18/07/2024
Luciano D'Alfonso
3-01344

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   per il potenziamento della linea ferroviaria Roma-Pescara, fondamentale per le relazioni trasportistiche delle aree interne abruzzesi, inserita nel PNRR fra le opere pubbliche aventi valore strategico e preordinate alla realizzazione della mobilità sostenibile, il Progetto di fattibilità tecnico-economica (Pfte), inerente alla realizzazione del raddoppio delle tratte approvato dalla commissione speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici il 9 febbraio 2022, comprende lotto 1 «Interporto d'Abruzzo-Manoppello» e lotto 2 «Manoppello-Scafa»;

   il piano di fattibilità tecnico-economico evidenza immediatamente che il progetto «ingegnerizzato» da Italferr su mandato di Rfi prevede la demolizione di una serie di edifici che comportano di «sfollare» oltre 80 famiglie, alcune realtà economiche e, nel territorio di Alanno, due fabbriche metalmeccaniche con una settantina di lavoratori direttamente impiegati oltre all'indotto;

   per questo motivo il dibattito pubblico non si è limitato a discutere il progetto per come presentato, ma, tenuto conto anche delle istanze emerse dal territorio, ha prodotto ipotesi di tracciato alternative, tra le quali la cosiddetta «Variante Plus», che ha rappresentato la soluzione migliore per mitigare fortemente l'impatto dell'infrastruttura sul territorio e superare una serie di ostacoli e di obiezioni che i comuni di Manoppello, Alanno, Scafa, Chieti, Rosciano, il comitato Comferr, avevano prodotto;

   la «Variante plus» è stata oggetto di approfondimento anche da parte di Italferr ed è apparsa subito una valida alternativa in grado di bypassare i problemi connessi alla viabilità e agli espropri di fabbricati e alle aree interessate;

   mentre in un primo momento la regione Abruzzo, con deliberazione della giunta regionale n. 312 del 2022 delibera la necessità che Rfi valuti la «Variante Plus» e garantisca la piena operatività delle attività produttive della zona artigianale, successivamente con delibera n. 246 del 27 aprile 2023, senza apparenti approfondimenti, sostiene l'impossibilità di perseguire la «Variante Plus»;

   quando il Governo, nel mese di luglio 2023, annuncia ufficialmente il dirottamento dei fondi PNRR previsti per i due lotti verso altre opere, l'iter di realizzazione dell'infrastruttura subisce un arresto fino al febbraio 2024, quando viene annunciata una nuova assegnazione di 720 milioni di euro di risorse Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027;

   per l'interrogante è a dir poco sconcertante che sia stata di fatto abbandonata la possibilità di realizzare la «Variante Plus» già verificata e condivisa da tutti i soggetti coinvolti, la sola in grado di fornire, contrariamente al progetto Italferr, una soluzione priva di effetti collaterali negativi su famiglie e imprese locali;

   in sede di risposta all'interrogazione n. 5-02502, in Commissione Trasporti della Camera dei deputati, il 17 luglio 2024, il rappresentante del Governo si è espresso, a giudizio dell'interrogante, in modo del tutto approssimativo non esplicitando i motivi della contrarietà di Italferr per la «Varianti Plus»;

   la «Variante Plus» merita di essere considerata in quanto risponde ad un bisogno reale dei cittadini che necessitano di un servizio ferroviario di qualità e velocità realizzato utilizzando i poteri delle figure straordinarie in esercizio e delle risorse straordinarie contemplate nel PNRR –:

   se siano a conoscenza delle ripercussioni negative sul territorio del tracciato «ingegnerizzato» da Italferr e dell'esistenza della proposta di un tracciato alternativo costituito dalla «Variante plus» dichiarato fattibile anche da Rfi e concordato e pienamente condiviso dalla cittadinanza locale;

   se siano a conoscenza dei motivi della contrarietà di Italferr alla realizzazione dalla «Variante plus» e dei presupposti sulla base dei quali la regione Abruzzo ha abbandonato la proposta alternativa, non essendo condivisibile che solo il timore di perdere i finanziamenti per ritardi, peraltro, non dipendenti dai cittadini stessi, li penalizzi in maniera così rilevante.