Doc. XVI, n. 2 Vai alla scheda della Risoluzione in Aula
Grazie Presidente e grazie Governo. Vorrei innanzitutto mandare un saluto affettuoso ai colleghi della delegazione del PD che stanno a Rafah per testimoniare cose importanti: gli aiuti umanitari, la liberazione degli ostaggi e soprattutto quello che deve essere un cessate il fuoco, perché quello è un tema fondamentale per noi. In secondo luogo, fatemi esprimere gratitudine alle donne e agli uomini delle Forze armate, che, soprattutto con riguardo alle missioni internazionali, danno prestigio e forza, in particolare, alle missioni internazionali di pace. Fatemi dire con chiarezza che noi del Partito Democratico voteremo “sì” sulle tre missioni, ma, contemporaneamente, fatemi fare qualche osservazione e qualche raccomandazione al Governo.
Vedete, sulle tre missioni, su quella sull'Ucraina, che è una missione ovviamente di tipo civile, e sulle altre due missioni Aspides e Levante, bisogna dire con chiarezza che hanno un filo comune. In particolare, su Aspides e Levante, ci sono due aspetti su cui porre l'attenzione: in primo luogo, il versante sul quale sostanzialmente si svolgono queste missioni è un crinale molto delicato e vorrei chiedere al Governo, attenzione perché è chiaro che queste missioni sono esclusivamente difensive - non potrebbe essere altrimenti dal punto di vista delle missioni europee -, ma soprattutto c'è da sottolineare un aspetto molto importante, cioè che queste missioni si inseriscono in un quadro e in una regione con forte instabilità, dove c'è la guerra israelo-palestinese e dove sostanzialmente gli houthi hanno detto che attaccano perché c'è il tema israelo-palestinese e c'è la vicenda di Gaza e, da questo punto di vista, penso che bisogna stare molto attenti.
Infatti, non a caso, in Commissione abbiamo presentato 4 emendamenti: non è stato un caso, erano emendamenti importanti e avevano un valore; due sono stati approvati, ma gli altri due, che sono stati bocciati, riguardavano sostanzialmente l'aumento degli aiuti umanitari a Gaza (da 3 a 5 milioni) e, in più, avevamo chiesto sostanzialmente che questi soldi venissero liberati per l'agenzia UNRWA: in entrambi i casi, gli emendamenti sono stati bocciati, però contemporaneamente, ieri, nella stessa giornata, il Ministro degli Esteri ha rilasciato un'intervista, nella quale ha detto che c'erano 10 milioni per gli aiuti umanitari, ma, in realtà, ne abbiamo trovati solo 3 e non possiamo raccontare che i 10 milioni ci saranno poi successivamente nelle schede nn. 48, 47, 82 o 34, perché guardate che l'emergenza c'è oggi a Gaza, non ci sarà fra un mese, due o tre. È su questo punto che, a mio avviso, c'è una differenza di visione e di accentuazione.
Fatemi dire un'altra cosa: questo crinale è molto delicato, perché il rischio che si corre è che, invece di produrre una de-escalation, si produca un'escalation, se non si gestiscono con intelligenza le missioni che stiamo portando a casa.
Il Ministro ha detto che c'è una catastrofe umanitaria e allora perché diciamo “no” all'UNRWA? Perché non aumentare da 3 ad 8 milioni? Perché tutto questo in realtà viene negato? Guardate che tutto ciò è fondamentale, perché la missione Aspides, in particolare, è la missione che vuole proteggere la libera navigazione e soprattutto le merci, è una missione difensiva, l'altra, la missione Levante, è una missione soprattutto umanitaria e, allora, queste due cose si tengono insieme se l'una rafforza l'altra. Infatti, i segnali che si rischia di dare, da questo punto di vista, se non si aumentano i fondi, diventano molto, ma molto preoccupanti.
Noi consegniamo queste riflessioni al Governo, perché riteniamo che siano utili per dare un segnale chiaro da questo punto di vista. Soprattutto diciamo una cosa in più: che bisogna, non solo aiutare e rafforzare gli aiuti umanitari dal punto di vista economico, ma bisogna aumentare l'azione diplomatica e bisogna farlo con forza, con chiarezza, non con la timidezza che abbiamo visto anche in Commissione da parte del Governo. Bisogna alzare il tono per realizzare la condizione di rafforzamento dell'iniziativa diplomatica. Allora, queste cose insieme, cioè, da un lato, la difesa della libera circolazione delle merci e delle navi e, dall'altro, gli aiuti umanitari e l'iniziativa diplomatica sono cose importanti, che, a nostro avviso, danno forza e sono le motivazioni per le quali continuiamo a dire “sì”. Quindi diciamo “sì” al voto sulle mozioni, con la nostra risoluzione, ma lo diciamo per la difesa della libertà delle merci - perché questo innesca un meccanismo che rischia di avere una ripercussione sui cittadini e quindi di un ulteriore aumento dei prezzi e anche un problema serio dal punto di vista dei porti, una difficoltà reale sulla quale ragionare -, e, dall'altro lato, chiediamo al Governo di impegnarsi un po' di più e con più forza per una più ampia iniziativa diplomatica e per più aiuti umanitari perché, in mancanza di ciò, aumenta il rischio di escalation e si riduce la possibilità di una de-escalation. Questi sono i motivi per cui il Partito Democratico voterà “sì” alla propria mozione.