I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
l'FBI, indagando sull'operazione di manipolazione dei servizi russi negli Stati Uniti per le elezioni presidenziali del 2024, ha scoperto una serie di documenti interni all'amministrazione russa che rivelano una massiccia campagna di disinformazione e influenza, finalizzata a manipolare l'opinione pubblica e influenzare gli eventi politici globali;
l'operazione ha coinvolto circa 2800 individui tra politici, uomini d'affari, giornalisti e influencer in 81 Paesi;
l'operazione russa negli Stati Uniti è affiancata da un'altra, parallela in Europa, coinvolgendo personalità di spicco, anche in Italia, Francia e Germania;
la Russia non è nuova alla conduzione di campagne ibride ai danni dell'Italia, come denunciato anche nella Relazione annuale 2023 sulla politica dell'informazione per la sicurezza –:
se il Governo sia in possesso di informazioni riguardo alla partecipazione e all'influenza di attori russi in Italia tramite l'operazione denunciata dall'FBI e se abbia intenzione di mettere in atto misure e strategie per prevenire future campagne di disinformazione e influenze esterne sul territorio nazionale.
Seduta del 18 ottobre 2024
Illustrazione e replica di Lia Quartapelle Procopio, risposta Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alberto Barachini
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie, Presidente. Mi rivolgo al rappresentante del Governo. Questa interpellanza ha come tema una questione di sicurezza nazionale, di cui c'è una preoccupazione diffusa. Credo che sia dovere delle opposizioni stimolare un dialogo con il Governo, perché siamo tutti interessati a capire come difendere lo spazio pubblico del nostro Paese da campagna di disinformazione e di influenza straniera.
In particolare, l'interpellanza fa riferimento ad alcune notizie emerse per mezzo di stampa, per cui durante le operazioni dell'FBI relative alla protezione dello spazio di discussione degli Stati Uniti, nell'ambito della campagna elettorale in corso, è stata scoperta, attraverso una serie di documenti, una vasta campagna di disinformazione gestita e monitorata dalla Federazione Russa, finalizzata a manipolare l'opinione pubblica e influenzare gli eventi politici globali. L'operazione ha coinvolto 2.800 individui tra politici, uomini d'affari, giornalisti e influencer in 81 Paesi, incluso il nostro Paese. Allora, siccome si tratta di un'operazione molto vasta, non è la prima e purtroppo non sarà neanche l'ultima, vorremmo discutere in una sede parlamentare, quindi in una sede pubblica, aperta, trasparente, esattamente quali sono le informazioni in possesso del Governo rispetto alla parte italiana di questa campagna, qual è la valutazione del rischio che il Governo dà rispetto alle informazioni che arrivano dagli Stati Uniti e quali sono le misure che il Governo mette in atto per contrastare questa e altre possibili campagne di disinformazione che interessano lo spazio del dibattito pubblico del nostro Paese.
ALBERTO BARACHINI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Gentili onorevoli, l'interpellanza riguarda il noto problema della disinformazione e della propaganda straniera, in particolare di matrice russa, volta a minare i processi democratici globali. Desidero, innanzitutto, ringraziare le interpellanti per avermi dato l'occasione di portare all'attenzione del Parlamento l'attività che il Governo sta svolgendo in relazione a un tema tanto rilevante, quanto sensibile, come quello della disinformazione. Il Governo è da tempo impegnato in diverse azioni di prevenzione e contrasto alla disinformazione e all'interferenza straniera, sia in ambito nazionale che in sinergia con i propri partner europei e internazionali. Per quanto concerne, in maniera più specifica, l'oggetto dell'odierna interpellanza, il Governo partecipa all'attività di monitoraggio e condivisione di informazioni con altri Paesi sul tema, sia a livello dell'Unione europea, con il rapid alert system, coordinato dal servizio europeo per l'azione esterna, ovvero il meccanismo di consultazione rapida e scambio di informazioni tecniche su disinformazione e manipolazione informativa, sia nell'ambito del G7 con il rapid response mechanism. Proprio recentemente, Germania, Francia e Polonia hanno chiesto la convocazione di una riunione straordinaria del RAS, a seguito di notizie diffuse da alcune testate investigative europee relative a documenti interni della società russa SDA (social design agency) che dimostrerebbero le attività di influenza e manipolazione informativa in Europa, anche in occasione delle ultime elezioni europee, manipolazioni condotte direttamente da Mosca.
Alla riunione tenutasi il 23 settembre scorso ha partecipato anche il nostro Paese. I documenti emersi dimostrerebbero le operazioni di propaganda e influenza della Russia, guidate dalla stessa società SDA, specializzata in campagne elettorali, avente legami con il Cremlino e già sottoposta a sanzioni. Società descritta come un hub per la guerra psicologica. La società SDA utilizzerebbe troll e campagne doppelganger, costituite nel clonare siti web autentici per rilanciare falsi contenuti sui social, nonché creare contenuti grafici e testuali, al fine di diffondere fake news mirate anche a influenzare il voto in Occidente.
Le campagne di influenza russa si rivolgerebbero soprattutto a Paesi come Germania, Francia e Polonia, ma anche al nostro Paese. In particolare, la società SDA sarebbe molto attiva in Germania, dove ha sostenuto il partito di estrema destra, Alternative für Deutschland. Anche l'Italia figura quale Paese obiettivo, essendo uno degli Stati membri che esprime più parlamentari europei. Infatti, il panorama italiano è contraddistinto da un consistente aumento degli attori disinformazione e delle relative campagne mediatiche. Nonostante le tecniche doppelganger siano meno diffuse e strutturate qui rispetto ad altri Paesi, anche in Italia sono apparsi domini che imitano note testate, come la Repubblica, la Stampa e il Corriere della Sera, del tutto simili alle originali, anche in termini di veste grafica, ma riportanti contenuti disinformati, amplificati dall'uso di Bot.
Le narrative diffuse in Italia, in maniera simile ad altri Paesi europei, amplificano le tesi che giustificano l'aggressione russa o sono volte a denigrare il sostegno occidentale all'Ucraina, presentando l'Unione europea e la NATO come entità oppressive che minano la sovranità nazionale, impongono politiche sfavorevoli ai Paesi membri e mirano a diffondere dubbi sulla legittimità del processo elettorale europeo, suggerendo, inoltre, la presenza di brogli elettorali e riprendendo argomenti vicini agli ambienti cospirazionisti e no-vax.
Detto ciò, desidero ricordare brevemente, in questa sede, le ulteriori e numerose attività poste in essere dal nostro Governo in materia di contrasto alla disinformazione e manipolazione dell'informazione straniera. Ricordo, anzitutto, che la Presidenza italiana del G7 ha incluso i temi della disinformazione e dell'interferenza straniera tra le priorità del gruppo dei 7. L'unità di intenti ha trovato spazio nel comunicato dei leader G7 che contiene un capitolo sulla salvaguardia dei processi democratici e prefigura la creazione, entro la fine dell'anno, di un quadro di risposta collettiva alle minacce straniere alle nostre democrazie. Dell'argomento si è occupata anche la dichiarazione ministeriale adottata a Capri il 19 aprile 2024 dai Ministri degli Esteri G7, con un apposito capitolo dedicato alle minacce ibride e alla manipolazione informativa. A margine della ministeriale, inoltre, è stato siglato un memorandum d'intesa tra Italia e Stati Uniti sulla manipolazione informativa straniera.
Quanto al Dipartimento per l'informazione e l'editoria, ricordo che lo scorso anno è divenuto membro dello steering group dell'Information integrity Hub, l'iniziativa dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che riguarda la disinformazione e che ha portato alla pubblicazione, nel marzo 2024, del Facts not Fakes: Tackling Disinformation, Strengthening Information Integrity, un compendio di know-how, esperienze e analisi dei Paesi OCSE sul tema della disinformazione e, più in generale, dell'integrità dell'ecosistema informativo. L'hub è attualmente impegnato a finalizzare una raccomandazione contenente degli standard internazionali di supporto ai Governi per combattere la disinformazione e promuovere spazi di informazione affidabile, salvaguardando la libertà di espressione che, da un lato, potrà rappresentare una guida dettagliata per far avanzare l'agenda politica a livello nazionale e, dall'altro, consentirà di migliorare la collaborazione a livello internazionale sul tema.
Sempre in un'ottica di prevenzione e contrasto alla disinformazione online, l'Italia continua a lavorare in ambito UE nel solco del Digital services Act per coinvolgere le piattaforme in uno sforzo di coregolamentazione dello spazio digitale.
Infine, in aree quali l'Africa, i Balcani e l'America Latina il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale sta lavorando al contrasto alla disinformazione russa attraverso attività di capacity building, favorendo la diffusione, da parte di agenzie di stampa italiane, di notiziari in diverse lingue, nonché la conclusione di accordi tra le agenzie di stampa nazionali e le agenzia di stampa estere, per veicolare nelle lingue locali i contenuti informativi sul nostro Paese. Trattandosi di agenzie di stampa che diffondono, quindi, informazioni verificate, si tratta di un modo per contrastare eventuali contenuti disinformativi e ampliare il pluralismo delle fonti di informazione in alcune aree critiche, bersaglio della disinformazione russa.
A livello nazionale, il Governo ritiene che la prima azione di contrasto alla disinformazione consista nel creare gli anticorpi rispetto alla disinformazione stessa attraverso l'alfabetizzazione mediatica e digitale, da un lato, e il rafforzamento dell'ecosistema dei media professionali, dall'altro. Sul primo punto giova ricordare che nelle settimane precedenti le consultazioni elettorali europee ho richiesto personalmente la diffusione alle reti Rai dello spot realizzato dal gruppo dei regolatori europei dell'audiovisivo (ERGA) per sensibilizzare gli elettori sulla minaccia della disinformazione e sulle strategie da attuare per difendersi dalle manipolazioni. Parallelamente, anche il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha avviato una campagna social di sensibilizzazione sui rischi legati alla disinformazione, che mira a fornire alcune definizioni, dati o elementi fattuali che possano aiutare gli utenti elettori a un approccio critico.
Inoltre, il Dipartimento per l'informazione e l'editoria, nell'ambito dell'attuazione della strategia nazionale di cybersicurezza, è capofila della misura riguardante la disinformazione online e i rischi di condizionare e influenzare i processi politici, economici e sociali del Paese. Pertanto, è stata già avviata un'attività di studio e di analisi approfondita del fenomeno della disinformazione online, in collaborazione con istituti universitari e centri di ricerca di primaria importanza tra cui La Sapienza di Roma, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, la Bicocca e l'istituto Herbert Simon Society.
Pertanto, l'approccio è organico e multidisciplinare e il lavoro è volto a supportare non solo le future policy del Dipartimento e del Governo italiano sul tema ma anche l'attività di comunicazione istituzionale attraverso campagne specifiche di sensibilizzazione rivolte ai cittadini.
Sempre a livello nazionale l'integrità del sistema informativo viene protetta nell'ambito della più ampia attività posta in essere dal Dipartimento a sostegno del pluralismo, che con questo Governo è stata particolarmente incentrata sul rafforzamento della professione giornalistica e del prodotto informativo sia con la riforma dei contributi alle agenzie di stampa per i servizi da queste resi alle pubbliche amministrazioni (DPCM dell'11 luglio 2023) sia con l'istituzione del nuovo Fondo unico per il pluralismo e l'innovazione digitale dell'informazione e l'editoria (legge 30 dicembre 2023, n. 213). Si è inteso rafforzare il collegamento tra il sostegno economico pubblico e l'utilizzo del lavoro giornalistico, principale presidio del controllo delle fonti e dell'affidabilità dell'informazione.
Da ultimo, il tema dell'integrità delle informazioni è stato altresì approfondito dalla commissione per lo studio dell'impatto dell'intelligenza artificiale nel settore dell'informazione, che ho istituito lo scorso anno. Il lavoro della commissione ha prodotto una prima relazione con diverse proposte, in particolare in materia di trasparenza, diritto d'autore e deep fake, che sono state recepite dal disegno di legge recante disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale, attualmente all'esame del Senato.
In conclusione, attraverso tutte le numerose iniziative descritte il Governo conferma fermamente il proprio impegno nel rafforzamento dell'integrità del sistema informativo, in conformità alle politiche europee e alle migliori pratiche internazionali in materia.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie, Presidente. Sottosegretario, sono parzialmente soddisfatta, nel senso che certamente è importante sapere il range di iniziative importanti, anche in rete con i partner europei e occidentali, che coinvolgono l'Italia nel proteggere, appunto, lo spazio informativo del nostro Paese. Al tempo stesso, però, mi sarei aspettata, in questa sede parlamentare, una valutazione di quella specifica minaccia. La notizia, appunto, che anche l'Italia sia coinvolta in una campagna vasta che riguarda in 81 Paesi 2.800 entità, con un allarme che arriva dall'FBI, avrebbe, a mio giudizio, meritato dal Governo una spiegazione chiara se si tratta di una minaccia relativa, confinata solo a pochi soggetti, oppure se dobbiamo aspettarci un'attenzione maggiore da parte della Federazione russa rispetto allo spazio informativo italiano.
Dico questo per varie ragioni. Prima di tutto, noi abbiamo scelto una modalità come questa, che è una modalità dialogica col Governo, proprio perché siamo preoccupati della situazione della disinformazione che ha a che fare con il nostro Paese e credo che il tema debba essere preso con serietà da parte del Governo e da parte delle opposizioni e proprio perché noi siamo all'opposizione abbiamo bisogno di avere una valutazione su ogni denuncia pubblica che viene fatta da parte del Governo, perché altrimenti ci limitiamo agli articoli di giornale e può essere che valutiamo male, troppo o è troppo poco. Questo tema, invece, deve essere una cosa che viene discussa apertamente e apertamente deve essere condiviso se c'è una preoccupazione fondata oppure se si tratta, insomma, di una parte piccola di una campagna più vasta.
In secondo luogo, io credo che ci debba essere attenzione, perché sappiamo che l'Italia è da tempo attenzionata da parte dei regimi stranieri. C'è stata la famosa campagna di disinformazione portata avanti dalla Cina durante le prime settimane del COVID, ci sono varie campagne messe in atto dalla Federazione russa e sappiamo che non sempre i nostri apparati hanno saputo rispondere con l'efficacia e la prontezza che ci si aspetta. Quindi, credo che questo tema debba essere trattato apertamente. Sappiamo che la Federazione russa si è spesso dedicata con attenzione al nostro territorio, penetrando nei nostri ranghi e nei nostri media.
Lei faceva riferimento al piano Doppelgänger, una campagna che ha fatto emergere dei siti simili a quelli originali, dove si si mandano messaggi che invece sono falsi. Da qui la richiesta di attenzione al Governo all'alfabetizzazione, alla qualità dell'informazione, eccetera. Sappiamo anche che i social pullulano di bot russi, lei lo ha detto, solo nel 2020, quando c'era ancora Twitter, sono stati cancellati più di 200.000 tweet che si ritennero collegati con certezza ai bot di Mosca. E quindi è un altro spazio a cui prestare grande attenzione. Sappiamo anche, da indagini indipendenti, su cosa si concentrano questi bot, sappiamo che agiscono dividendo lo spazio pubblico, prendendo le posizioni più estreme, a destra e a sinistra, pro o contro un argomento, e abbiamo visto in questi anni i danni che hanno creato alla qualità del dibattito pubblico e del ragionare pubblicamente. Oggi la situazione non può che essere peggiorata. I dati si riferiscono al 2020, abbiamo visto una grande attività dei bot russi nel 2016, con i picchi nelle varie campagne elettorali. Quindi noi chiediamo che il Governo prenda sul serio tutto questo e che lo discuta pubblicamente, perché non farlo sarebbe come lasciare la porta di casa aperta con le chiavi nella toppa, cioè, sostanzialmente, permettere a chi vuole sconvolgere il nostro spazio di dibattito pubblico, di farlo utilizzando lo strumento della libertà.
Sottolineo un'ultima cosa. C'è stata una serie di indagini indipendenti e anche di studi fatti sui numerosi casi di interferenze scoperti, all'interno dei quali i nostri apparati non sono stati a un livello di vigilanza sufficiente. Ne cito alcuni: il caso di Frederico Carvalho Gil, che è stato capo degli analisti della sezione antiterrorismo portoghese, arrestato a Roma mentre consegnava una chiavetta USB contenente dossier riservati della NATO a un agente russo, funzionario dell'ambasciata russa in Italia; nel 2019, il caso di Alexander Korshunov, che era colonnello dei Servizi segreti russi, sotto copertura come dirigente di un conglomerato industriale russo, arrestato all'aeroporto di Napoli Capodichino su richiesta americana e poi estradato in Russia per una disattenzione dei nostri apparati; infine, c'è stato il caso del tenente colonnello francese Marc L., in servizio presso la base NATO di Lago Patria, vicino a Napoli, sedotto anche lui dall'ideologia del Cremlino; e ancora, il caso di Walter Biot e la fuga di Artem Uss. Sono tutti casi in cui è stata sottovalutata la presenza russa in Italia e i nostri apparati - intesi in senso ampio, ossia gli apparati dello Stato, non solo gli apparati di sicurezza - sono stati penetrati.
Il nostro Paese ha dimostrato di essere una piattaforma feconda per questo tipo di interferenze. Queste sono interferenze relative allo spionaggio, non necessariamente relative alle campagne di disinformazione, ma dicono che la guardia nel nostro Paese dev'essere alzata. Per questo mi sarei aspettata da lei una valutazione specifica su quel caso, perché credo che a noi serve capire esattamente, ogni volta che viene denunciata una minaccia che grava sul nostro Paese, il livello di attenzione che dobbiamo mettere e come insieme possiamo contrastarla. La libertà è un bene prezioso: la libertà di parola, la libertà di discussione e la libertà di opinione sono beni preziosissimi, vanno difesi, protetti e tutelati. E chiaramente, questo devono farlo insieme maggioranza e opposizione.