Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 5 Marzo, 2024
Nome: 
Irene Manzi

A.C. 630-A ed abb.

La ringrazio, signora Presidente. Voglio iniziare questo mio intervento con una frase pronunciata dal Presidente Mattarella, che è stato ricordato in quest'Aula poco fa: “La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona”. Penso sia giusto ricordare questo tema, che è la centralità soprattutto di tale diritto, che però richiederebbe non interventi parziali o misure spot, ma davvero una discussione ampia e un provvedimento dedicato e di ampio respiro.

Proprio nel giorno, tra l'altro, in cui, com'è stato più volte ricordato, dobbiamo ricordare in quest'Aula l'ennesima, tragica, morte sul lavoro, riteniamo appunto che serva certamente una cultura, una diffusione sempre più ampia e capillare, una consapevolezza della cultura della sicurezza, dei diritti e dei doveri come principi irrinunciabili di una cittadinanza responsabile, a partire, ovviamente, dagli studenti e dalle generazioni più giovani.

Ed è proprio con questo spirito che abbiamo esaminato quelle proposte di legge, i testi che sono arrivati oggi in Aula, che, alla fine, hanno riunito all'interno dell'educazione civica, senza - e riteniamo che questo sia giusto - inserire una nuova materia, appunto, il tema della sicurezza sul lavoro.

Tuttavia, se ragioniamo solo sul singolo provvedimento, colleghi, senza inserire questa discussione in una cornice complessiva che riguardi il lavoro, che riguardi, appunto, quegli interventi che la collega Guerra ha ricordato all'inizio di questa seduta e, quindi, le norme in materia di subappalti, gli investimenti in sicurezza, i controlli e le regole uniformi tra cantieri pubblici e privati e i principi e le regole imprescindibili, ebbene, il provvedimento che esaminiamo questa sera rischia davvero di essere ben poca cosa e non per sminuirlo, ma per invitarvi tutti a una riflessione, perché non siamo, fortunatamente, mi viene da dire, all'anno zero. È stato ricordato quanto già la legge n. 92 del 2019 prevede in materia di educazione civica, ma mi viene spontaneo ricordare anche quelle misure che il decreto legislativo n. 81 del 2008 contiene al suo interno, agli articoli 9 e 11, che hanno permesso, anche con la collaborazione di tante associazioni che nelle scuole sono andate, interventi formativi, interventi, appunto, volti a diffondere una sempre maggiore consapevolezza all'interno della comunità studentesca.

Ecco, non siamo all'anno zero, colleghi, rispetto alle attività che negli istituti scolastici sono promosse, siamo però consapevoli del fatto che il tema della sicurezza sul lavoro sia, per prima cosa, un grande tema culturale, che ha a che vedere con la percezione del rischio, con la costruzione di un equilibrio avanzato che consenta agli studenti e alle studentesse di non sottovalutare i pericoli e le minacce che mettono a rischio la vita delle persone.

Proprio per questo, oltre alla conoscenza della normativa, è necessario un lavoro culturale serio, ampio e profondo, che abbia proprio come obiettivo quello di pretendere il lavoro in sicurezza e una piena presa di coscienza, soprattutto, del fatto che la sicurezza e la propria vita non sono un costo, ma sono un diritto imprescindibile e fondamentale, che sin dalle generazioni più giovani va riconosciuto, preteso e ricordato in ogni momento, in quella che è l'attività didattica a scuola e nelle esperienze formative che gli studenti compiono all'interno dei percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento, in ogni momento del percorso scolastico.

Ma non posso limitarmi, colleghi, a parlare soltanto del tema di questa proposta di legge, perché non si può, quando si parla di scuola, procedere solo, sempre e soltanto a colpi di bandierine, a colpi di interventi episodici, magari buoni per la prima pagina del giornale del giorno dopo, e purtroppo in tema di scuola, oltre al provvedimento di questa sera, a questi interventi stiamo assistendo da molto tempo, mi verrebbe da dire dall'inizio di questa legislatura: la norma penale che spesso viene adottata rispetto all'emergenza del giorno, l'annuncio rispetto alla paura del momento, il voto in condotta che si sta discutendo in queste ore al Senato, le classi differenziali, rispetto a un'integrazione reale degli studenti con background migratorio, la contrapposizione permanente, promossa e incoraggiata all'interno della scuola, invece di quello che dovrebbe essere il dialogo e il confronto. Il tutto, purtroppo, tra l'altro, ignorando spesso quello che è un vero, reale e fattivo ascolto della comunità scolastica, dimenticando quello che già avviene al suo interno e dimenticando soprattutto quello che è il valore centrale, fondamentale e formativo dell'istruzione, che deve tendere alla crescita e alla maturazione di ogni studente e di ogni studentessa e che dovrebbe essere, davvero, l'ossessione di ogni Ministro dell'Istruzione.

Ci siamo trovati tante volte a discutere di questi temi in quest'Aula, colleghi. La scuola va, sì, resa protagonista, ma ascoltandola, in primo luogo, senza imporle riforme, ma mettendo in campo quegli interventi strutturali di cui abbiamo discusso e parlo del diritto allo studio, parlo del tempo pieno, parlo del contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, parlo della comunità educante e, soprattutto, di un tema di formazione e di retribuzioni adeguate del corpo docente. La scuola ha bisogno di istituzioni che la rendano protagonista e dialogante, che non puntino a dividere i suoi componenti, perché è proprio il dialogo, e vi invito a leggere oggi la bella intervista del dirigente scolastico dell'Istituto Parini di Milano, che, anche di fronte a una situazione delicata come quella di un'occupazione scolastica, continua ad appellarsi al dialogo e al confronto all'interno della propria scuola, tra la scuola e gli studenti. Ecco, di questo c'è bisogno. La scuola è una comunità educante in cui dovrebbero trovare applicazione vivente i valori democratici del confronto, del dialogo, del riconoscimento reciproco, perché è il luogo della crescita, colleghi, della relazione, dove si dovrebbe imparare a gestire i conflitti e a stare insieme, all'interno delle differenze.

Per fare questo, però, serve volontà politica, serve l'adeguamento degli organici e delle retribuzioni, serve appunto la formazione del personale docente, serve investire in scuole sicure, funzionali e accoglienti, in quello spazio educatore che è fondamentale nello sviluppo degli studenti. Per restituire autorevolezza alla scuola, ed è un termine che il Ministro ha spesso citato, serve però un'azione condivisa, non uno spot, non soltanto le sanzioni. Serve tempo, soprattutto, che non è il tempo di un decreto-legge o di una proposta di legge, ma è il tempo di un coinvolgimento ampio e capillare della comunità scolastica nel suo insieme, di fronte a quella che è l'emergenza educativa, sociale e culturale che il nostro Paese sta attraversando.

Per attuare quella scuola costituzionale prevista dall'articolo 34 della Costituzione, quella che non lascia indietro alcuno e che investe ancora di più nei contesti difficili, serve proprio questo e quella scuola costituzionale deve avere come obiettivo, anche nelle sanzioni, quello del rieducare, del formare, del recuperare i ragazzi, perché stiamo parlando di minori e la formazione del ragazzo, signora Presidente, non è una retta, ma un intreccio di linee, un cammino fatto di pause, di deviazioni, di cammini laterali, in cui deve poter esserci spazio anche per le insicurezze, per le disillusioni, per i dubbi, per gli entusiasmi. Ed è quello che vorremmo sentire in quest'Aula, nelle prossime occasioni in cui torneremo a parlare di scuola, un grande e complessivo dibattito, efficace, soprattutto, come momento di riflessione intorno alla scuola, intorno al valore dell'istruzione come strumento per la crescita democratica del Paese.

Lasciamo gli spot fuori da quest'Aula, colleghi, e prendiamoci cura soprattutto di quel mondo, perché forse allora saremo in grado davvero di rendere all'istruzione il ruolo e il peso che dovrebbe avere e che merita all'interno del destino di questo Paese.