Grazie Presidente. Il Partito Democratico ha ritenuto necessario presentare questa mozione per la gravità del conflitto in corso in Medio Oriente, perché pensiamo che sia necessario che questo Parlamento si esprima per un immediato cessate il fuoco umanitario, al fine di liberare tutti gli ostaggi, di fermare il massacro di civili, di portare tutti gli aiuti umanitari necessari alla popolazione civile palestinese e di riprendere finalmente un percorso di pace in Medio Oriente verso la soluzione politica di due popoli e due Stati, che si riconoscano reciprocamente e che vivano in pace e in sicurezza. Non è da oggi che chiediamo un cessate il fuoco umanitario - il Partito Democratico lo chiede sin da ottobre -, ma in questi mesi la situazione è solo peggiorata: in questi 4 mesi secondo le Nazioni Unite, dopo gli oltre 1.200 morti del brutale attacco terroristico di Hamas, sono morti oltre 28.000 palestinesi, per più del 70 per cento donne e bambini. Quelli rimasti uccisi, secondo Save the children sono 10.000 e gli sfollati costretti a fuggire verso il confine a Sud sono 1.900.000 dei 2.200.000 abitanti della Striscia di Gaza, persone costrette a lasciare le proprie case. Dall'inizio delle operazioni militari a Gaza, sono morti 150 membri e forse più del personale delle Nazioni Unite e oltre 79 giornalisti e operatori dei mezzi di informazione. Tra i morti, colleghi, avrete letto tutti in questi giorni la storia tragica di Hind Rajab, di 6 anni, che era sopravvissuta ad un attacco israeliano all'auto con cui, insieme ai parenti, stava cercando di evacuare dalla città e sulla macchina c'erano i cadaveri di due zii e di tre cugini. Era riuscita però a chiamare i soccorsi, ma poi è stata bombardata anche l'ambulanza dei soccorritori che stavano andando a cercarla e sono morti entrambi carbonizzati, anche la piccola Hind è stata trovata morta. Gaza è un territorio dove nessun luogo è sicuro per le persone: la storia ci giudica su quello che accade, ma non domani, ci giudica già oggi. E noi lo diciamo dall'inizio: Hamas - il cui brutale attacco tutti abbiamo condannato con nettezza - non è il popolo palestinese e fare questa equazione non sarebbe solo un errore, ma anche un favore ad Hamas, che invece va isolato nel popolo palestinese e nel mondo arabo. Ma quello che stiamo vedendo sul popolo palestinese è una punizione collettiva, è una risposta del tutto sproporzionata che anche l'amministrazione americana definisce “esagerata” e che oggi il Ministro degli Esteri Tajani definisce “sproporzionata”. L'Italia quindi può e deve fare di più per la sua tradizione diplomatica; può fare di più per far cessare il fuoco, per far cessare questo conflitto e raggiungere finalmente la pace. Per questo, abbiamo voluto presentare questa mozione e sollecitare questo dibattito. Noi vi chiediamo di sostenere una missione di pace a Gaza con una forza di interposizione multilaterale sotto l'egida dell'ONU, che veda un pieno coinvolgimento anche dei Paesi arabi. Serve una conferenza di pace per rilanciare il processo verso i due popoli ed i due Stati, che altrimenti rischia - e lo sapete - di rimanere una mera invocazione retorica. Non ce lo possiamo permettere anche perché uno di questi due Stati esiste già, Israele, e ha diritto ad esistere in pace e in sicurezza, senza missili che continuano a piovere, ma l'altro, la Palestina, ancora manca di un pieno riconoscimento che deve finalmente arrivare da parte di tutta la comunità internazionale. Per questo, la nostra mozione chiede al Governo italiano di spingere per il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell'Unione Europea, perché per la prima volta c'è un capo del Governo israeliano che nega esplicitamente questa prospettiva - non era mai successo - mettendo in discussione quindi proprio quella prospettiva dei due popoli e due Stati che l'Italia e l'Unione europea hanno sempre sostenuto in linea con il diritto internazionale.
Questa formula era stata colpevolmente abbandonata negli ultimi anni e rimane invece l'unica strada per la pace, seppur sia difficile da percorrere e oggi sembri più lontana. Troppo a lungo questa prospettiva è stata svilita e mortificata: la questione palestinese non è eludibile e troviamo gravissimo che sia Hamas che Netanyahu abbiano apertamente dichiarato contrarietà a questa prospettiva.
“Due popoli, due Stati”, la strada indicata dagli accordi di Oslo del 1993, siglati - lo ricorderete - da Yitzhak Rabin e Yasser Arafat, fu il momento più alto del processo di pace, quando sembrò di essere arrivati a un passo dal riconoscimento. Oggi, invece, ci troviamo tragicamente nella situazione opposta, al punto più basso. Ciò che sembra avere la meglio non sono insieme il diritto dell'uno e dell'altro popolo, non è la ragione, ma una somma di torti.
Di più, la brutalità, la disumanità, la violenza cieca, che fa sprofondare il mondo nell'abisso più buio. Dobbiamo fare uno sforzo, e mi rivolgo al Governo, per trovare gli interlocutori sia nel lato israeliano che palestinese per ricostruire la pace. Non può essere Hamas, un'organizzazione terroristica, ma non può essere nemmeno il Governo israeliano attuale, con ministri dell'estrema destra che evocano l'utilizzo della bomba atomica su Gaza, o che armano i coloni in Cisgiordania, gli stessi che hanno allargato insediamenti illegali ai sensi del diritto internazionale.
Anche e soprattutto ora la prospettiva, la stella polare deve tornare il riconoscimento e il rispetto del diritto internazionale. È necessario, quindi, è urgente che ci sia un immediato cessate il fuoco umanitario. E bisogna che il Governo faccia tutto il possibile per fermare l'attacco annunciato a Rafah, che sarebbe un'ecatombe. Vorrei in questo chiarire che sarebbe anche in contrasto con le indicazioni giunte dalla Corte penale internazionale, e vorrei che il Governo lo dicesse con la stessa fermezza che hanno avuto su questo il Governo tedesco, il Governo inglese e molti altri Governi.
Insisterò e insisteremo affinché si possa finalmente vedere un'iniziativa diplomatica e politica all'altezza della tradizione italiana, e, se sarà così, lo voglio dire, noi ci saremo, il Partito Democratico ci sarà, se il Parlamento sosterrà la richiesta di un immediato cessate il fuoco umanitario e di impegno per liberare tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas, l'impegno di proteggere tutti i civili, portando gli aiuti umanitari indispensabili, sostenendo in seno all'Unione europea un'azione coordinata di de-escalation, con l'obiettivo chiaro di indire una conferenza di pace che metta la parola fine a questo conflitto, e sostenendo l'apprezzabile sforzo che arriva dall'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, Josep Borrell, che ha avviato iniziative proprio in questa direzione.
E accanto a questo, lo ribadiamo, serve una missione internazionale di interposizione a Gaza che coinvolga i Paesi arabi sotto l'egida delle Nazioni Unite. Serve anche questo riconoscimento da parte europea dello Stato di Palestina, serve sostenere le attuazioni più rapide delle sanzioni già deliberate contro Hamas e serve finalmente approntare un pacchetto di sanzioni contro i coloni colpevoli di crimini contro la popolazione palestinese in Cisgiordania. Bisogna ripristinare, colleghi, so che su questo ci sono opinioni diverse in quest'Aula, ma il Partito Democratico è convinto che bisogna ripristinare tutti i fondi per gli aiuti umanitari alle organizzazioni non governative e anche alle agenzie ONU che si occupano di sostenere, in un momento così drammatico, la popolazione civile palestinese, che non ha colpe di questo conflitto, né degli attacchi terroristici e brutali di Hamas.
Bisogna sostenere il lavoro delle sedi giurisdizionali internazionali per accertare, attraverso il lavoro di commissioni di inchiesta indipendenti, che oggi non possono nemmeno lavorare sul campo, le violazioni del diritto internazionale umanitario compiute in quel conflitto e che possono configurare crimini di guerra, sostenendo anche le iniziative necessarie a difendere la sicurezza, a difendere la sicurezza della navigazione marittima nel Mar Rosso, nel quadro, però, di un forte impegno europeo per la de-escalation in Medio Oriente e la pace.
Questi sono i motivi e sono gli argomenti che abbiamo portato in questa mozione, nella speranza di suscitare questo dibattito e di scuotere il dibattito politico in questo Paese e un'azione più incisiva e più chiara da questo Governo. Chiediamo al Governo su tutti questi punti un'iniziativa forte, affinché, colleghi, l'Italia possa semplicemente fare la sua parte, forte proprio di quella sua tradizione diplomatica che oggi deve necessariamente dare il suo contributo. Il Partito Democratico continuerà a profondere ogni sforzo, giorno per giorno, per fermare questo massacro e far riprendere alla comunità internazionale la strada indispensabile della pace.