A.C. 1896-A
Grazie, signor Presidente. Eravamo e restiamo convinti che le priorità che riguardano la casa, nel nostro Paese, siano quelle di dare risposta alla carenza di alloggi in affitto, per le famiglie, i lavoratori e gli studenti. La priorità, invece, di questo decreto è di sostenere la rendita immobiliare e permettere l'immissione sul mercato di immobili, che finora non ne avevano la possibilità. Prima delle elezioni, si è detto che si sarebbe trattato solo di interventi su parziali irregolarità, come ad esempio i tramezzi e i balconi, strizzando l'occhio a situazioni dove ogni cittadino non può che condividere come un sollievo le semplificazioni. Ma questo decreto non è un decreto di semplificazione, è, nella sostanza, un aggiramento del tema dei condoni in campo edilizio, perché rende regolare ciò che fino ad oggi è stato considerato irregolare e inadatto a definire l'agibilità e l'adeguatezza di un appartamento.
La statura di questo provvedimento si misura sulle altezze minime. L'altezza minima, per una stanza, passa da 2,70 metri a 2,40. La superficialità di questo provvedimento si verifica, invece, con la previsione di considerare come superfici minime, compresi i servizi, 20 metri quadri per una persona e 28 metri quadri per due persone. Altezze minime considerate degne e superfici minime considerate adeguate rendono davvero eloquente il proposito di questo decreto: rendere vendibili oggetti oggi impresentabili, favorendo le speculazioni immobiliari. Questo in un periodo dove la richiesta di appartamenti piccoli è alta e dove è alta la propensione ad aumentare il costo degli affitti e dei posti letto per gli studenti, nonché a trasformarli in B&B.
La statura, ripeto, di questo provvedimento, la sua profondità è dunque proprio in superficie: aiutare la speculazione strumentalizzando i bisogni abitativi delle persone e le esigenze di sburocratizzazione dei piccoli proprietari di alloggi, permettendo che si possano utilizzare anche seminterrati e sottotetti, purché siano vendibili.
L'adattabilità di questi mini alloggi, per le esigenze nate nel corso della vita delle persone, per sopravvenute ridotte capacità motorie o sensoriali, è davvero discutibile, visto che le superfici proposte comprendono anche i servizi igienici; per non parlare di una sopravvenuta non autosufficienza, che richieda per un alloggio di 20 metri quadri, limitati a una persona, la presenza permanente di un assistente familiare.
Il superamento della doppia conformità, anche per immobili soggetti a vincolo storico, paesaggistico, architettonico, ambientale, idrogeologico, anche nei parchi o in aree protette, è un bell'esempio di quella che voi chiamate semplificazione. Appare evidente, in questo caso, che l'interesse particolare prevale su quello generale dei cittadini. Ma è sui cambi d'uso che si svela fino in fondo l'obiettivo di questo decreto: colpire ancora una volta l'autonomia dei comuni, questa volta in campo urbanistico; colpire la pratica della pianificazione come strumento di governo delle trasformazioni urbane. Si potrà, infatti, cambiare l'uso di un immobile senza considerare il numero dei parcheggi necessari e senza rispetto degli standard per i servizi pubblici, con o senza opere.
L'impatto di questa misura sui quartieri e sulle città non viene assolutamente considerato. Oggi la priorità sarebbe dare strumenti ai comuni per regolare il fenomeno degli affitti brevi e un fondo nazionale per un vero piano nazionale per la casa, ma quello che conta per questo Governo, evidentemente, per questa maggioranza, è intervenire con un provvedimento centralistico, che parla direttamente all'interesse immediato del singolo, senza valutazione del contesto urbano che riguarda tutti i cittadini; e che le città siano davvero abitabili è una presunzione ideologica che resta in questo Parlamento, presunzione della minoranza, perché per voi conta che siano vendibili tante piccole case della libertà, con meno controlli possibili e alla faccia delle minoranze che non hanno casa o non la trovano ad affitti sostenibili.
Avete tolto i fondi per l'affitto e la morosità incolpevole, il fenomeno dei B&B dilaga senza possibilità legale di intervento da parte dei comuni e, adesso, senza rispetto degli standard urbanistici - non a caso, il decreto termina con la norma sulla tolleranza - che si potranno applicare anche senza rispetto delle misure minime oggi individuate in termini di distanza e di requisiti igienico sanitari.
Dunque, non resta che auspicare un ulteriore miglioramento di questo provvedimento, con l'obbligo di letti a castello, ad esempio per i monolocali, e con l'introduzione di loculi, come nel Paese civile del Sol Levante. Per questa maggioranza l'importante è che ci sia mercato e, oggi, questa maggioranza fa mercato della dignità di chi non possiede i mezzi per comprarsi una casa decente.