I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
in data 28 aprile 2024 si sono svolte due manifestazioni di chiaro stampo neofascista a Dongo e Giulino di Mezzegra, entrambe in provincia di Como;
la natura dei due eventi è stata diversa, atteso che a Giulino di Mezzegra è prevalso l'aspetto commemorativo della morte di Benito Mussolini, sul luogo della sua morte e con una celebrazione religiosa, mentre a Dongo la manifestazione, a cui hanno partecipato circa cinquanta neofascisti in divisa nera e inquadrati militarmente, ha assunto carattere più direttamente politico, anche in considerazione del fatto che i predetti hanno raggiunto intorno alle 10 il lungolago adiacente a piazza Paracchini in cui era prevista una manifestazione antifascista, con un discorso della presidente di Casa Cervi, Albertina Soliani, iniziata alle 9.30 in presenza di circa cinquecento cittadini;
gli interroganti presenti a partire da quell'orario a Dongo, sul luogo delle due manifestazioni, hanno potuto verificare l'esistenza di un cordone di appartenenti alla Polizia di Stato inteso a separare i manifestanti, e di numerosi altri appartenenti alla Polizia di Stato e all'Arma dei carabinieri, che hanno efficacemente garantito l'ordine pubblico;
analoga presenza di appartenenti a forze di polizia è stata segnalata e documentata a Giulino di Mezzegra;
tuttavia si segnala che in entrambi i luoghi i manifestanti neofascisti si sono presentati in uniformi di tipo paramilitare, si sono inquadrati militarmente agli ordini di superiori gerarchici e hanno ripetuto, con «chiamata», il saluto fascista;
la giurisprudenza di merito e di legittimità – salva la verifica di circostanze particolari di fatto, rimessa alle valutazioni dell'autorità giudiziaria – considera reato tali manifestazioni –:
se gli appartenenti alle forze di polizia abbiano proceduto all'identificazione dei manifestanti neofascisti (in particolare a Dongo, dove la situazione dei luoghi, aperti e pubblici, e il numero limitato di soggetti lo consentiva);
se, in caso di mancata identificazione, ciò sia avvenuto in base a direttive, e da parte di quale autorità, governativa o di polizia e, in particolare, anche alla luce di pregresse dichiarazioni del Ministro dell'interno sull'ordinaria utilità della pratica dell'identificazione personale (come, a giudizio degli interroganti, sarebbe avvenuto nel caso, noto alle cronache, di un antifascista che ha manifestato il suo pensiero nel Teatro alla Scala di Milano), se il Ministro dell'interno abbia impartito direttive di particolare tutela di espressioni politiche neofasciste;
se, tra gli appartenenti a forze di polizia presenti nei due luoghi, ve ne fossero taluni rivestiti della qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria e se, in tal caso, alcuno di essi abbia proceduto alla redazione ed inoltro di notizia di reato.
Seduta del 10 maggio 2024
Illustrazione e replica di Chiara Braga, risposta Sdella ottosegretaria di Stato, Fausta Bergamotto.
CHIARA BRAGA. Grazie, signor Presidente, signora Sottosegretaria. L'interpellanza che vogliamo discutere oggi riguarda i fatti che si sono verificati lo scorso 28 aprile 2024 nelle località in provincia di Como, che sono state ricordate, a Dongo e a Giulino di Mezzegra, dove si sono svolte, nella mattinata e nel pomeriggio, due manifestazioni di chiaro stampo neofascista.
La natura di questi eventi, come ho dato conto nell'interpellanza, è stata diversa: a Giulino di Mezzegra è prevalso l'aspetto commemorativo della morte di Benito Mussolini, sul luogo della sua morte una celebrazione religiosa non meno inquietante, viste le modalità e i numeri della partecipazione; mentre a Dongo, la manifestazione a cui hanno partecipato circa 50 neofascisti in divisa nera, inquadrati militarmente, ha assunto un carattere più strettamente politico, anche in considerazione del fatto che in quella manifestazione, contemporaneamente, intorno a metà mattinata, alle 10 sul lungolago adiacente piazza Paracchini - un martire della Resistenza comasca, ucciso proprio negli ultimi giorni della guerra - lì a Dongo era prevista e si è svolta una manifestazione antifascista, a cui anche io e il collega Fornaro abbiamo partecipato con altre forze politiche e sociali, e si è svolto anche un discorso della vicepresidente dell'ANPI e della presidente dell'istituto Cervi, Albertina Soliani, alla presenza di circa 500 cittadini antifascisti.
In contemporanea, a partire da quell'orario, a Dongo, sul luogo delle due manifestazioni, abbiamo registrato una presenza importante di persone appartenenti alle forze di polizia - che erano schierate per impedire il contatto tra i manifestanti - alla Polizia di Stato e all'Arma dei carabinieri, che, va detto, hanno garantito efficacemente l'ordine pubblico, anche nei momenti di tensione che pure ci sono stati. La presenza delle forze di polizia è stata documentata anche durante la celebrazione, la commemorazione - chiamiamola così - a Giulino di Mezzegra.
Ribadisco un aspetto, perché non vorrei che passasse sotto tono e non fosse sufficientemente considerato: in entrambe queste manifestazioni, i manifestanti neofascisti - alcuni appartenenti anche al gruppo neonazista Do.Ra, della vicina Varese - si sono presentati, come dicevo, in uniforme di tipo paramilitare, inquadrati militarmente, rispondendo a ordini superiori gerarchici, hanno ripetuto espressioni, chiamandosi l'un l'altro come camerata e hanno ripetuto, con chiamata, il saluto fascista.
Sappiamo come la giurisprudenza di merito e di legittimità, salva la verifica di circostanze particolari di fatto, considera reato queste manifestazioni. Purtroppo, non è la prima volta e, tuttavia, il ripetersi di queste manifestazioni, nell'indifferenza anche mi pare, è un elemento che ci preoccupa particolarmente, ma ci interroga anche su un punto che è il centro della nostra interpellanza. Vogliamo capire, sapere e conoscere, da parte del Governo, se gli appartenenti alle forze di polizia, che erano presenti quella mattina e quel pomeriggio su quei luoghi, in particolare a Dongo, hanno provveduto all'identificazione dei manifestanti neofascisti, in particolare a Dongo, dove - come ho potuto vedere e verificare con i miei occhi - la situazione dei luoghi aperti pubblici e anche il numero limitato di persone lo avrebbero sicuramente consentito.
A fronte di questa domanda e della risposta che, cortesemente, la Sottosegretaria ci fornirà, vogliamo capire se, in caso di mancata identificazione, questo invece sia avvenuto sulla base di specifiche direttive da parte delle autorità governative o di Polizia. Questo anche in ragione del fatto che noi abbiamo assistito, in questi ultimi mesi, a procedure di identificazione particolarmente solerti: penso al caso del cittadino che, in occasione della prima al Teatro alla Scala a Milano, ha semplicemente urlato “Viva l'Italia antifascista” o ai cittadini che sono stati identificati, sempre a Milano, in occasione di una delle manifestazioni in memoria di Navalny.
Vorremmo capire se il Ministro dell'Interno abbia, invece, impartito, magari, direttive che non hanno portato le Forze di polizia a compiere l'identificazione e che si configurerebbero, a nostro avviso, come direttive di tutela di espressioni politiche neofasciste. E vorremmo anche capire - e questo è il motivo per cui la nostra interpellanza è rivolta e indirizzata non solo al Ministro Piantedosi, ma anche al Ministro Nordio - se tra gli appartenenti alle Forze di polizia che erano presenti in quei luoghi ci fossero anche soggetti rivestiti della qualifica di ufficiale di Polizia giudiziaria, e se, in tal caso, alcuni di loro abbiano proceduto, come ci aspettiamo, alla redazione e all'inoltro di notizie di reato.
Come vede, Presidente, l'interpellanza è molto circoscritta, vuole comprendere qual è il comportamento delle Forze di polizia rispetto a episodi ripetuti di questa natura e, soprattutto, vogliamo conoscere se, a fronte del manifestarsi ripetutamente di episodi che sono cresciuti in questo ultimo periodo, ci sia un atteggiamento di particolare tolleranza, mi viene da dire, del Ministero dell'Interno. Vorrei inoltre capire, alla luce di questa interpellanza, qual è il modo in cui operano le nostre Forze di polizia e com'è stata gestita, in particolare, questa manifestazione, sulla quale ovviamente il mio giudizio politico è chiaramente evidente, da parte delle Forze incaricate, che, comunque, erano presenti in entrambe le manifestazioni in quella giornata.
FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Signor Presidente, onorevoli deputati, con riferimento all'atto di sindacato ispettivo presentato dagli onorevoli interpellanti il Ministero dell'Interno ha riferito quanto segue.
Va premesso che da oltre trent'anni, nella domenica più prossima al 28 aprile, a Giulino di Mezzegra, nel comune di Tramezzina, si svolge una commemorazione dedicata a Benito Mussolini e Claretta Petacci, mentre sul lungolago di Dongo viene svolta una manifestazione nel corso della quale si ricorda la fucilazione di alcuni gerarchi della Repubblica sociale italiana.
Negli ultimi anni, a Dongo, nella stessa giornata, si svolge anche una manifestazione antifascista, promossa dalla sezione dell'ANPI di Como.
Anche per l'anno in corso, sono state preavvisate alla questura di Como, ai sensi dell'articolo 18 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, le manifestazioni a cui ho fatto riferimento, tutte programmate per la mattinata di domenica 28 aprile.
Le predette iniziative sono state oggetto di un incontro tra il prefetto di Como, il questore e il presidente provinciale dell'ANPI, nonché esaminate nel corso di una riunione tecnica di coordinamento delle Forze di polizia.
Con specifico riferimento a quanto segnalato dagli interpellanti, evidenzio che il questore ha adottato appositi provvedimenti, notificati agli organizzatori, con cui sono state imposte specifiche prescrizioni finalizzate, in particolare, ad evitare ogni forma di apologia del fascismo, ivi compreso il divieto di esporre labari, bandiere o altri simboli, di evidenziare atteggiamenti marziali e di effettuare il cosiddetto “saluto romano”.
All'atto della notifica, agli organizzatori è stato perentoriamente rappresentato che ogni violazione di legge - come avvenuto anche in occasione delle commemorazioni degli scorsi anni - sarebbe stata puntualmente segnalata all'autorità giudiziaria.
Inoltre, in considerazione della prevista partecipazione di sostenitori di estrema destra provenienti anche da contesti esterni alla provincia lariana e della concomitanza di presìdi di opposta ideologia, è stato predisposto un articolato servizio di ordine pubblico, con il supporto di un contingente di rinforzo dei reparti inquadrati inviati dal Dipartimento della pubblica sicurezza, che ha consentito di garantire efficacemente l'ordine pubblico.
Come avvenuto nelle manifestazioni organizzate nel passato, personale della locale DIGOS, intervenuto anche in presenza di ufficiali di Polizia giudiziaria supportati da operatori della Polizia scientifica, ha assicurato un servizio di osservazione e documentazione tecnica prodromico all'identificazione di partecipanti all'accertamento di eventuali condotte penalmente sanzionabili e all'individuazione dei relativi responsabili. L'attività posta in essere dalla questura ha consentito di identificare tra i partecipanti 34 aderenti a gruppi di estrema destra, già noti alle Forze dell'ordine, e di deferire 12 persone alla competente autorità giudiziaria per i reati di cui all'articolo 2 della legge n. 205 del 1993, la cosiddetta legge Mancino, e all'articolo 5 della legge n. 645 del 1952, cosiddetta legge Scelba. Sono tuttora in corso le analisi delle riprese video acquisite finalizzate all'identificazione di ulteriori soggetti intervenuti e a verificare eventuali condotte penalmente sanzionabili. La questura ha altresì riferito che nel contesto del servizio di osservazione e delle attività di videoripresa sono stati acquisiti numerosi altri elementi informativi riconducibili ai partecipanti, il cui materiale è stato condiviso con altre questure del territorio nazionale per risalire anche all'identificazione dei manifestanti provenienti da altre province.
Concludo dicendo che, secondo quanto affermato dal Ministero dell'Interno, le Forze di polizia svolgono una costante attività di impulso, analisi e coordinamento per la prevenzione e il contrasto di illeciti riconducibili ad ogni forma di estremismo politico a tutela dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione.
CHIARA BRAGA. Grazie, Presidente. Non posso dichiararmi soddisfatta per un semplice motivo: la Sottosegretaria, pur nella sua cortesia, ha fornito una risposta burocratica alla nostra interpellanza, limitandosi a descrivere in maniera abbastanza lineare la presa d'atto dei fatti che si sono verificati e le situazioni che si sono manifestate. Io devo dire, ringraziandola, ovviamente, per la sua disponibilità, che considero quantomeno inopportuno che la risposta a un'interpellanza di questa natura e con questi contenuti, rivolta a due Ministri, il Ministro dell'Interno e il Ministro della Giustizia, che dispongono entrambi di ben tre Sottosegretari, sia stata delegata, come ovviamente il nostro Regolamento prevede e ammette, alla risposta di una Sottosegretaria che si occupa di imprese e made in Italy. Evidentemente la difficoltà per i Ministri e forse anche per qualche Sottosegretario di venire a confrontarsi in quest'Aula su questi temi è il segno di una certa reticenza o della volontà di non dare un dispiacere a un pezzo di mondo che continua imperterrito ripetutamente a esercitare questi comportamenti. Questo, ovviamente, è un mio giudizio, ma credo che sia supportato anche da elementi che in questi mesi abbiamo registrato, vista la difficoltà per molti componenti di questo Governo, anche con ruoli apicali, di dichiararsi antifascisti, come prevede la nostra Costituzione.
Devo dire che la risposta che è stata fornita ci ha dato alcuni elementi che danno conto certamente di un'attività attenta da parte delle Forze di polizia. Devo dire che alcune espressioni mi hanno lasciato un po' perplessa, perché credo che non si possano mettere sullo stesso piano, come opposte ideologie, le manifestazioni che ci sono state, quelle di nostalgici del fascismo e quelle di cittadini e cittadine che hanno ribadito i valori della Resistenza e della Costituzione. Credo che le informazioni che ci ha fornito la Sottosegretaria, con un'attività di identificazione postuma che è stata fatta sulla base dell'osservazione di 34 aderenti a questi gruppi di estrema destra e l'iniziativa per 12 di loro di notizie di reato da parte dell'autorità giudiziaria, sia il segno che quanto si verifica a Dongo e a Giulino di Mezzegra non è una goliardata, come qualcuno forse vuole rappresentare, ma si scontra con la legislazione del nostro Paese, con il fatto che queste manifestazioni diano continuamente un segnale preoccupante che, appunto, contrasta con la legge vigente, con la legge Scelba, come è stato detto. Infatti, si manifestano, si assumono atteggiamenti che hanno chiaramente un richiamo all'epoca fascista, all'ideologia fascista e mi auguro, davvero, che dopo questa risposta - avendo avuto notizia di soggetti identificati, alcuni dei quali anche deferiti all'autorità giudiziaria - venga impedito che, attraverso queste persone, preventivamente, di nuovo si realizzino e si verifichino episodi di questo genere.
Presidente, mi avvio a concludere. Io credo che ci sia un segnale molto preoccupante di tolleranza eccessiva nel nostro Paese rispetto a queste manifestazioni. Mi auguro che ci sia, invece, fermezza nell'impedire che si possano ripetere in futuro manifestazioni che anche quest'anno, come è stato dimostrato, hanno violato in maniera esplicita delle prescrizioni che le autorità avevano dato per lo svolgimento delle stesse. C'è bisogno di agire preventivamente, perché le nostre interpellanze e le nostre interrogazioni arrivano sempre dopo, quando il fatto si è consumato, quando quei territori, che hanno dato una prova straordinaria nella lotta al fascismo, nella Resistenza, sono stati sfregiati - e utilizzo questa espressione volutamente - per l'ennesima volta da comportamenti, atteggiamenti e manifestazioni di questo genere.
Voglio chiudere ricordando le parole che la vicepresidente dell'ANPI, Albertina Soliani, ha pronunciato proprio quella domenica, quella mattina, perché credo che siano importanti: c'è una strada che ci divide, è quella che divideva le due manifestazioni: da una parte c'è l'onore dell'Italia, dall'altra la vergogna, i fascisti che sapevano che da tempo avrebbero perso, ma hanno continuato ad uccidere e a esercitare una violenza del regime che non possiamo accettare.
Tra qualche settimana quest'Aula celebrerà la memoria, proprio qui, il 30 maggio, di Giacomo Matteotti. Credo che la fermezza delle istituzioni e l'impegno reale e concreto di aderenza ai valori dell'antifascismo e della nostra Costituzione siano un dovere che tutti noi dobbiamo affermare, con grande forza e convinzione.