Discussione generale
Data: 
Martedì, 10 Settembre, 2024
Nome: 
Debora Serracchiani

A.C. 1660-A

Grazie, Presidente. In Commissione, insieme alla Commissione giustizia e alla Commissione affari costituzionali, noi del Partito Democratico, quando c'è stata la discussione su questo provvedimento, abbiamo tenuto una posizione molto dura. Noi non condividiamo nulla di questo provvedimento. Ma vede, Presidente, non perché ci sia una differenza tra noi e la destra, legata al fatto che dall'altra parte vi sarebbero i garantisti e da quest'altra parte vi sarebbero i giustizialisti, o che da quella parte ci sarebbero i buoni, che pensano ai cittadini, e da questa parte ci sarebbero i buonisti che, invece, dei cittadini sarebbero disinteressati. In realtà, non è nulla di tutto questo. Come abbiamo appreso ormai da qualche ora, nella lettura dei giornali e nel vedere i telegiornali, le difficoltà con cui si potrà andare a una manovra di bilancio, che salterà purtroppo a piè pari alcuni dei temi sui quali alcune delle forze politiche di destra si sono spese per anni.

Penso al tema delle pensioni, di cui nulla si dice, se non con un aggravio della situazione già pesante in capo ai pensionati. Ebbene, non potendo, sui temi dell'economia, poter dire la propria, il furore ideologico della destra si scarica sulla giustizia. Certo, la giustizia è sempre stato un tema divisivo: lo è stato fra destra e sinistra, spesso anche all'interno delle coalizioni. A me, ad esempio, piacerebbe sapere da Forza Italia che fine farà l'emendamento sulle detenute madri perché, un conto è parlarne, un conto è andare in carcere; un conto è dire che siete preoccupati per il carcere e un conto è non fare assolutamente nulla e presentare emendamenti che poi, puntualmente, al primo “abbaio”... Scusate, mi è sfuggita... al primo “no”, che viene dalle altre forze di maggioranza, ritirate perché non si può dividere la coalizione. Quindi, “se ne va a far friggere” diciamo, quel garantismo di berlusconiana memoria, quell'attenzione ai cittadini e l'idea del processo giusto, perché, alla fine, presentare un emendamento non ci vuole niente, mentre portarlo fino in fondo e farselo approvare ci vuole davvero molto.

Quindi, saremo lì e aspetteremo con ansia quello che accadrà, sperando che non accada quello che abbiamo visto sulla liberazione anticipata, dove addirittura Forza Italia aveva votato sul provvedimento d'urgenza. Ci aveva fatto quasi credere che vi fossero le condizioni perché, per la prima volta, tra maggioranza e opposizione, anzi, tra un pezzo di maggioranza e un pezzo di opposizione, vi fosse la possibilità di poter incidere sul tema del sovraffollamento all'interno delle carceri, che - lo ripeto - non può limitarsi semplicemente alle visite estive. Noi del Partito Democratico, dall'inizio della legislatura, tutte le settimane ci rechiamo in visita negli istituti penitenziari; tutte le settimane presentiamo interrogazioni parlamentari; tutte le settimane chiediamo che sul carcere si intervenga nell'immediato e poi, nel medio e lungo termine, con proposte che, però, sono state tutte, ma proprio tutte, respinte.

Ecco, vede Presidente, la cosa che non torna è che questo è un DDL - quindi, un disegno di legge - non un decreto-legge dove si doveva correre, non un decreto-legge dove si doveva, in qualche modo, aspettare e incidere prima che la scadenza arrivasse. No, un disegno di legge non ha scadenze particolari, un disegno di legge spesso viene utilizzato, tra maggioranza e opposizione, proprio per trovare delle condivisioni. Un disegno di legge su temi come quelli che sono stati ricordati da alcuni dei colleghi dovrebbe in qualche modo essere il punto di caduta dell'intero Parlamento.

Eppure no, in Commissione non c'è stata la possibilità di parlare e di interloquire con la maggioranza di Governo su nessuno dei nostri emendamenti. Ci sono stati dei “no”. Questi nostri emendamenti sono stati, a volte, colti anche con una certa sufficienza e una certa arroganza, che spesso c'è in questa maggioranza e di ciò ce ne dispiace perché sui temi della giustizia e, in particolare, su alcuni dei temi che questo disegno di legge tocca, forse, la maggioranza avrebbe potuto fare un passo in avanti e avrebbe potuto interessarsi anche dell'opinione degli altri, cioè, di quella parte del Paese che non vi ha votato e che ha delle idee - pensate un po' - anche sulla sicurezza, sul carcere e su alcuni comportamenti spregevoli. Certo, sono idee spesso diverse dalle vostre, ma questo non avrebbe impedito un punto d'incontro e di dialogo che, purtroppo, non c'è stato.

Lo dico anche per l'esperienza che ho avuto nella scorsa legislatura. Noi siamo sempre stati attenti - allora, c'era un'opposizione, quella di Fratelli d'Italia - e penso di poter dire che i colleghi di Fratelli d'Italia e, in particolare, l'allora capogruppo con cui mi confrontavo, l'attuale Ministro Lollobrigida, non possa non dire che, sempre, su tutti i provvedimenti e, nonostante non fosse necessario per i numeri, che erano numeri importanti, noi siamo andati a parlare con l'opposizione; abbiamo chiesto all'opposizione idee; abbiamo chiesto all'opposizione contributi: questo significa fare politica e qui la politica, Presidente, è mancata.

Quindi, qui non possiamo che parlare di “panpenalismo emozionale”, perché ci sono reati che vengono fatti alla bisogna, come una carta di menu. Succede qualcosa? Faccio il reato oppure inasprisco la pena, senza prevedere nulla in termini di prevenzione, di formazione e di cura: nulla. Oppure, come cercherò di spiegare in sintesi, parliamo di una sorta di “giustizialismo securitario”. Sì, perché qui la volontà è quella di colpire ogni forma di dissenso: ed ecco, quindi, che se c'è il blocco stradale, si inasprisce la pena, anche quando semplicemente intervengo con il mio corpo. Non sono sbandati che si stendono sui binari del treno, sono persone che esprimono dissenso, e quel dissenso andrebbe rispettato. Quel dissenso, in uno Stato di diritto, quando non c'è violenza, andrebbe anche ascoltato. Qui, invece, lo si previene, si interviene per limitare ogni forma di dissenso. Quindi, sì, siamo contrari, ad esempio, a colpire la resistenza passiva in una rivolta in carcere: non solo per le parole che ha ben detto prima il collega Giachetti, ma perché è una cosa assurda e ridicola. Si va a colpire - tra l'altro, con un reato estremamente forte e con un inasprimento della pena estremamente alto - la cosiddetta resistenza passiva. Non so se vi rendete conto anche degli aspetti di illegittimità costituzionale che questo disegno di legge ha. Ma a voi, evidentemente, degli aspetti di legittimità costituzionale interessa poco.

Ho notato, però, una cosa, Presidente. Mi scuserà, Presidente, se interloquisco con lei, veneto, perché c'è un tema di grande interesse su cui ho notato che nessuno è intervenuto: nessuno ha parlato dell'articolo, anzi, dell'emendamento con il quale abbiamo distrutto la filiera della canapa. Nessuno ha parlato del fatto che, in questo vostro furore ideologico, non vi siete resi conto che avete fatto fuori circa 3.000 imprese e circa 10.000 lavoratori, senza contare che quei prodotti sono importanti e necessari per i malati, per quei malati che facevano ricorso a quei prodotti proprio per superare il dolore. Bene, quelle persone non avranno nulla. Questo dovrebbe interessarvi. Almeno, dovreste aver ricevuto una telefonata da qualche governatore di regione nella quale quella filiera è una filiera importante. Quindi, forse, chissà non ne avete parlato perché, magari, come dal cilindro esce il coniglio, magari da questo cilindro può darsi che esca un'abolizione di quell'articolo, che veramente è sbagliato. È sbagliato da un punto di vista di diritto ed è sbagliato da un punto di vista anche della crescita. Visto che vi state occupando e vi occupate - a detta della Presidente del Consiglio - di crescita, state attenti perché state facendo fuori una filiera imprenditoriale importante. Citavo la Presidente del Consiglio.

Suo tramite, Presidente, mi rivolgo al Sottosegretario Molteni: ci sono tantissime norme che riguardano la Polizia e le Forze dell'ordine. Certo, è importante intervenire. Qui, noi abbiamo opinioni diverse: non è che inasprendo le pene per un reato, poi quel reato non viene commesso. Ma voi avete questa idea: secondo voi, bisogna mettere più reati - e ne avete fatti tanti, quasi 20 - e inasprire le pene. Noi abbiamo un'idea diversa. Però, sulle Forze dell'ordine, mi consentirete una battuta: siete così tanto preoccupati delle Forze dell'ordine, ma così tanto preoccupati, che apprendiamo dalla stampa che la Presidente del Consiglio li considera addirittura degli “spioni” e ha chiesto che la Polizia, che sta fuori dal suo ufficio a Palazzo Chigi, venga allontanata perché non si fida. Certo che non è bello sentire che la Presidente del Consiglio pensi questo della Polizia e delle Forze dell'ordine. Non so se glielo avete spiegato alla Polizia e alle Forze dell'ordine questo atteggiamento che ha la Presidente del Consiglio proprio su alcuni esponenti delle Forze dell'ordine che, per ruolo, per servizio - e sono il nostro orgoglio - proteggono proprio la Presidenza del Consiglio. Su questo, magari, ci riserviamo un approfondimento nelle sedi più opportune. C'è la scientifica volontà di eliminare e sopprimere ogni forma di dissenso e c'è anche una certa cattiveria. Lo abbiamo detto più volte e lo ribadisco: sono la prima firmataria della proposta di legge che la scorsa legislatura venne portata all'attenzione della Camera e che, purtroppo, non riuscimmo poi a far approvare al Senato, circa le cosiddette detenute madri: proposta di legge che era stata frutto del lavoro prezioso e importante del nostro collega Paolo Siani. Bene, su questo guardate che non potete far finta di niente; su questo non potete pensare che sia logico fare quello che avete detto. Un bambino si forma nei primi mille giorni di vita; si forma l'adulto di domani. Che adulto si formerà, se un bambino passerà i primi giorni della sua vita - molti giorni della sua vita, purtroppo, molto spesso - dentro un carcere? Noi ci appelliamo al buon senso e ci appelliamo a un minimo, spero, di bontà. Non so se posso definirla “bontà”, ma, insomma, spero che almeno i colleghi di Forza Italia su questo non arretrino e tengano duro, cosicché, alla fine, su questo articolo del provvedimento si possa tornare indietro.

Quindi, Presidente, lascerò poi ai colleghi che seguono l'indicazione specifica di alcuni punti, ma in questo primo intervento in discussione generale il Partito Democratico ha voluto proprio segnare la distanza da questo disegno di legge, che non fa nulla per risolvere i problemi, che ci sono, perché non è che non siamo preoccupati anche noi della situazione. Certo, ad ascoltare certi colleghi della maggioranza sembra che viviamo in un Paese fuori controllo.

Vorrei ricordarvi che governate da 2 anni e, quindi, vorrei anche ricordarvi che, se questo Paese è fuori controllo, forse un problema vostro ce lo avete. E vorrei anche ricordarvi che c'è qualcosa che non funziona. Perché - a proposito di un reato - se commetto una violenza sessuale in una stazione ferroviaria è più grave se quella stessa violenza sessuale viene fatta in un aeroporto? Ma vi rendete conto della follia delle norme che state scrivendo? Vi rendete conto del fatto che c'è veramente una violenza rispetto alla nostra cultura e storia giuridica? Vi rendete conto che avete scritto delle norme che sono totalmente prive di senso e che avranno anche degli aspetti di illegittimità costituzionale che incideranno profondamente su quello che avete scritto?

Concludo su questo, Presidente. Sa qual è la fortuna? Che una buona parte delle norme è stata scritta così male che non troverà mai attuazione e noi saremo lì quando non troverà attuazione, saremo lì a ricordarvi quanto avete preso in giro, con questa becera propaganda, gli italiani, che invece avevano bisogno, sì, certo, di più sicurezza, ma di quella sicurezza vera che è la protezione sociale, su cui non state facendo nulla.