Data: 
Martedì, 25 Novembre, 2014
Nome: 
Silvia Fregolent

Buongiorno, grazie signora Presidente, le rivolgo anche un ringraziamento non formale da parte del Partito Democratico per il suo intervento appassionato ed accorato. Nel giorno in cui in tutto il mondo si riflette sul tema della violenza sulle donne, io vorrei iniziare il mio intervento portando un saluto a Samantha Cristoforetti, prima donna italiana nello spazio (Applausi). Samantha è la migliore risposta a tutti coloro che, ancora oggi, nel 2014, pensano, ma, soprattutto, dichiarano pubblicamente, che, essendo le donne diverse dagli uomini, non possono ricoprire le stesse posizioni. Esempi di donne forti, competenti e determinate non possono, però, far dimenticare quanto ancora debba ancora fare il nostro Paese sul tema della violenza. 
Questo Parlamento, come più volte è stato ricordato in questi mesi, è il Parlamento con la più alta presenza femminile nella storia della Repubblica e ha impegnato importanti passi formali che lei prima ha ricordato. Essere stato uno dei primi paesi in Europa a ratificare la Convenzione di Istanbul è un elemento importante per le nostre istituzioni; come importante è stata l'approvazione del decreto-legge n. 93 del 2013, convertito nella legge n. 119 del 2013. Questi atti sono stati importanti sia sul versante sanzionatorio-repressivo, modificando le vigenti disposizioni del codice penale – ricordiamo tra tutti le aggravanti generiche per la commissione di alcuni delitti, quali percosse, mutilazioni genitali femminili, violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia in danno o in presenza di minori o se commessi in stato di gravidanza dal coniuge separato o divorziato –, sia sul piano della prevenzione attraverso la previsione di un Piano straordinario di azione contro la violenza. 
Abbiamo appreso oggi sui giornali dalla parole della consigliera per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio, Giovanna Martelli, come il piano sia in dirittura d'arrivo e come questo abbia visto la partecipazione delle regioni e delle associazioni femminili. Bene: era la notizia che oggi avremmo voluto sentire. Come desta soddisfazione la previsione dei 19 milioni e 100 mila euro per l'attuazione del Piano antiviolenza per il 2015. 
Non possiamo che chiedere con forza, come gruppo del Partito Democratico, che siano stabiliti al più presto i criteri per la ripartizione di questi fondi, perché sappiamo come queste risorse siano fondamentali per i centri antiviolenza e per le case rifugio. Non ci possono essere intoppi burocratici che impediscano la creazione di queste strutture, che sono essenziali per la salvaguardia della vita e della salute delle donne, per evitare che ogni anno, in questo giorno, venga aggiornato in negativo l'elenco delle vittime di maltrattamenti. 
Il mancato stanziamento di fondi previsti nel 2013-2014 deve essere un monito, perché non solo questo non accada più, ma come debba essere rivista in maniera unitaria la ripartizione attraverso le regioni.
Ma non c’è migliore prevenzione, come diceva lei, signora Presidente, dell'educazione e dell'investimento sulle nuove generazioni. «La Buona Scuola», che è in fase di discussione, deve tenerne conto. Ha ragione il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a ricordare come il principale terreno sul quale operare resti quello dell'educazione alla parità dei sessi e al reciproco rispetto. 
Ancora tanto occorre fare su questo tema, troppi stereotipi negativi sono rivolti al mondo femminile dai mass mediatradizionali come dalle nuove forme di comunicazione. Questo non giustifica la violenza, vorrei sottolinearlo – niente può giustificare la violenza sulle donne –, ma aiuta ad alimentare il discredito verso il genere femminile. Un esempio banale: tutti i quotidiani oggi analizzano la scarsa affluenza elettorale alle recenti elezioni di Emilia Romagna e Calabria; solo uno sottolinea come, nel duro mondo delle preferenze, in Calabria sia stata eletta una sola consigliera donna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non si preoccupino gli amici calabresi: quando c’è la competizione elettorale con preferenza unica, come avviene nelle elezioni regionali, il divario tra eletti ed elette, purtroppo, è molto alto in tutte le regioni. Forse, visto che ci accingiamo a riformare le istituzioni e a cambiare la legge elettorale, mi sarei aspettata che questa fosse la notizia di apertura di gran parte dei quotidiani, come attenzione, in questi giorni di discussione sulla «delega lavoro», dobbiamo prestare al rilancio dell'occupazione femminile, dipendenza economica e dipendenza psicologica. Permettere alle donne di trovare e mantenere un lavoro è il più importante atto di prevenzione che possiamo attivare. Ricordiamo come in questo disegno di legge di delega sia stato previsto, per la prima volta, il congedo rivolto alle donne inserite nei percorsi di protezione. 
Spetta alle nuove generazioni presenti in Parlamento, con l'aiuto delle amiche che in passato hanno molto fatto per cambiare e migliorare le condizioni femminili, pretendere di veder realizzato quanto ci spetta, farci interpreti di un reale cambiamento culturale, non delegando a nessuno la realizzazione dei sogni e delle nostre speranze, quelle nostre e quelle di milioni di italiane e di non italiane, ma donne, che fuori da questo Parlamento hanno delle grosse aspettative nei nostri confronti.