da quando il muro più celebre e odiato del Novecento è crollato nel cuore di Berlino. Il paradosso è che una parte della vostra maggioranza, quelli del brusio, applaude quando, altrove, nelle urne, vincono i nemici dell'Italia e di una politica di integrazione, anche nella responsabilità dell'accoglienza e della distribuzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma questo, lasciatemelo dire, colleghi della maggioranza, è davvero un fenomeno piuttosto curioso. Diciamo che voi siete dei veri patrioti ma lo siete con le Patrie degli altri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non vedete il dramma, la fatica di chi cerca solamente un luogo capace di accoglierlo, almeno di salvarlo, di tendergli una mano, un salvagente; invece, voi punite quelli che il salvagente glielo lanciano.
Chiudo davvero Presidente. Alla domanda: “Chi è il mio prossimo? Chi è il mio prossimo?” Gesù risponde con la parabola sull'uomo aggredito lungo il sentiero da Gerusalemme a Gerico. Da 2000 anni il mondo è dinanzi alla scelta su chi debba prevalere sopra quel sentiero: se il sacerdote, il levita o il samaritano. Noi non pretendiamo da voi la risposta, ci basterebbe soltanto che rammentiate la domanda. E, tramite lei, al collega Iezzi vorrei dire che alla frase appena recitata in quest'Aula: “non possiamo stare con le mani in mano”, forse, lui, la maggioranza e questo Governo dovrebbero rispondere, guardando a quel numero, 25.000 corpi sepolti in fondo al Mediterraneo, che mai vedranno una sepoltura.
Tra qualche minuto voterete il quarto decreto di una lunga serie: peggiorerà le cose e, a febbraio, marzo tutt'al più, con il primo caldo e il mare clemente, tornerete qui con un quinto decreto per fermare l'emergenza che non c'è. Ci troverete dove siamo adesso, al nostro posto, convinti, a differenza vostra, che ogni confine non per forza separi ma abbia la potenza di unire. Confine, cum finis, la fine che ho in comune con l'altro, non che dall'altro mi separa, in fondo è la più profonda differenza tra la destra e tutto quello che destra non è e che si può chiamare in molti modi: tolleranza, solidarietà, rispetto o se preferite si tratta solamente dello spirito che dovrebbe unire questi banchi, quando si parla del destino di milioni di persone, ma in quel caso non servirebbero parole, basterebbero la pietà verso i fragili e un senso di umanità. Cercateli se potete e semmai vi capitasse di trovarli, portateli in quest'Aula e l'Italia, assieme a noi, ne renderà merito. Purtroppo, quel giorno sembra drammaticamente lontano e anche per questo ancora una volta tra pochi minuti noi voteremo no.