Data: 
Martedì, 16 Dicembre, 2014
Nome: 
Luigi Bobba

Mi associo agli auguri del Presidente al mio concittadino Renzo Franzo, che oggi compie cento anni. 
L'onorevole Renzo Franzo è stato l'uomo delle scelte. 
Scelte difficili, nelle quali è stato necessario assumersi grandi responsabilità. All'indomani dell'8 settembre 1943, dopo sei anni di servizio militare come bersagliere e dopo aver conosciuto la guerra e la prigionia, anziché rimanere comodamente a Vercelli, Franzo sceglie in un momento cruciale della storia d'Italia di prendere posizione. E non è sicuramente una scelta facile. La sua adesione al movimento partigiano dice già tutto dell'uomo Franzo e della sua visione politica e civile dell'Italia. Stare con il Movimento di Liberazione significa stare dalla parte della democrazia, significa adoperarsi per il recupero morale prima ancora che politico dell'identità italiana. In ultimo, operare e lavorare per quella che sarà la difficile ricostruzione del Paese. 
Il biennio ’43-’45 e gli anni immediatamente posteriori alla fine della guerra sono anni complessi. Davanti a sé Franzo ha un Paese in ginocchio, dilaniato dal conflitto e dalle divisioni interne, con la gente che vive di stenti e porta sulla pelle i segni della durezza della guerra e quelli di una sconfitta riscattata dal CLN. Franzo avrebbe potuto dedicarsi tranquillamente al mestiere di insegnante, viste le due lauree conseguite in «lingue e letterature straniere» e in «lettere», e alla famiglia. Invece opera un'altra scelta: la politica, intesa come servizio alla comunità e in modo particolare servizi a favore dei più poveri, dei diseredati, dei nullatenenti. Lui, di formazione cattolica, non può che guardare al suo prossimo, a chi soffre di più, a chi ha sete di soddisfare i bisogni elementari. La sua azione politica è sempre associata al messaggio evangelico. Se c’è virtù che riassume il movimentismo di Franzo questa è la carità, intesa come atteggiamento di umiltà e di amore verso il prossimo. E allora, se l'Italia ha bisogno di case, se ha bisogno di lavoro, lì c’è l'onorevole Franzo, impegnato con tutto se stesso per creare ciò che manca. 
Quelli dell'immediato dopoguerra erano anni faticosi, ci volevano due giorni per arrivare a Roma e due giorni per tornare a Vercelli e a volte, per ultimare i lavori della Camera, a Roma ci si fermava anche il sabato. Eppure sotto questo aspetto Franzo è instancabile. Dopo aver mosso i primi passi politici nella Democrazia Cristiana (il partito di De Gasperi, di Fanfani, di Scàlfaro, con i quali compirà un percorso comune, Franzo viene eletto deputato la prima volta nel 1948 e riconfermato poi nelle legislature successive fino al 1968. È un periodo di grande fervore, durante il quale ricopre importanti e prestigiosi incarichi, da segretario del gruppo dei parlamentari Coldiretti a componente della Commissione Agricoltura, da deputato-segretario del gruppo italiano dell'Unione Interparlamentare a deputato-segretario dell'Ufficio di Presidenza. La sua attenzione è, in qualità di Presidente dei Coltivatori di Vercelli, soprattutto rivolta a questa categoria di lavoratori. Franzo conosce bene la sua terra, le persone che la abitano, sa quali sono le loro esigenze e le loro aspettative. E allora si attiva per migliorare le condizioni dei contadini, dei braccianti, dei piccoli proprietari terrieri. Questo vale per il Vercellese come per le campagne di tutta Italia. È ancora una volta la scelta di stare dalla parte di chi ha più difficoltà e che svolge al contempo una funzione fondamentale per l'economia italiana. Franzo intuisce con intelligenza come l'agricoltura sia nel dopoguerra un settore nodale per dare respiro alle famiglie e consentire loro di soddisfare i bisogni primari. Ma la sua non è semplicemente una visione di sussistenza e di sussidiarietà, lui crede fermamente nella modernizzazione dell'agricoltura, fatta di meccanizzazione e di innovazione tecnologica. Il massimo risultato Franzo lo raggiunge nel trasformare una categoria di contadini senza terra in piccoli e medi proprietari terrieri, farli uscire da un'economia precaria è farli diventare i protagonisti di una ruralizzazione avanzata e sempre più tecnica. 
Questa sua attenzione al mondo contadino è a ben vedere l'attenzione tout court che ha sempre avuto nei confronti dell'uomo nella sua globalità. La politica per Franzo, come si è detto, è in funzione e a servizio dell'uomo. Da qui deriva un'altra scelta etica, più che mai attuale oggi in una società troppo presa da cifre, numeri, conti: recuperare la dignità della persona. In questo senso si avverte nella figura di Franzo un umanesimo per così dire spinto, maturato in una cultura filosofica di matrice cattolica, che ha come obiettivo quello di far star bene la persona. Stiamo attenti, la sua non è una visione idilliaca, in quanto lo star bene è sempre preceduto dal far bene. Questo è un messaggio che giunge fino a noi che sediamo in queste aule, che ci porta a riflettere sull'essenza dell'azione politica, fatta di teoria e prassi. Una teoria e una prassi vissute da Franzo col cuore oltre che con la ragione. Franzo è stato dentro alla Storia, con la consapevolezza di operare nella Storia. Se leggiamo criticamente la sua esperienza politica, notiamo come essa sia stata caratterizzata da un antropocentrismo ottimistico, nel quale emerge una costante fiducia nell'uomo e nelle sue capacità. Franzo è stato nel corso del secondo ’900 un punto di riferimento della Democrazia Cristiana, il suo partito, in special modo della corrente di sinistra. Ha creduto in questa ulteriore scelta e nel progetto degasperiano di rifondazione di uno Stato. Rifondazione economica, sociale, ma anche e soprattutto morale. A questo progetto si è speso con tutte le sue forze. All'interno del partito ha mantenuto un atteggiamento di critica costruttiva, credendo nella forza del dialogo e rispettando tutte le opinioni. Il suo contributo non è stato rappresentato solo dall'attività legislativa, di alto profilo e di qualità, ma pure dalla fattiva partecipazione al discorso ideologico all'interno della Dc. La sua posizione oggi verrebbe definita progressista, popolare per la sua costante attenzione ad una componente sociale che negli anni ’50 e ’60 aveva una sua valenza importante, e cioè il popolo. Franzo è stato un uomo del popolo, ha lavorato per la sua emancipazione socio-economica e per la sua formazione culturale. Per questo all'interno del Partito si è speso a favore dei valori democratici da lui considerati determinanti per cambiare la società del tempo. Da qui l'impegno già ricordato per valorizzare l'agricoltura. 
Ma anche quando ha terminato gli incarichi legislativi, Franzo è rimasto uomo di riferimento politico per la Dc come per il mondo politico tutto. Non si è autoescluso, anzi la sua è stata una partecipazione viva e costante al dibattito politico, guardato con lungimiranza e modernità. Franzo è stato spesso interprete perfetto di cambiamenti e svolte che hanno segnato il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. Ha saputo essere figlio del tempo, evitando di affossarsi su logiche passate ormai superate nei fatti. Ancor oggi, da grande saggio qual è, guarda con lucidità e occhio critico al nuovo panorama politico, non più caratterizzato da grandi partiti come la Dc, il Pci, il Psi, ma dagli schieramenti di centrosinistra e centrodestra. Ieri come oggi, però, la sua attenzione va alla gente, alle difficoltà che vive nell'attuale crisi economica. Ci chiede, e intendo con il pronome personale che chiede a noi deputati del Parlamento, di intervenire e di impegnarci efficacemente nel sollevare le famiglie italiane dalle condizioni difficili in cui si dibattono. E soprattutto a dare loro un lavoro. Che se andiamo a vedere è quanto lui ha fatto durante i suoi mandati legislativi nel settore agricolo. 
Franzo non è stato solo l'onorevole, ha ricoperto altri incarichi importanti a livello politico – è stato consigliere e assessore all'agricoltura della Provincia di Vercelli – e socio-economico. Ricordiamo che è stato Presidente del Consorzio di Bonifica della Baraggia Vercellese, Presidente dell'Ente Nazionale Risi, corrispondente delle Accademie dell'Agricoltura di Bologna e di Torino. Si potrebbero citare altre cariche da lui ricoperte e onorificenze di cui è stato insignito, ma sono sufficienti quelle appena menzionate per dimostrare l'impegno civico di quest'uomo e la sua costante attenzione al proprio territorio, all'agricoltura, in special modo al riso simbolo del Vercellese, un riso da lui promosso a livello internazionale. In tutto ciò non possiamo non notare una coerenza intellettuale che si esplica nei fatti, il mai venire meno ai propri valori, alla fede cristiana, a credere che la politica sia servizio e non protagonismo. Renzo Franzo ha attraversato un secolo di Storia, ha conosciuto i momenti difficili e.i momenti felici del suo Paese, ma lui è sempre rimasto e rimane l'uomo di un tempo, l'uomo che poneva davanti alla politica la vis etica, ieri come oggi. Oggi che festeggia i suoi cento anni, credo che la sua lezione morale, intellettuale, politica non va dimenticata, al contrario deve essere letta e riletta da tutti noi come un insegnamento prezioso e formativo. Un grande grazie a Renzo Franzo per quanto ha dato all'Italia e agli Italiani.