Data: 
Venerdì, 28 Novembre, 2014
Nome: 
Giampiero Giulietti

A.C. 2679-bis-A e A.C. 2680-A

Signor Presidente, intanto vorrei ringraziare il relatore Mauro Guerra per il lavoro attento e paziente fatto nel portare in porto la legge di stabilità per il 2015 ed anche il presidente Boccia e il Viceministro Morando per i lavori ordinati e costruttivi della Commissione bilancio che è riuscita a lavorare esaminando centinaia di emendamenti e risparmiandosi anche compulsive sedute notturne.
  Come sottolineato dal relatore, la manovra si propone di orientare il massimo possibile di risorse e misure verso politiche di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro sia sul versante delle imprese sia su quello dei lavoratori per rendere conveniente la creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato, per sostenere gli investimenti privati e allentare i blocchi e gli ostacoli agli investimenti pubblici unitamente a interventi di sostegno al reddito e ai consumi interni. Il tutto con risorse derivanti da maggiori entrate e tagli di spese il meno lineari e il più mirato e articolato possibile ad evitare che si producano effetti contrari di carattere recessivo.
  Sul fronte dei tagli alla spesa si coglie lo sforzo per passare dai tagli lineari a meccanismi di taglio meno ottusi e più selettivi, sforzo che dovrà anche essere perseguito maggiormente. Ed è terreno sul quale sia in relazione alle amministrazioni centrali, sia al sistema degli enti territoriali e delle autonomie, si dovrebbe sempre più cercare di addentrarsi anche utilizzando le strumentazioni dei costi e dei fabbisogni standard.
  Questa legge di stabilità registra misure complessivamente coerenti ed anche al servizio delle riforme strutturali in corso, dalla scuola al lavoro passando per la giustizia e la pubblica amministrazione. Come ha sottolineato il Ministro Padoan, il sentiero scelto dal Governo è stretto ma orientato chiaramente alla ripresa della crescita del Paese. Ci troviamo chiaramente di fronte ad una manovra di bilancio il cui carattere espansivo viene ben delineato dai provvedimenti accennati rispetto al quadro a legislazione vigente nella misura all'incirca di uno 0,4 per cento del PIL nel 2015, ciò nonostante la correzione dello 0,3 per cento dell'indebitamento strutturale seguito all'interlocuzione intercorsa con le istituzioni europee. In tale contesto la manovra di finanza pubblica determina altresì uno scostamento rispetto all'osservanza della regola sul debito nei termini prescritti dal fiscal compact rinviando il raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio al 2017. Le scelte economiche compiute dal Governo sono evidentemente dettate dall'attuale situazione degli indicatori economici italiani e scelte differenti avrebbero dato vita ad una manovra diversa di tipo restrittivo, determinando ulteriori conseguenze negative. Insomma, ci troviamo di fronte ad una legge di stabilità di natura espansiva e con alcune disposizioni certamente di  carattere innovativo, superando in ciò anche l’impasse che aveva caratterizzato i precedenti Governi.
  Una valutazione certamente positiva meritano le disposizioni concernenti rispettivamente la stabilizzazione del bonus degli 80 euro per circa 9-10 miliardi annui e l'eliminazione della base imponibile IRAP della componente lavoro a tempo indeterminato per circa 7 miliardi annui, oltre alle risorse destinate all'esenzione triennale dalla contribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. L'azione sinergica delle nuove regole sul lavoro e degli incentivi di cui ho parlato, sono certo, potrebbe determinare una svolta con un incremento notevole delle assunzioni a tempo indeterminato ed è di oggi la notizia di 400 mila nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato nel terzo trimestre dell'anno.
  Tra le misure di particolare rilievo vanno ricordate le risorse per oltre 2 miliardi e 200 milioni di euro stanziate per la copertura degli oneri derivanti dall'attuazione del disegno di legge delega in materia di mercato del lavoro, nonché quelle destinate al sistema scolastico e formativo, così come il rifinanziamento del Fondo nazionale per le politiche sociali e del Fondo per le non autosufficienze che sale a 400 milioni di euro e che i Governi della destra avevano azzerato. Quindi, per favore, evitiamo strumentalità anche da parte di chi dice sempre che ci vorrebbe ben altro, il «benaltrismo» spesso è il male che pervade anche la sinistra. Questo Governo rifinanzia le politiche sociali dando un chiaro segnale di attenzione a chi vive profonde condizioni di disagio sociale nel Paese. Ed in questa direzione si inserisce il bonus bebé come modificato dal lavoro in Commissione, che prevede un assegno per i nuclei familiari che presenteranno un ISEE non superiore a 25 mila euro e che raddoppia sotto quota 7 mila euro.
  Ed ancora, rapidamente, quattro questioni che meritano di essere evidenziate: le misure per il credito di imposta sull'attività di ricerca e sviluppo, la proroga delle detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica al 65 per cento per il 2015, il rifinanziamento – ne ha parlato il collega Taranto – della legge Sabatini bis, che fa salire da 2,5 a 5 miliardi di euro l'importo massimo del plafond costituito presso Cassa depositi e prestiti, utilizzato per finanziare le imprese, e il tetto per gli assegni previdenziali dal 2015 di medici, professori universitari, magistrati e grand commis. Una sottolineatura particolare, anche alla luce di tanti recenti avvenimenti, merita l'incremento del fondo per le calamità naturali di 60 milioni di euro per il 2015.
  Quindi una manovra espansiva e attenta che comprende come la questione cruciale sia quella essenzialmente di ripristinare le condizioni di fiducia da parte delle imprese e dei consumatori. Diviene rilevantissimo il tema di un livello adeguato di investimenti pubblici nazionali e comunitari, anche attraverso l'effettiva realizzazione del piano di investimenti europei annunciati dal Presidente Juncker per un ammontare di 300 miliardi di euro.
  Occorre inoltre un patto istituzionale forte fra Governo, enti locali e regioni per dare vita a un piano efficace di riduzione della spesa pubblica ed è importante l'intesa raggiunta con l'ANCI e le proposte emendative accolte in Commissione, che non sono ancora sufficienti anche se vanno nella giusta direzione.
  Oltre alla riduzione del 70 per cento del Patto di stabilità per i comuni, che può rilanciare, appunto, investimenti e piccole opere pubbliche, per quegli enti locali, soprattutto piccoli comuni, che decideranno di aggregarsi è prevista l'esenzione dal Patto di stabilità interno per cinque anni, come anche le riduzioni previste per gli enti locali potranno essere coperte anche dalla componente parte investimenti. Ed, inoltre, ai comuni andrà una quota pari al 55 per cento delle maggiorazioni dei tributi che arrivano grazie alla lotta all'evasione e relativi a tutte le operazioni che li vedono coinvolti in primo piano.
  Occorrerà migliorare ancora il testo su alcuni punti, magari nel passaggio al Senato,  ove potrà essere affrontato anche il tema della nuova fiscalità locale, che sia in grado di garantire ai comuni le risorse necessarie senza aggravi di prelievo per i contribuenti. Il passaggio al Senato sarà l'occasione per definire le questioni relative alle province, alle funzioni, al personale, ed anche uno sforzo ulteriore andrà fatto sul versante delle regioni, soprattutto per quanto concerne il Fondo sanitario. Sarebbe importante definire meglio le questioni relative a regioni a Statuto ordinario e regioni a Statuto speciale e, soprattutto, non penalizzare le regioni virtuose con i conti in ordine e i servizi erogati di qualità. C’è da risparmiare, ma si risparmi soprattutto dove si spende troppo, si spende male e non si danno servizi. E al Senato si dovrà rimettere mano anche alle previsioni legate alla programmazione europea e al ruolo delle regioni, che non possono essere soltanto considerate passacarte.
  La Camera conclude un primo passaggio importante e di grande significato. Dopo anni di manovre restrittive si guarda avanti, si guarda al lavoro e all'impresa, si punta alla crescita e al futuro. Ingenerose le critiche ad una legge di stabilità che mette e non taglia risorse. Ingenerose le critiche di chi vorrebbe più coraggio nello sforare i parametri europei e che quando governava faceva il geloso e pignolo custode dei diktat di Bruxelles. Ma soprattutto sono, a mio parere, eccessivi gli attacchi, le iniziative contro un provvedimento che mette risorse per gli italiani e per uscire dalla crisi. Stessa veemenza non si ritrova verso le leggi di stabilità degli ultimi anni, depressive e che hanno impoverito il Paese.
  Ho sentito parlare, dall'onorevole Palese di Forza Italia, di critiche feroci, facendo riferimento a condoni, evasioni, tasse sulla casa (Commenti del deputato Palese). Sono problemi reali e credo che condoni ed evasioni Forza Italia li conosca meglio di chiunque altro. Probabilmente, il profondo errore sulla tassazione per la casa è avvenuto proprio grazie a Forza Italia, con l'abolizione dell'IMU e la sostituzione con una tassazione confusa alla quale proprio a Forza Italia, confusa, alla quale il Governo dovrà rimettere mano, penso anche nel prossimo passaggio al Senato.
Ho sentito parlare, anche dal gruppo del MoVimento 5 Stelle, del fatto di essere succubi a fantomatici padroni, anche fregandosene dei cittadini. I padroni sono quelli che decidono se cacciare o meno i parlamentari e sono gli stessi che se ne fregano dei cittadini, alla luce dei propri esorbitanti guadagni. La democrazia di Grillo, che doveva essere la svolta dell'umanità, è stata ormai ridotta a un banale televoto.
Quindi, alla luce di tutto questo, alla luce di questa manovra, alla luce di queste proposte del Governo e di questo disegno di legge di stabilità che ci accingiamo a discutere, credo che noi possiamo guardare con fiducia al futuro, alla necessità di attuare le riforme, alla volontà di non volgere lo sguardo al passato. Credo abbia ragione il Presidente Renzi sulla profonda necessità di riformare il Paese, di non fermarsi di fronte agli ostacoli e di trasformare la speranza accordataci in un cambiamento profondo, che ci apra anche una nuova stagione di crescita.