I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
la Casa circondariale di Sanremo è ospitata in una struttura degli anni '80 che sorge in un'area extraurbana, non lontano da una discarica;
si tratta di un carcere che sconta una condizione di sostanziale isolamento anche legata alle difficoltà del trasporto pubblico, e che ha al suo interno una sezione reclusione per i detenuti con condanna definitiva;
da una visita effettuata dagli interpellanti nella giornata del 22 aprile 2024, si è potuta constatare una situazione critica, condizione che conferma la situazione di allarme in cui versano purtroppo le carceri italiane e quelle liguri, come documentato anche dall'ultimo rapporto del Garante dei detenuti per la Liguria;
quello di Sanremo è un istituto che soffre a causa del sovraffollamento – si parla di 270 detenuti per 250 posti disponibili – e di una grave carenza di personale, in particolare di polizia penitenziaria, con 160 effettivi a fronte dei 210 necessari e previsti;
in tutta la regione, inoltre, delle 936 unità previste dal decreto ministeriale del 12 giugno 2023, come denunciano i sindacati, «la forza attualmente operativa è di 755 unità, e tra i nuovi Agenti che saranno destinati in Liguria alla conclusione del 182° e 183° corso sono solamente 31, una goccia nel mare anche rispetto agli ultimi pensionamenti»;
si tratta di una struttura dove il numero di persone con problemi di salute mentale è particolarmente alto, ma dove l'assistenza psichiatrica è garantita solo otto ore a settimana; il medico di base è presente su tutte le ventiquattro ore, ma le visite specialistiche possono essere effettuate solo all'esterno del carcere, e questo, a causa della mancanza di personale, rende per l'amministrazione molto difficile gestirle, dovendo talvolta sacrificarne alcune;
come per molte strutture penitenziarie italiane anche a Sanremo mancano i fondi e il supporto per i progetti per il reinserimento lavorativo dei detenuti che a fatica il personale, costretto a turni massacranti per colmare le carenze e garantire un servizio, cerca di portare avanti al meglio;
il sovraffollamento in Liguria appare addirittura più pesante rispetto alla media nazionale: 130 per cento contro il 120 per cento nazionale a fronte di una capienza regolamentare di 1100 posti letto nelle carceri regionali, ad oggi si superano le 1400 presenze e la regione sconta anche una grave difficoltà nell'offerta lavorativa complessiva per detenuti ed internati;
si è in presenza a livello nazionale di una grave carenza di risorse per l'esecuzione penale, sia finanziarie sia organizzative, aggravata dalla totale assenza di stanziamenti previsti nella manovra per il 2024, e dai tagli effettuati e mai ristorati effettuati nella legge di bilancio per il 2023, tagli molto pesanti in particolare per quanto riguarda il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, che si occupa dell'esecuzione penale per i minori, dell'esecuzione penale esterna e messa alla prova degli adulti;
le significative riduzioni di spesa stanno incidendo pesantemente sulla tenuta di un sistema oggettivamente fragile, interrompendo il difficile percorso di risanamento avviato negli ultimi anni, in particolare, rischiano di essere colpite le attività trattamentali delle persone detenute nell'ambito dei percorsi di reinserimento e, allo stesso tempo, rischia di rallentare il percorso delle nuove assunzioni di personale, fondamentale per garantire la funzionalità degli istituti e, con essa, dignitose condizioni di vita delle persone private della libertà personale;
anche il tema della salute in carcere e dei suicidi è non più rimandabile: il rapporto Oms ha analizzato le prestazioni nelle carceri di 36 Paesi dell'Unione europea dove sono detenute 600.000 persone. È risultato che il 32,6 per cento dei reclusi soffre di disturbi mentali; studi recenti mostrano inoltre che fra i detenuti la diffusione del disturbo psicotico e di depressione maggiore è di 2-4 volte superiore rispetto alla popolazione libera; la condanna del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa sulla condizione degli istituti di pena in Italia e il ripetuto richiamo per migliorare una situazione drammatica è l'ennesima conferma che sulle carceri servirebbe una svolta con investimenti, un maggiore ricorso alle misure alternative, senza i quali continueremo ad assistere solo a un aumento delle recidive e il fallimento di un sistema che ha come scopo il fine rieducativo della pena –:
quali iniziative urgenti il Ministro interpellato intenda adottare al fine colmare le gravissime carenze di organico che affliggono le carceri italiane e in particolare quelle liguri, destinando alla casa circondariale di Sanremo adeguate risorse finanziarie, organizzative e di personale necessarie a colmare le gravi carenze di organico e restituire così dignità sia al personale sia alle persone detenute, nonché se non ritenga urgente predisporre adeguati investimenti al fine di garantire il sostegno a pene alternative e ai progetti per l'inserimento nel mondo del lavoro dei detenuti e per garantire il diritto alla salute dei detenuti e degli internati e un'adeguata prevenzione dei suicidi.