Discussione generale
Data: 
Lunedì, 21 Ottobre, 2024
Nome: 
Nicola Carè

A.C. 2049

Grazie, Presidente. Colleghi, nel luglio del 2016 il Governo italiano, sotto la direzione del Partito Democratico, ha introdotto la legge n. 145, un provvedimento di fondamentale importanza per la regolamentazione delle missioni internazionali delle Forze armate italiane.

Questo intervento normativo si è reso necessario in un contesto in cui l'Italia è impegnata in un ampio numero di operazioni di stabilizzazione e sicurezza a livello globale, con la presenza militare che si estende in quasi tutti i continenti. Le missioni italiane sono una componente cruciale della nostra politica estera, contribuendo non solo alla sicurezza internazionale, ma anche alla promozione della pace e della stabilità in aree critiche del pianeta.

È essenziale che le donne e gli uomini della Difesa italiana abbiano accesso a un quadro giuridico chiaro e definito, che garantisca la protezione e la trasparenza in ogni aspetto delle loro operazioni. Questo è particolarmente rilevante in un contesto internazionale in continua evoluzione, caratterizzato da sfide complesse e da minacce sempre più diversificate.

La legge n. 145 ha cercato di fornire un impianto normativo che tutelasse le Forze armate, offrendo al contempo strumenti adeguati a rispondere a situazioni di crisi. La legge ha rappresentato un passo significativo per il nostro Paese, poiché ha cercato di delineare un aspetto cruciale della nostra politica estera, che si articola attraverso una combinazione di iniziative politiche e diplomatiche, missioni militari, programmi di cooperazione allo sviluppo e per la pace. Tuttavia, la complessità delle situazioni in cui operiamo ha evidenziato la necessità di un aggiornamento della normativa, affinché possa rispondere in modo più efficace alle sfide attuali e future. Dunque, è nostro dovere rivedere e migliorare continuamente le norme che regolano le nostre operazioni all'estero. L'impegno, che abbiamo profuso nelle Commissioni affari esteri e difesa, è stato determinante per discutere e proporre modifiche a questa legge. Durante il dibattito, alcune nostre proposte sono state accolte, mentre altre non hanno trovato spazio; tuttavia, il processo di revisione ha segnato un progresso significativo nel cercare di soddisfare le esigenze operative dei nostri militari e delle strutture ministeriali. Una delle principali criticità che abbiamo affrontato riguarda la semplificazione delle procedure burocratiche. Nel 2017, ad esempio, abbiamo già introdotto misure per garantire che le delibere, che confermano o prorogano missioni esistenti, così come quelle per l'attivazione di nuove missioni, siano accompagnate da una copertura finanziaria immediata e dettagliata. Questo significa che ogni operazione deve prevedere un'analisi precisa dei costi, dei dispositivi, dei mezzi e del personale coinvolto, presentando tabelle chiare per ogni aspetto finanziario, voce per voce. La legge n. 145, quindi, ha comportato un'importante semplificazione normativa, che ha eliminato la necessità di adottare nuovi decreti del Presidente del Consiglio per il riparto dei fondi tra le missioni.

Le delibere esistenti, infatti, già forniscono indicazioni chiare su come gestire le risorse, tuttavia è fondamentale mantenere un controllo rigoroso da parte del Parlamento per garantire che le risorse destinate alle missioni siano utilizzate in modo appropriato e trasparente. Questo è un principio essenziale in una democrazia dove la responsabilità e la trasparenza sono valori cardini.

Un ulteriore aspetto che abbiamo considerato con grande attenzione riguarda la comunicazione tempestiva delle informazioni necessarie per prendere decisioni informate. Inizialmente, era previsto che le relazioni sulle missioni dovessero pervenire entro il 31 dicembre. Tuttavia, questa scadenza si è rivelata poco pratica, poiché molte missioni erano ancora in corso e non avevano potuto fornire dati completi. Per questo motivo, abbiamo proposto di spostare la scadenza al 31 gennaio, consentendo così una valutazione più adeguata prima dell'approvazione delle missioni, che tradizionalmente avviene a metà anno.

È cruciale che i nostri militari all'estero ricevano un chiaro indirizzo politico, non solo riguardo agli obiettivi delle missioni, ma anche per quanto concerne la loro valutazione e il loro impatto. Tra le innovazioni più significative e discusse spicca l'interoperabilità tra le diverse missioni: un concetto su cui abbiamo trovato un ampio consenso. Questo è particolarmente rilevante in un contesto in cui la rapidità di risposta è fondamentale. Abbiamo assistito a situazioni drammatiche, come quelle che hanno coinvolto il Medio Oriente, dove la minaccia di attacchi da parte degli houthi, agenti proxy dell'Iran, ha messo in pericolo i traffici marittimi del Canale di Suez. In tali contesti, è stato cruciale poter attivare rapidamente nuove operazioni, come l'operazione Aspides, mantenendo al contempo la flessibilità necessaria per scambiare risorse e mezzi tra le diverse missioni già in atto.

Questa norma garantirà, quindi, la possibilità di scambiarsi i dispositivi navali, aerei e militari senza dover gestire complessi trasferimenti da Roma, migliorando così la nostra capacità di intervento in teatri strategici e per garantire la pace. L'altra innovazione che abbiamo discusso riguarda l'introduzione di un canale preferenziale in caso di emergenze o gravi crisi internazionali. Questa misura consente di deliberare una nuova missione in un arco di tempo di cinque giorni. Sebbene questa procedura richieda un'adeguata supervisione parlamentare, essa rappresenta un passo importante per aumentare la nostra capacità di risposta in situazioni critiche. Abbiamo sottolineato l'importanza di definire con maggiore chiarezza cosa si intenda per “gravi crisi internazionali”, auspicando che si possa legare la decisione a situazioni di emergenza riconosciute da organizzazioni internazionali. La definizione precisa della crisi ci permetterà di agire in modo più efficace e tempestivo.

Apprezziamo il meccanismo di controllo parlamentare previsto, che garantirà un confronto, entro tre mesi, sulla validità e sulla persistenza delle motivazioni che hanno portato ad individuare una missione con carattere di urgenza ed emergenza. Tuttavia, avremmo voluto includere un passaggio che prevedesse il coinvolgimento del Consiglio supremo di difesa, per garantire una procedura più lineare e rispettosa del ruolo del Capo dello Stato, che è anche il comandante delle Forze armate. Sebbene il Presidente della Repubblica possa essere informato in qualsiasi momento, prevedere un passaggio formale sarebbe stato un atto di coerenza e rispetto per le istituzioni e per il loro funzionamento.

Inoltre, riteniamo che sia cruciale istituire un dialogo costante tra il Parlamento e le Forze armate, affinché ci sia una sinergia continua e un monitoraggio delle missioni in corso: la trasparenza e la comunicazione sono essenziali per costruire un clima di fiducia, non solo tra le istituzioni, ma anche tra i cittadini e le Forze stesse. È fondamentale che il pubblico sia informato riguardo agli obiettivi, ai risultati e alle sfide delle missioni internazionali, in modo da garantire un coinvolgimento consapevole e responsabile. In conclusione, nonostante alcune perplessità e criticità che continueremo a monitorare, siamo convinti che queste modifiche rappresentano un passo avanti significativo per le nostre Forze armate e per il loro operato in contesti internazionali sempre più complessi e sfidanti. È nostro dovere riconoscere e apprezzare il lavoro che i nostri militari svolgono nel mondo, contribuendo alla stabilità e alla sicurezza globale, con l'obiettivo di essere portatori di pace.

La loro dedizione e professionalità sono essenziali e il nostro impegno deve essere quello di garantire loro il supporto necessario sia in termini di risorse che di chiarezza normativa affinché possano operare con l'efficacia e la dignità che meritano. La legge n. 145, con le sue recenti modifiche, rappresenta una risposta alle sfide contemporanee e una base solida per il futuro della nostra azione internazionale per garantire la pace.