A.C. 2002
Grazie, Presidente. Mentre siamo qui riuniti a svolgere le nostre dichiarazioni di voto, un altro detenuto, un uomo di 35 anni, si è impiccato nel carcere di Prato. Capisco che non prestino attenzione, ma magari. Quindi, dobbiamo aggiornare il contatore: i suicidi non sono più 64, ma sono già diventati 65. Vede, Presidente, io pensavo questa mattina di poter fare la mia dichiarazione di voto, ricordando in qualche modo a chi ho ascoltato finora di avere una certa memoria selettiva nel ricordare solo quando governavamo noi e dimenticare quando hanno governato loro. Guardi un po', è la maggior parte del tempo. Avrei potuto continuare a ricordare quello che non è stato fatto, però c'è un punto dopo gli interventi di questa mattina su cui voglio soffermarmi. Quando è iniziato questo dramma, che purtroppo sta andando avanti da molti mesi, quando sono aumentati in modo vertiginoso i suicidi, quando sono aumentati i suicidi anche tra gli agenti di Polizia penitenziaria, quando il tema del sovraffollamento è andato fuori dalle mura del carcere, la Presidente del Consiglio, e in particolare il Ministro Nordio hanno detto che bisognava immediatamente intervenire e hanno convocato un Consiglio dei ministri e hanno prodotto il settantesimo decreto-legge. E noi - lo confesso - abbiamo pensato che fosse, forse, l'unico dei 70 decreti-legge che avesse quella necessità e urgenza rispetto alla quale anche noi avremmo potuto dare il nostro contributo.
Abbiamo provato a dare questo contributo, abbiamo presentato emendamenti, tutti emendamenti, Presidente, nel merito del decreto che era stato presentato dal Governo.
Un decreto che era talmente scarno che è arrivato un diluvio di emendamenti da parte della stessa maggioranza, alcuni dei quali sono stati ricordati dai colleghi nelle loro dichiarazioni di voto. Bene, quello che, però, è accaduto su un decreto così importante - su un tema che riguarda l'intera società, sul quale, come è stato ricordato anche da chi mi ha preceduto, non dobbiamo dividerci per colore politico, su un tema sul quale dobbiamo avere idee trasversali, su un tema sul quale dobbiamo fare la più ampia condivisione - è che questa mattina siamo stati addirittura richiamati quando, nella nostra prerogativa di parlamentari di decidere sì o no, rispetto ad un ordine del giorno, alla firma di un altro collega, ebbene siamo stati richiamati al fatto che dobbiamo farlo condividendo. Ma quale condivisione, se di tutti gli emendamenti che sono stati presentati al Senato e alla Camera non è stato preso uno - e sottolineo uno - delle opposizioni? Anzi, al Senato addirittura avete sbattuto la porta in faccia ai colleghi senatori dell'opposizione, li avete buttati fuori dalla Commissione, tant'è che quel decreto in Commissione è stato votato soltanto dai capigruppo con una presenza che non si era mai vista prima. O, se volete, con un'assenza che dovrebbe essere un'assenza che pesa anche sulle vostre coscienze, oltre che sulle nostre. Quindi, ho sentito parlare oggi per tutto il giorno di condivisione, della necessità di condividere.
Ebbene, questa condivisione è mancata ed è mancata, in particolare, nei banchi della maggioranza ed è mancata da parte del Governo. E me lo faccia dire, Presidente, trovo disdicevole e indegno che il Ministro Nordio oggi non abbia trovato cinque minuti del suo tempo per venire ad ascoltare le dichiarazioni di voto e per assistere all'approvazione di un decreto che ha ritenuto sempre essere importante. Colui - lo voglio ricordare - che negli anni ha scritto libri, tanti libri e in alcuni dei quali dice: “le pene, per quanto possa sembrare strano, non devono essere aumentate, semmai diminuite” e inoltre che “bisogna smetterla con il panpenalismo”.
Ora, immagino sia difficile mettere la faccia in quest'Aula quando hai scritto queste cose e quando poi porti un decreto-legge che è esattamente il contrario di quello che hai scritto per anni. E quando fai un DDL sicurezza che è esattamente il contrario di quello che hai scritto per anni, immagino che mettere quella faccia qui oggi sia difficile.
Ciononostante avrei gradito la presenza almeno dei Sottosegretari laddove con le dichiarazioni di voto i gruppi parlamentari spiegano la loro posizione. Apprezzo ovviamente la presenza del Governo, mi dispiaccio che non ce ne sia nessuno del Ministero della Giustizia perché credo che rispetto a questo - e lo vorrei ricordare ai colleghi che questa mattina incitavano, diciamo così, a non prendere una posizione poi così troppo forte rispetto a quello che era accaduto con il Governo - questi stessi parlamentari oggi rivendichino le nostre prerogative e si preoccupino se nessuno del Ministero della Giustizia è venuto ad ascoltare quello che stavano dichiarando i gruppi parlamentari rispetto al voto sul decreto-legge Carceri. Noi abbiamo presentato emendamenti nel merito, che riguardavano la misura cautelare, che riguardavano la liberazione anticipata, che riguardavano quelle misure che sono state adottate durante il periodo del COVID che abbiamo chiesto di poter fare anche in questo momento. Perché, vedete, in quel decreto-legge, che avrebbe dovuto affrontare il sovraffollamento, non si affronta mai il tema del sovraffollamento e nessuna di quelle misure sarà immediata, nessuna di quelle misure toccherà il tema del sovraffollamento, nessuna di quelle misure entrerà in vigore ora, nessuna di quelle misure interviene sul tema che abbiamo cercato di portare avanti per mesi, mesi e mesi. Quindi, nulla sui permessi, nulla sulla liberazione anticipata, nulla sui premi, nulla sulle telefonate e sulle videochiamate, nulla sull'attuazione delle misure sostitutive che abbiamo previsto con la Cartabia, nulla sul fatto che si possa espiare la pena fuori dal carcere. Nulla, perché quello che c'è scritto non viene attuato nell'immediato e quello che c'è scritto spesso non è neppure attuabile.
Allora, io penso e temo, purtroppo, che tra qualche tempo ci ritroveremo qui a tirare una riga e a capire quello che ha funzionato e non ha funzionato di quel decreto-legge. Non è che vogliamo essere delle Cassandre, ma temiamo che ci troveremo di fronte ad un'estate molto calda rispetto a quello che può avvenire all'interno degli istituti penitenziari italiani.
Ora, noi vogliamo porre l'attenzione su quello che sta accadendo nel sistema giustizia, oltre che parlare del decreto Carceri sul quale, però, voglio spendere ancora un riferimento.
Può sembrare un riferimento storico, ma è un riferimento che, per quanto riguarda noi, è importante. Nel 1904 Filippo Turati parlava, appunto, del cimitero dei vivi per indicare quelle che erano le condizioni di vita all'interno delle carceri. Quando abbiamo deciso di fare quella iniziativa, che abbiamo ricordato più volte oggi, che si chiama “Bisogna aver visto”, abbiamo preso le parole di un altro grande giurista e costituente, Pietro Calamandrei, che, ricordando Filippo Turati, diceva: “Bisogna aver visto”. Infatti, nel 1949, ricordando il discorso di Turati, che era del 1904, Calamandrei diceva che non era cambiato nulla nelle nostre carceri, ma c'era una differenza perché molti dei parlamentari che allora sedevano in Parlamento, a differenza di quello che era accaduto nel 1904, avevano vissuto la pena all'interno del carcere, molti di essi erano stati imprigionati dal tribunale speciale e molti di essi sapevano che cosa significava la pena e che cosa significava stare in un carcere. Sono gli stessi che hanno scritto la Costituzione, sono gli stessi che hanno pensato alle persone che in quel carcere ci sarebbero finite e sono gli stessi che ci hanno dato l'articolo 27 della Costituzione, che questa maggioranza vuole cambiare eliminando e riducendo il fine rieducativo della pena, perché è questo ciò che siete.
Non si tratta di dare più sicurezza; si tratta di avere un'idea culturale sbagliata di quello che è il carcere, di quella che è la pena, di quella che è la rieducazione e di quello che è il reinserimento sociale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questa è una diversità profonda tra noi e voi, che noi rivendichiamo, che noi sottolineiamo, che noi vogliamo che sia diversa, perché questa diversità è una diversità che ci rende più ricchi. Lo dico, ahimè, anche guardando a quelle che saranno le decisioni che verranno prese da questo Governo nei prossimi mesi e a quello che arriverà in quest'Aula. Penso, ad esempio, al disegno di legge Sicurezza e ne parleremo.
Ma, dicevo, bisogna aver visto. E allora - lo voglio ricordare ad alcuni colleghi - non basta fare una conferenza stampa e dire che ci si preoccupa del carcere quando poi ci si gira dall'altra parte, si fanno 20 passi indietro, non si guarda la propria coscienza e si prendono delle decisioni che sono l'opposto di quello che si è detto in conferenza stampa. Ma in quel carcere bisogna entrarci e noi ci siamo stati. Abbiamo fatto più di 60 visite, perché bisogna aver visto, bisogna aver visto per parlare del carcere e per sapere quello che c'è là dentro e quello che sta succedendo. Allora, invito i colleghi: andateci in carcere, certo, ma quando uscite da lì almeno abbiate la compiacenza di fare provvedimenti che possano essere utili alle persone che vivono e che lavorano all'interno del carcere, dove manca assolutamente ogni forma di dignità.
Presidente, concludo con questo appello, che, purtroppo, è andato a finire male, visto che nulla è stato accolto di quel che abbiamo chiesto. Vede, a me dispiace che il Ministro Nordio continui a negare l'evidenza, cioè continui ad avere due facce diverse a seconda del luogo in cui si trova. Ebbene, quando viene qui e quando sarà in quest'Aula ci dica, il Ministro Nordio, cosa vuole fare veramente per il tema dell'emergenza carceri, perché per il momento non ha fatto nulla e questo decreto non è solo inutile, è anche dannoso.