Oggi alla Camera é stato presentato lo studio “Verso una genitorialità condivisa: l’esperienza delle aziende con il congedo di paternità”, condotto da Tortuga, con il coinvolgimento dell’on. Lia Quartapelle (PD), dell’on. Cristina Rossello (FI) e il supporto della rete Ceo for Life.
In Italia sono molte le aziende che hanno adottato il congedo di paternità per un periodo superiore ai dieci giorni già previsto dalla legge. Lo studio presentato è il primo studio italiano che esamina l’impatto dei congedi di paternità per l’organizzazione aziendale di 22 aziende e la soddisfazione di più di 1.600 lavoratori in Italia.
Dal sondaggio distribuito tra gli uffici del personale emerge che il ruolo dell’ufficio del personale è chiave per il successo del congedo di paternità. In due aziende su tre, l’ufficio del personale ha attivamente contattato personalmente gli aventi diritto, evidenziando un’adesione alla politica più
alta. Questo evidenzia che i lavoratori usufruiscono del congedo di paternità se ci sono condizioni esterne a sostegno della misura. Inoltre una cultura aziendale a supporto della genitorialità condivisa favorisce la messa in pratica della misura. L’impatto dei congedi sul turnover del personale è stato assorbito soprattutto con una riorganizzazione del lavoro per il periodo del congedo di paternità nel caso di 2 aziende su 3. Cioè, l’impatto è gestibile senza ulteriori costi nella maggior parte dei casi.
Dal sondaggio distribuito tra i dipendenti delle aziende che offrono un congedo di paternità esteso, emerge un’ampia soddisfazione per questo strumento. Tutti gli intervistati lo riutilizzerebbero e il 96% di coloro che non lo hanno utilizzato vorrebbero farlo in futuro. Inoltre, 1 dipendente su 3 non accetterebbe di lavorare in un’azienda equivalente se questa non offrisse una politica simile, indipendentemente dall’aumento salariale. I lavoratori che hanno fruito del congedo di paternità esteso hanno riportato diversi effetti positivi: un legame più stretto con i figli (96%), una maggiore serenità della partner dopo la nascita del/la figlio/a (95%), un maggiore bilanciamento del carico del lavoro domestico (65%) e una maggiore facilità di avere figli in futuro (54%).
Per quanto riguarda una possibile estensione a livello nazionale, la vasta maggioranza dei partecipanti al questionario (96%) concorda con l’estensione. Secondo più della metà (54%) l’estensione dovrebbe essere obbligatoria, anche per una maggiore parità di genere e per evitare pressioni all’interno dell’azienda, e la percentuale aumenta tra i padri che hanno effettivamente usufruito del congedo.
Interrogati sulla durata che dovrebbe avere il congedo di paternità nazionale, la quasi totalità dei partecipanti (95%) crede che la durata minima del congedo retribuito al 100% debba essere di almeno un mese, quindi superiore all’attuale congedo Inps.