Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 15 Maggio, 2024
Nome: 
Andrea Casu

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Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, non risponderò alle provocazioni che mi hanno preceduto, però regalerò una calcolatrice al rappresentante della Lega per ricordargli che nelle ultime due legislature la Lega è stata più a lungo al Governo di quanto vi sia stato il Partito Democratico. Si chiama trasporto pubblico locale, ma è una grande questione nazionale. Il diritto alla mobilità è un diritto di cittadinanza, è il diritto dei diritti, perché tutti dobbiamo muoverci per lavorare, andare a scuola, all'università, curarci, fare sport, e perché il TPL è irrinunciabile driver di sostenibilità.

Se vogliamo ridurre il drammatico numero di morti causate dal biossido di azoto, solo nel 2021 oltre 11.000 in Italia, se vogliamo raggiungere gli obiettivi della transizione climatica, se vogliamo garantire non solo un futuro sostenibile per le nuove generazioni, ma anche un presente sostenibile, adesso, ora, nelle nostre città, non esistono altre strade e non esistono scorciatoie. In questo Parlamento, ormai svuotato del suo ruolo, durante la legislatura record per decreti, per voti di fiducia, finalmente oggi torniamo a occuparci di una questione cruciale per la vita dei cittadini.

Il lavoro che abbiamo fatto con le risoluzioni in Commissione trasporti lo ha dimostrato. Voglio ringraziare tutti i colleghi di opposizione, ma anche di maggioranza, tutti gli auditi, i funzionari, che hanno partecipato a un grande lavoro collettivo, che il mio gruppo, con fortissima determinazione, ha chiesto di portare avanti, con la calendarizzazione di atti indispensabili a dare una risposta tempestiva a un'urgenza che non può continuare a essere negata. Questo abbiamo portato in Aula, è stato detto bene dalla collega Ghirra, dal collega Iaria, dalla collega Pastorella, anche attingendo a quelle che erano idee che erano state portate da altri nel confronto in Commissione.

Oggi tutta l'Europa e il mondo vanno nella direzione del biglietto climatico, per garantire l'accesso di tutti al diritto a una mobilità sostenibile e sicura, anche di fronte ai cambiamenti che stiamo vivendo nel nuovo mondo oltre COVID-19. E invece l'Italia la state trascinando nella direzione opposta, con biglietti sempre più costosi e scaricando sulle tasche dei cittadini l'incapacità di intervenire del Governo. Nella stazione Tiburtina, a pochi chilometri da qui, potete ancora leggere le parole di uno dei primi discorsi tenuti da Cavour, nel 1853, in quello che allora era ancora il Parlamento subalpino. In quelle parole viene scolpita l'importanza delle ferrovie come strumento di progresso sociale ed economico fondamentale. Quelle parole valgono ancora oggi, forse ancora di più oggi. Non voglio girarci intorno, il quadro è allarmante, lo dicono insieme associazioni, imprese, sindacati e amministratori. Servono almeno 800 milioni di euro sul Fondo TPL per l'adeguamento dei costi e 900 milioni di euro aggiuntivi a regime per il rinnovo dei contratti per i lavoratori, per quei lavoratori che sono oggetto sempre più frequente di aggressioni. Di fronte a questo fenomeno, il Governo fino ad oggi non è riuscito nemmeno a far funzionare il protocollo che aveva ereditato per garantire più sicurezza. Su questo cogliamo almeno uno spiraglio con il parere sull'impegno 12) delle mozioni, ma non possiamo accettare le riformulazioni che ci ha presentato il Governo, perché abbiamo chiesto molto di più di quello che ci viene riformulato. Abbiamo chiesto una riforma del TPL, nuovi criteri, abbiamo chiesto di non dimenticare Roma Capitale, che ogni anno mette oltre 600 milioni di euro di risorse proprie, Milano, che ne mette oltre 300. Non possono fare di più i sindaci, tutti i sindaci delle città metropolitane, anche Torino, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Venezia. Al tempo stesso, sono al collasso le aree interne. Penso alla drammatica situazione in Umbria, alle Marche, a tutto il Mezzogiorno d'Italia, e non solo, ai comuni montani, alle isole, alla Sicilia, alla Sardegna, alle isole minori, che hanno diritto alla continuità territoriale, non solo sulla carta, non solo scritta in Costituzione, anche nella realtà. Ma le regole da sole non bastano. Intervenire solo sui criteri, come chiede di fare anche oggi la maggioranza, significa alimentare una guerra tra poveri, che non solo non sanerà le ingiustizie e i divari, ma addirittura li accrescerà. È l'antipasto indigeribile di un'idea di autonomia differenziata che ha più il sapore della secessione che dell'autonomia  e che già sta spaccando l'Italia, ancora prima di entrare in vigore. Ringraziamo il rappresentante del Governo per essere qui, anche per essersi scusato del ritardo con cui è arrivato, ma non possiamo non cogliere il fatto che anche oggi il Ministro Salvini evidentemente è troppo impegnato a fare l'avvocato d'ufficio del presidente Toti per cogliere l'occasione di essere in Aula ad occuparsi di un tema di sua diretta competenza. Noi gli chiediamo di alzare lo sguardo almeno per un attimo dalla campagna elettorale, dalla crociata che sta portando avanti contro i poteri dei sindaci, contro la mobilità sostenibile, contro la ciclabilità, contro gli appelli dei familiari delle vittime della strada. Faccia una cosa utile: se non vuole ascoltare noi lo capiamo, ascolti almeno quello che chiede il presidente Fedriga, che è del suo stesso partito, insieme a tutta la Conferenza dei presidenti di regione. Faccia proprie le parole che anche ieri in Commissione trasporti abbiamo ascoltato dal presidente Marsilio, dimostri che il Governo vuole fare la propria parte fino in fondo, non finga, ancora una volta, che il problema non esista, non lo riguardi o possa essere rimandato, perché se alla fine ci costringete ad andare tutti in macchina, demolendo il servizio pubblico di trasporto, altro che difesa della casa e delle auto degli italiani come si legge nei manifesti della Lega: resteremo tutti fermi imbottigliati nel traffico e molto lontani da quel limite di 30 orari che tanto odiate. Se non ci riesce da solo il Ministro, intervenga la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, come non ha ancora fatto ma confidiamo che possa ancora fare al Senato sul codice della strada, perché è lei che guida e stiamo andando a sbattere e se si ferma il trasporto pubblico locale si ferma il Paese.

Come PD abbiamo chiesto chiaramente nella legge di bilancio: usate le risorse dei sussidi ambientalmente dannosi. Non vi convince questa proposta? Trovatene altre. L'unica cosa che non potete fare è continuare a non fare nulla dicendo che è sempre colpa di qualcun altro. Ma chi altro deve realizzare il vostro programma adesso che siete al Governo? Leggo testualmente dal programma Pronti a risollevare l'Italia: “Ripartire da investimenti e infrastrutture nei trasporti per un'Italia più veloce, più collegata e più smart”. In quel programma, con cui avete preso i voti, non vi limitate, come nella mozione, solo a cambiare il nome da servizi minimi a livelli essenziali, ma dite anche di potenziare il sistema, di realizzare un nuovo piano, di irrobustire la cura del ferro, di estendere le reti e recuperare il ritardo del Sud, cioè l'esatto contrario di quello che state facendo, perché se c'è una cosa che ha detto in queste ore la Presidente Meloni, su cui sono e siamo d'accordo, è che non deve essere il luogo in cui nasci a condannarti a un destino. Prima ancora di lei a dirlo è la Costituzione, nata dalla Resistenza al nazifascismo e dalla guerra della liberazione. L'articolo 3, il più bello di tutti, ci dice che dobbiamo avere tutti pari dignità senza distinzioni, ma non si limita a questo, non si limita a dirlo, perché impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che impediscono l'uguaglianza e oggi è proprio la Presidente Meloni che è chiamata a rimuoverli e se non lo fa è lei che sta condannando chi vive nelle periferie, nelle borgate, da cui anche lei orgogliosamente rivendica di venire, nelle aree interne, dove Fratelli d'Italia è spesso, purtroppo, primo partito, a essere ogni giorno di più cittadini di serie B, condannando milioni di lavoratrici e di lavoratori poveri, di lavoratori senza rinnovo del contratto da troppo tempo a essere cittadini di serie B, perché la sanità, il lavoro e i trasporti sono le grandi emergenze del Paese e la responsabilità non può essere sempre di qualcun altro, di chi c'era prima, di chi ci sarà dopo, dei presidenti di regione, che poi sono quasi tutti della sua maggioranza ormai, dei sindaci, delle imprese e dei sindacati. Adesso avete vinto le elezioni, siete al Governo e adesso è il turno di Giorgia e sul trasporto pubblico locale basta prese in giro. Servono un miliardo 700 milioni di euro subito……per salvare un settore in crisi e smettere di condannare a un destino infame chi nasce nel quartiere sbagliato o nella città sbagliata ed è costretto a restare intrappolato ogni giorno ore e ore nella macchina in assenza di alternative efficienti per potersi muovere altrimenti. Fortunatamente per il Paese non ci siete solamente voi: c'è anche il Partito Democratico in Parlamento nel Paese, strada per strada, casa per casa. Ci troverete con le persone che avete dimenticato, nei luoghi che avete abbandonato, pronti a batterci insieme per le vere priorità del Paese.