08/07/2024
Marco Simiani
3-01318

Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in provincia di Grosseto sono presenti due carceri (uno nel capoluogo, uno a Massa Marittima) che presentano da anni gravi e perduranti criticità sia per carenza di organico, sia dal punto di vista strutturale e logistico;

   il penitenziario di Grosseto ospita 27 detenuti a fronte di 15 posti e dispone di 34 agenti a fronte dei 37 previsti. Il carcere ha un tasso di affollamento tra i più alti d'Italia mentre metà dei detenuti sono stranieri;

   secondo il report dell'Associazione Antigone mancano nel penitenziario di Grosseto locali per la socialità. Esiste un unico spazio aperto, privo di riparo, rendendo di fatto impraticabile la permanenza all'aperto nei caldi mesi estivi o nelle giornate di pioggia. Non ci sono spazi per le lavorazioni, né zone esclusivamente dedicate alle specifiche attività. Le uniche due piccole aule disponibili hanno una funzione polivalente e sono a turno utilizzate per i corsi scolastici e varie attività;

   nel mese di gennaio 2024 è stato siglato il protocollo per realizzare il nuovo polo penitenziario di Grosseto in periferia grazie al trasferimento dall'Agenzia del demanio al Ministero della giustizia di un'ampia porzione dell'ex caserma Rotilio Barbetti, originariamente in uso al Ministero della difesa;

   la struttura è stata finanziata con le risorse del PNRR ed è quindi necessario portare a termine i lavori nei tempi stabiliti;

   per quanto riguarda la casa circondariale di Massa Marittima va segnalato come sia in sotto organico di 8 unità di polizia penitenziaria, mentre per l'associazione Antigone pesa notevolmente la chiusura e l'inagibilità – ormai croniche – dell'ampio spazio originariamente destinato alla palestra, dal 2006 chiuso per via del terreno umido e acquitrinoso tipico della zona paludosa su cui sorge l'edificio. Tale spazio dall'enorme potenzialità di fatto priva l'istituto di un ampio locale, che potrebbe essere adibito a palestra, ma anche sfruttato per innumerevoli altre attività;

   sia per quanto riguarda la struttura di Grosseto che quella di Massa Marittima è stato da tempo rimarcata anche la necessità di garantire la salute dei detenuti anche attraverso la telemedicina –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di risolvere le criticità esposte in premessa presenti nelle carceri di Grosseto e Massa Marittima ed in particolare per garantire una dotazione idonea di agenti di polizia penitenziaria e strutture dignitose per i detenuti presenti;

   quale sia la tempistica per la realizzazione del nuovo carcere di Grosseto;

   quando sarà resa nuovamente agibile l'area attualmente non utilizzata del carcere di Massa Marittima.

 

Seduta del 9 luglio 2024

Risposta del Sottosegretario di Stato per la Giustizia, replica di Marco Simiani

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, l'interrogante ha avanzato quesiti in ordine alle iniziative che si intendono adottare per la soluzione delle problematiche indicate riguardo le case circondariali di Grosseto e Massa Marittima. Vado a precisare, immediatamente, che il Governo Meloni è fortemente impegnato nella risoluzione delle problematiche e delle criticità concernenti l'amministrazione penitenziaria, una catastrofale eredità dei passati Governi, come traluce, peraltro, dalla medesima interrogazione dell'onorevole interrogante.

Il cambio di passo di questo Governo rispetto al passato è ben noto a uomini e donne della Polizia penitenziaria, in passato costretti a fare le nozze con i fichi secchi e a cui vanno ancora oggi formalmente i più vivi ringraziamenti per l'attività svolta, da parte del Governo. È ben visibile il cambio di passo per il tramite dell'adozione di specifici provvedimenti finalizzati a mettere in sicurezza tanto le carceri quanto chi vi lavora, presupposto essenziale per dare una corretta attuazione ai precetti costituzionali di cui all'articolo 27 della Costituzione, ovverosia la finalità rieducativa della pena, che non può avvenire se non in un contesto, in una cornice di sicurezza.

A tal proposito, ancora recentemente e, segnatamente la scorsa settimana, è stato varato un decreto-legge in materia carceraria che introduce importantissime novità, sia sotto il profilo del potenziamento dell'organico sia sotto il profilo del trattamento dei detenuti, segnatamente quelli con problemi psichiatrici o detenuti per motivi legati alla tossicodipendenza. Nel decreto, infatti, sono state previste nuove 1.000 extra-assunzioni di Polizia penitenziaria, finalizzate a ridurre la carenza di organico espressamente oggetto dell'interrogazione dell'onorevole interrogante, seppure limitatamente alle carceri di Grosseto e Massa Marittima. Queste 1.000 extra-assunzioni si sommano ad altre 1.000 extra-assunzioni - e, quindi, sempre oltre il turnover - messe in campo dal Governo con la prima finanziaria realizzata - lo ricordo a me stesso, non certamente all'onorevole interrogante - in 60 giorni, in una condizione evidentemente non facile, perché si può definire una finanziaria di sangue e di guerra, nel vero senso della parola, attesa la guerra alle porte d'Europa, che rendeva meno agevoli le manovre economiche. A ciò si aggiungono, per la prima volta nella storia, oltre a queste 2.000 extra-assunzioni, le assunzioni ordinarie, che hanno garantito il 100 per cento del turnover. Si tratta di uno sforzo economico grandissimo, di un passo in avanti che ci avvicina all'obiettivo dell'effettivo completamento dell'organico della Polizia penitenziaria dopo - ce lo dobbiamo dire con estrema franchezza - anni di tagli e di disinvestimenti, dopo anni in cui, onestamente, non veniva neanche garantito il turnover per i pensionamenti, dopo anni in cui la Polizia penitenziaria è stata - io ritengo improvvidamente - messa in ginocchio e non in condizioni di operare con la serenità che meritano tutte le nostre divise.

Sempre nel summenzionato decreto, abbiamo ulteriormente aumentato di 20 unità la pianta organica dei dirigenti penitenziari; abbiamo approvato lo scorrimento della graduatoria per 22 vicecommissari e 48 nuovi ispettori. Queste misure consentiranno di traguardare un altro risultato epocale, che i precedenti Governi credo neanche abbiano immaginato, cioè conferire a ogni istituto penitenziario d'Italia un direttore e un comandante titolari, non più condivisi con altri istituti - nelle carceri più complesse, evidentemente anche il vicedirettore e il vicecomandante -, perché si possa avere, soprattutto nei momenti di criticità, una catena del comando chiara, con indicazioni chiare, con interventi chiari, con interventi chirurgici che, proprio perché tempestivi, molto spesso riescono a scongiurare che la situazione precipiti ulteriormente.

Importante, sempre nel decreto a cui facevo cenno, è anche l'intervento volto a prevedere un trattamento più adeguato alla riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti e dei detenuti con disagio psichico. Attraverso l'invio in comunità idonee alla loro accoglienza, metteremo in sicurezza gli istituti penitenziari, perché, peraltro, oltre al primo obiettivo del trattamento del detenuto, della riabilitazione e della disintossicazione, di un trattamento equo nei confronti di detenuti psichiatrici, ridurremo anche, indirettamente, il sovraffollamento carcerario e, quindi, interverremo anche su un altro fattore di criticità.

A titolo informativo, posso aggiungere un breve riepilogo: nel ruolo dei funzionari, abbiamo assunto 132 allievi commissari; nel ruolo degli ispettori, abbiamo assunto 691 unità ed è partito, lo scorso 6 maggio, un ulteriore corso per 411 unità; nel ruolo dei sovrintendenti abbiamo immesso in servizio 1.852 unità; nel ruolo agenti/assistenti, abbiamo immesso in servizio 3.300 unità, comprese le assegnazioni di ieri nei singoli istituti, dove sono entrati 498 donne e 1.210 uomini del 183° corso; il 22 luglio partirà un ulteriore corso di formazione per allievi agenti, per 1.713 unità e abbiamo già firmato un bando per l'assunzione di 2.568 unità di allievi agenti.

In totale, in questi 20 mesi, oltre alle extra assunzioni, sono state assunte 5.589 unità nei vari ruoli e 2.500 hanno beneficiato di progressioni interne di carriera, intervenendo, quindi - lo debbo dire con onestà -, sul sinistro trend inaugurato con la infausta stagione della legge Madia, i cui effetti esiziali credo siano noti a tutti coloro che fanno politica in quest'Aula.

Sono numeri che ci rendono, onestamente, orgogliosi, sono numeri che ci non ci possono, però, che spingere a far sempre meglio e a fare di più, con il rammarico che, se anche i Governi precedenti avessero proceduto con queste medesime tipologie di assunzioni, oggi non staremmo parlando di carenza di organico, ma il sovraffollamento sarebbe quello degli agenti, degli uomini e delle donne di Polizia penitenziaria.

Venendo ai dati più specificatamente oggetto dell'interrogazione dell'onorevole interrogante, quindi quelli relativi agli istituti di pena di Grosseto e di Massa Marittima, possiamo dire che nella casa circondariale di Grosseto, a fronte di un organico previsto di 35 unità, ne risultano presenti concretamente 30, quindi mancano 5 unità rispetto a quelle previste. Viceversa, per Massa Marittima, rispetto a 30 unità, ne sono presenti 28, quindi mancano 2 unità.

È, però, pur vero che, nell'ambito dell'assegnazione del personale a seguito della conclusione del 183° corso di formazione allievi agenti, è stato incrementato l'organico della casa circondariale di Grosseto di 2 unità maschili e di 1 femminile, quindi il gap è solo di 2 ad oggi. Per quanto riguarda la casa circondariale di Massa Marittima, è stato incrementato di 1 unità maschile con il 183° corso - quindi, ai ragazzi e alle ragazze della Polizia penitenziaria che sono entrati questa settimana negli istituti penitenziari vanno, credo, i nostri corali auguri di buon lavoro - e di 1 unità con il vecchio 181° corso.

Per quanto riguarda, invece, il dato dei detenuti, nella casa circondariale di Grosseto, risultano presenti 30 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 15 detenuti. A tale esubero si sta facendo fronte con gli imponenti interventi di edilizia penitenziaria, di cui dirò successivamente. Invece, nella casa circondariale di Massa Marittima, fortunatamente, a fronte di una capienza regolamentare di 48 posti letto effettivi, sono presenti 40 detenuti e, quindi, assolutamente non si può parlare di sovraffollamento.

Per quanto riguarda anche l'edilizia penitenziaria, il Governo Meloni ha intrapreso una stagione di grande rinnovamento delle strutture penitenziarie attraverso la creazione di nuovi istituti penitenziari, di nuovi padiglioni all'interno di vecchi istituti penitenziari, attraverso l'ampliamento e l'ammodernamento delle strutture attuali, anche e, soprattutto, sotto il profilo dell'efficientamento energetico.

Sono particolarmente orgoglioso di poter dire che sono stati sbloccati, in 20 mesi, oltre 250 milioni di euro, a valere non solo sui fondi del PNRR, che consentiranno, secondo una prima, approssimativa stima del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, di recuperare 7.000 dei 10.000 posti detentivi mancanti oggi, che determinano il sovraffollamento. Mi piace dire anche in questo caso - perché è una realtà autoevidente che si commenta da sola - che, se analogo sforzo fosse stato fatto dai Governi passati, oggi non staremmo a discutere di sovraffollamento carcerario, atteso che abbiamo investito 250 milioni per recuperare, in soli 20 mesi, 7.000 dei 10.000 posti detentivi mancanti.

Nello specifico della casa circondariale di Grosseto, in ordine all'edilizia penitenziaria, vi è da dire che, sin dal 2003, l'istituto è stato compreso tra quelli per cui risultava opportuna un'eventuale dismissione, tanto è vero che nel Programma d'azione dell'anno 2013 era stato previsto fra quelli da dismettere. La dismissione, tuttavia, non è avvenuta perché, non essendoci stati analoghi interventi imponenti in termini di edilizia penitenziaria, come quelli che mi fregio aver fatto il Governo Meloni in soli 20 mesi, non si poteva dismettere il carcere di Grosseto, non essendoci alternative. A ciò va aggiunto, peraltro, che l'istituto soggiace alla normativa in materia di tutela monumentale, che non consente, di fatto, interventi che non siano quelli di ordinaria manutenzione.

Vi è, però, da dire che, per far fronte proprio alle carenze strutturali dell'immobile, il Ministero della Giustizia ha deciso di avviare il progetto di recupero e rifunzionalizzazione all'uso detentivo della, a lei ben nota, ex caserma militare Barbetti di Grosseto che, il 18 gennaio del 2024, è stata acquisita nel patrimonio dell'Amministrazione penitenziaria, come richiamato, peraltro, in premessa dall'onorevole interrogante. Ciò a significare, evidentemente, ben altro oltre a un libro dei sogni, ma l'avvio significativo di un progetto volto a dare finalmente una risposta concreta al problema dell'istituto penitenziario di Grosseto.

Diversamente, però, da quanto riferito nel testo dell'interrogazione, l'intervento relativo alla caserma Barbetti di Grosseto non è compreso tra le opere finanziate con il PNRR, ma - credo che vi sia un misunderstanding - è inserito negli interventi complementari al Piano nazionale di ripresa e di resilienza, in cui sono stati previsti finanziamenti per la costruzione di 8 nuovi padiglioni detentivi, per un valore complessivo di 84 milioni di euro, uno degli asset fondamentali per recuperare i predetti 7.000 posti detentivi, sui 10.000 mancanti, che abbiamo messo in campo in soli 20 mesi.

Attualmente, sulla caserma Barbetti sono in corso opere di rilievo, di analisi strutturale e ambientale dell'intero compendio ed è in fase di redazione il capitolato tecnico prestazionale per l'affidamento dei servizi riguardanti tanto l'architettura, quanto l'ingegneria.

Le suddette attività si presentano, peraltro, particolarmente complesse, perché, come lei ben sa forse meglio di me, per motivi geografici, l'estensione dell'area - 154.000 metri quadri - e la presenza di decine di edifici - 32 edifici - comportano un intervento rispetto al quale i servizi di ingegneria e di architettura devono essere chirurgicamente tarati rispetto all'entità dello stabile. Per dare un orizzonte temporale alle domande dell'onorevole interrogante, nell'arco di un quinquennio si potrà realizzare il primo, grande lotto funzionale all'interno della caserma Barbetti.

Venendo, infine, all'istituto penitenziario di Massa Marittima, per dare una risposta, anche qui, concreta e puntuale all'onorevole interrogante, per il suo tramite, a tutti i cittadini di Massa Marittima e, me lo consenta, in particolar modo agli uomini e alle donne della Polizia penitenziaria - a cui va sempre il mio più deferente omaggio per l'attività svolta nonostante siano stati costretti, soprattutto in passato, a fare le nozze con i fichi secchi -, è bene dire che il Ministero della Giustizia ha già inserito nell'ambito del Programma 2024 di edilizia penitenziaria, trovando un'opportuna copertura finanziaria, l'intervento di ristrutturazione dell'ex palestra detenuti, per un importo di 1.500.000 euro.

Quindi, credo di aver risposto nel dettaglio a tutte le richieste dell'onorevole interrogante e credo di poter dire che il Governo è particolarmente orgoglioso e fiero del cammino fin qui percorso per risolvere l'annosa e catastrofale eredità della carenza di organico di Polizia penitenziaria, per interventi di edilizia penitenziaria che affrontino non solo più retoricamente, ma anche concretamente, il problema del sovraffollamento carcerario, avendo trovato e finanziato risorse per oltre 250 milioni per recuperare 7.000 dei 10.000 posti detentivi in soli 20 mesi.

MARCO SIMIANI, Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario della risposta, devo dire che essere soddisfatti o non essere soddisfatti è legato alla verifica delle cose che ha detto il Sottosegretario qui presente. Voglio dire questo, Sottosegretario. Oggi noi abbiamo alcune certezze, che non riguardano i Governi che si sono succeduti, perché molte cose che lei ha detto non sono vere. Detto questo - perché vi potrei raccontare tutto il lavoro fatto anche dagli altri Governi -, io vorrei discutere degli aspetti oggettivi che riguardano le carceri, soprattutto quelle italiane. Oggi siamo ad oltre 61.000 persone presenti all'interno delle carceri, con i detenuti, di cui oltre il 4 per cento sono donne, sui 192 istituti penitenziari.

Come sa benissimo, i posti attualmente presenti, che in questo caso sono anche dichiarati in maniera dettagliata nelle varie interrogazioni, sono circa 51.178: ne mancano molti, in questo caso, ancora da recuperare, sicché la questione dell'edilizia penitenziaria è un tema che dobbiamo risolvere e che credo vada risolto insieme.

Io apprezzo un aspetto: sicuramente, la sua passione nell'esprimere anche le forme di questo nuovo decreto, che noi pensiamo che sia parziale, ma ne vedremo poi anche le forme, nel momento in cui ne dibatteremo in Aula. Tuttavia, l'aspetto che ci preoccupa particolarmente, oggi, delle carceri italiane, non è solo l'aumento dei detenuti, perché ci sono molti più i reati di prima, quanto, soprattutto, il fatto che oggi si verifichino spiacevoli situazioni per cui siamo oltre i 50 suicidi, nei vari plessi e nelle varie carceri. Questo è un tema che noi mettiamo di fronte, perché crediamo anche che, in molte carceri, ci sia una difficoltà oggettiva, che vada subito presa in mano. Mi è dispiaciuto che lei non abbia citato questa difficoltà e questa situazione, perché questo è uno dei temi fondamentali della giustizia, che fa vedere anche qual è la postura di un Governo, la postura di un Paese, visto che quelli devono essere luoghi in cui le persone si devono rieducare e non suicidare.

L'altro aspetto che noi conosciamo benissimo è la questione del personale penitenziario. Lei dice chiaramente che sono stati fatti sforzi, e noi ne prendiamo atto, ma sicuramente dobbiamo fare di più, perché oggi manca ancora circa il 15 per cento del personale penitenziario. Io credo che nel passato alcuni sforzi siano stati fatti; se questo Governo ne farà con questo decreto ne prendiamo atto con grande soddisfazione, tuttavia, dobbiamo fare assolutamente di più, anche perché il tema che abbiamo di fronte è che oggi il rapporto detenuti per ogni agente dovrebbe essere 1,5, invece, è 1,8 e questo, anche nella futura legge finanziaria, dovrebbe essere un tema da tutti noi osservato e risolto.

Altra questione secondo me importante, prima di scendere sulle questioni in merito all'interrogazione, è quella legata all'immigrazione. Sappiamo benissimo che oggi i detenuti sono, per oltre il 30 per cento, stranieri e questo pone un problema reale nel Paese. È un aspetto che non riguarda le carceri, riguarda quello che succede fuori dalle carceri e credo che l'atteggiamento che, in questo momento, questo Governo ha nell'ambito anche del diverso e dello straniero sia sbagliato. Noi dobbiamo capire come poter riuscire a investire in tale ambito, nel momento in cui si devono accogliere gli stranieri che vengono, perché sono un'opportunità per il Paese e non devono essere un problema, anche perché il costo è doppio.

L'altra questione che voglio affrontare riguarda quello che diceva su Grosseto. Io voglio ringraziare le direttrici del carcere di Grosseto e del carcere di Massa Marittima, perché lei dovrebbe venire a vederli, soprattutto il carcere di Grosseto, che è un mini-carcere, molto piccolo, in cui c'è tutto. Addirittura, la cosa più bella che lei potrebbe osservare è il fatto che i due spazi di lettura, in cui ci sono molti libri, entreranno nel sistema delle biblioteche provinciali, perché quello è un luogo in cui tutte le persone che sono all'interno possano, in questo caso, essere rieducate a fare altro rispetto a quello che hanno fatto fuori.

Noi prendiamo atto dell'investimento sul carcere di Grosseto, perché è legato a una programmazione fatta negli scorsi anni. Sul carcere di Massa Marittima posso dire che la invito, anche in questo caso, a vederlo, perché c'è un bellissimo percorso legato al recupero dei detenuti nell'ambito dell'agricoltura. Loro cucinano le cose che producono all'interno del carcere. Come vede, ci sono aspetti fondamentali e positivi che, secondo me, andrebbero valorizzati, cosa che lei, oggi, non ha fatto .