"Netanyhau ha annunciato che "c'è una data" per l'ingresso a Rafah. Svaniscono così le illusioni di coloro che pensavano che il ritiro di una parte delle truppe dal sud della Striscia fosse un buon segno.
Netanyahu non solo non ha alcuna intenzione di arrivare al cessate il fuoco, ma subisce i ricatti dell'alla più estrema del suo partito, rappresentata dal ministro Ben Gvir che proprio oggi aveva minacciato di fare cadere il governo senza l'operazione a Rafah. E, tra l'altro, si fa beffa delle posizioni espresse dai suoi principali alleati come Biden, che si è detto contrario all'attacco a Rafah, e come il nostro ministro degli Esteri Tajani che solo ieri aveva manifestato la stessa idea.
E' il momento di prendere misure drastiche per far rispettare la risoluzione dell'Onu che chiede al primo punto proprio il cessate il fuoco. Misure che possono includere lo stop alla vendita di armi e sanzioni economiche al governo di Tel Aviv". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.