Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
il settore moda rappresenta uno dei comparti di maggior importanza del Paese, finalizzato soprattutto all'esportazione in tutti i continenti e alla promozione del made in Italy;
si tratta di un sistema imprenditoriale con circa 60.000 imprese manifatturiere e oltre 600.000 addetti;
dopo gli anni della pandemia il settore ha saputo reagire ma l'incerto e conflittuale contesto internazionale, caratterizzato da crisi energetica e aumento dell'inflazione, sta creando una contrazione economica generalizzata che ha pesanti ricadute sui fatturati delle imprese del comparto;
le associazioni di categoria, con una lettera al Governo, hanno segnalato queste criticità che riguardano in particolare la pelletteria, il calzaturiero e il tessile, evidenziando come la moda non abbia potuto usufruire di misure a sostegno o contributi specifici come quelli sviluppati per altri settori;
le associazioni di categoria hanno avanzato al Governo alcune richieste ufficiali. In particolare:
a) la moratoria su finanziamenti garantiti ottenuti dalle imprese del settore a partire dal 2020, quali a esempio i prestiti Sace, sospensione straordinaria su linee di credito in conto corrente, finanziamenti per anticipi su titoli di credito, scadenze di prestiti a breve e rate di prestiti e canoni in scadenza a cui le aziende hanno avuto accesso a seguito della pandemia Covid-19 (misure che erano state predisposte per l'opportuna ripartenza);
b) la possibilità di sospensione momentanea dei finanziamenti in genere (non specifici Covid) per le aziende che ne facciano specifica richiesta;
c) l'estensione straordinaria della possibilità di ricorrere alla cassa integrazione e definizione di ammortizzatori sociali ad hoc per le imprese artigiane e Pmi del settore;
d) il contributo a copertura totale per un primo modulo espositivo per la partecipazione a manifestazioni in Italia e all'estero con qualifica di fiera internazionale a favore delle imprese artigiane e Pmi del settore moda (tessile, abbigliamento, pelletteria, pellicceria, calzature, occhialeria e componenti per la realizzazione delle collezioni) almeno per tutto l'anno 2024 e per il primo semestre 2025;
e) la definizione di una misura che agevoli l'inserimento nel settore di nuova tecnologia e strumenti digitali con accompagnamento di tale inserimento a percorsi formativi ad hoc, sostegno per investimenti nella realizzazione dei campionari e promozione anche tramite strumenti digitali;
f) la progettazione di azioni di supporto alle filiere presenti nei distretti moda partendo dalla messa a disposizione di strumenti finanziari tesi ad agevolare le aggregazioni d'imprese in forme varie;
g) la messa in campo di azioni di comunicazione verso le giovani generazioni per stimolare l'acquisto di prodotti made in Italy favorendo anche le produzioni attente a sviluppare percorsi di sostenibilità economica, sociale e ambientale e agevolazioni per l'acquisto di prodotti italiani;
la situazione attuale può avere ripercussioni gravi non solo sulla continuità produttiva delle imprese interessate ma sui livelli occupazionali coinvolti ed è quindi necessario che il Governo metta in campo gli strumenti normativi e le risorse adeguate per salvaguardare uno dei settori chiave della nostra economia –:
se siano a conoscenza dei fatti esposti e se intendano adottare conseguentemente iniziative urgenti a sostegno del settore moda per salvaguardare uno dei principali settori del made in Italy a partire dalle richieste delle associazioni di categoria esposte in premessa.
Seduta del 9 aprile 2024
Risposta del Sottosegretario per le imprese e il made in Italy, Massimo Bitonci, replica di Federico Gianassi
MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente, e grazie agli onorevoli interroganti. In considerazione dell'importanza che il settore tessile e moda riveste per l'economia e l'identità italiane, costante è l'attenzione posta dal Governo agli interessi delle imprese che vi operano. Le problematiche del settore, tra cui quelle espresse dagli onorevoli interroganti, vengono affrontate in sede di convocazione del Tavolo moda, istituito presso il MIMIT proprio per rispondere alle esigenze specifiche del settore. Il citato Tavolo rappresenta la sede ideale in cui vengono accolte le varie istanze rappresentate dai suoi attori. Esso è articolato in due gruppi di lavoro, uno dedicato agli incentivi e l'altro ai dossier europei, e si è riunito l'ultima volta a fine marzo scorso.
Un apposito incontro del Tavolo moda dedicato ad alcune richieste avanzate dalle associazioni di settore richiamate (quale, ad esempio, la moratoria sui finanziamenti) è previsto per il prossimo 10 aprile.
È proprio in risposta alle richieste avanzate dal sistema produttivo che sono state disegnate, nel tempo, le misure di sostegno al settore tessile e moda, come è stato per l'introduzione del “Credito d'imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologia, design e ideazione estetica” e come è stato, soprattutto, per le misure introdotte con la legge per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy.
In particolare, la citata legge ha istituito il Fondo nazionale per il made in Italy, con una dotazione di un miliardo di euro, per sostenere la crescita, il rafforzamento e il rilancio delle filiere strategiche nazionali; ha previsto una serie di disposizioni afferenti alla valorizzazione della filiera delle fibre tessili naturali e provenienti da processi da riciclo; ha previsto ulteriori misure per la transizione verde e digitale nella moda. Specificamente, stati stanziati 15 milioni di euro per la promozione e il sostegno degli investimenti finalizzati alla transizione ecologica e digitale nel settore tessile, della moda e degli accessori. Il MIMIT sta lavorando a un decreto attuativo su questa misura, con il quale saranno individuate le imprese beneficiarie e le modalità di attuazione.
Ancora, la legge sul made in Italy ha introdotto disposizioni a tutela dei marchi di particolare interesse e valenza nazionale e il “contrassegno per il made in Italy”. Si tratta di un contrassegno ufficiale di attestazione dell'origine italiana delle merci, finalizzato a tutelare e promuovere la proprietà intellettuale e commerciale dei beni di origine italiana, attivando così un'efficace contrasto alla falsificazione.
Le imprese del settore possono accedere anche ai finanziamenti garantiti dal Fondo di garanzia per le PMI, che ho citato prima. Peraltro, le imprese in temporanea difficoltà possono ottenere il prolungamento della durata della garanzia su operazioni finanziarie ammesse all'intervento del Fondo.
Tra le ulteriori iniziative a sostegno al settore tessile e moda si segnalano quelle offerte dal Piano Transizione 5.0. Mediante questo Piano, evoluzione e ampliamento del precedente Piano Transizione o Industria 4.0, verranno migliorati tre aspetti: intensità delle agevolazioni, ampliamento del Piano, certezza delle agevolazioni. Tutti gli incentivi utili potranno essere trovati sul portale del MIMIT dedicato agli incentivi alle imprese.
FEDERICO GIANASSI. Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, il tema ci sta evidentemente molto a cuore, stiamo parlando di un comparto strategico per il Paese, l'alta moda, all'interno del quale svolge un ruolo preziosissimo la pelletteria. È un distretto di straordinaria importanza, con 60.000 imprese impiegate, circa 600.000 lavoratori impegnati e valori delle esportazioni di circa 10 miliardi di euro. Solo questi numeri già fanno capire quanto sia importante questo settore per l'economia del nostro Paese.
A Firenze, nell'area metropolitana fiorentina, c'è un distretto tra i primi al mondo per qualità, eccellenza, professionalità. Nella sola città di Scandicci ci sono circa 13.000 lavoratori, 4.000 di questi sono, però, in cassa integrazione, perché il comparto della pelletteria sta subendo una crisi molto impattante. Se questa sia una crisi ciclica o strutturale dovremo e dobbiamo verificarlo con grande attenzione. Ci auguriamo che sia congiunturale, conseguente ad anni di grande sviluppo e di crescita imponente, tuttavia niente può essere sottovalutato, perché le imprese stanno soffrendo e i lavoratori sono già in cassa integrazione.
Ci sono alcuni elementi che meritano l'attenzione del Governo e delle istituzioni regionali e locali. Come sappiamo, molte proprietà dei grandi marchi sono ormai straniere, stanno verificandosi processi di aggregazione nel settore delle aziende contoterziste, che rappresentano una ricchezza importantissima nel nostro territorio, c'è un processo di ingresso dei fondi di investimento nelle aziende di seconda fascia, cioè le contoterziste, quelle italiane, quelle strettamente italiane, e c'è anche un'azione di internalizzazione di alcune operazioni da parte direttamente delle proprietà straniere. Sono alcuni elementi, uno accanto all'altro, che indicano preoccupazioni che meritano di essere affrontate con grande decisione.
In relazione a questi fatti, noi abbiamo presentato alcune interrogazioni per chiedere l'apertura di un tavolo di crisi dedicato alla moda. Il Ministro ci ha evidenziato che il Tavolo della moda è attivo e si riunirà anche domani su un tema molto importante, cioè la moratoria sui debiti e sui finanziamenti. Sono aziende che hanno attinto a quegli strumenti, soprattutto in fase COVID e post-COVID, e faticano a restituire quelle risorse in questo momento di grande crisi. Abbiamo chiesto l'estensione della cassa integrazione, che sta terminando e può rappresentare un disastro di tipo sociale enorme, su cui il Governo tutto - quindi, anche il Ministero del Lavoro - è chiamato ad intervenire. Abbiamo, per l'appunto, chiesto la moratoria sulla restituzione dei finanziamenti e un pacchetto solido, all'interno di una strategia complessiva di investimenti, su giovani, su formazione, su innovazione digitale.
Il Governo ci ha detto che il Tavolo è attivo, che domani si riunirà su un tema estremamente importante per contenere l'impatto sociale di questa crisi e che è disponibile a valutare, all'interno di una strategia complessiva, anche l'adozione delle misure di investimento per proiettare il comparto oltre la crisi e stabilizzarlo per un futuro che deve essere all'altezza del passato e del presente, fino a quanto è successo qualche mese fa.
Noi, però, evidenziamo al Governo che già da alcuni mesi il comparto sta soffrendo enormemente e servono misure immediate per garantire la tenuta in questa fase estremamente difficile, perché, se non vi fosse tenuta e se disperdessimo il valore di quel distretto, primo in Europa, tra i primi al mondo, rischieremmo di subire un danno irrimediabile.
È in questi giorni, in queste settimane, che serve adottare misure di contenimento della crisi che interessano il vostro Ministero e il Ministero del Lavoro, rispetto alle quali non si può aspettare ulteriormente, e dentro la visione complessiva di porre particolare attenzione a quei fenomeni che ho indicato, che le associazioni di categoria evidenziano e che rappresentano una sfida, anche qualora questa crisi fosse - noi ce lo auguriamo - ciclica e congiunturale. Su questo noi saremo impegnatissimi, ce lo chiedono i nostri territori, ce lo chiede il nostro Paese, perché disperdere un'eccellenza italiana di questo valore rappresenterebbe un errore politico imperdonabile.